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Focus di Spirito artigiano su rappresentanza e contrattazione, leve strategiche per imprese, lavoratori, qualità dello sviluppo

Il nuovo numero di Spirito artigiano Magazine chiude il 2025 con una riflessione densa e strategica dedicata alla rappresentanza, intesa come snodo decisivo per il futuro delle imprese, del lavoro e della qualità dello sviluppo. Dopo un anno raccontato attraverso circa 180 articoli, tra storie di imprese a valore artigiano, analisi della bilateralità, nuovi linguaggi del Made in Italy, creatività, cinema e manifattura, il magazine concentra lo sguardo su un tema politico-sindacale cruciale, capace di tenere insieme democrazia economica, coesione sociale e competitività.

Riflessioni che nascono anche grazie al contributo di Confartigianato Imprese Veneto, che ha messo a disposizione gli atti del convegno “Rappresentanza e contrattazione, nuove prospettive per il lavoro di qualità”, e si configura come un viaggio qualitativo dentro le trasformazioni in atto. Giulio Sapelli, presidente della Fondazione Germozzi, introduce il numero richiamando il senso complessivo di un anno attraversato da cambiamenti profondi e dalla capacità dell’artigianato di trovare direzione anche nel disordine, ribadendo il ruolo centrale della rappresentanza come infrastruttura silenziosa ma decisiva.

Riccardo Giovani, direttore delle politiche sindacali e del lavoro di Confartigianato, affronta il nodo della misurazione della rappresentatività. Il suo contributo ricostruisce il vuoto lasciato dall’inattuazione dell’articolo 39 della Costituzione, la frammentazione esplosa negli ultimi decenni e i rischi di una proliferazione di contratti e soggetti privi di reale radicamento, sottolineando come quantità e qualità debbano convivere per distinguere la rappresentanza autentica da quella artificiale. Centrale, nella sua analisi, è il ruolo della bilateralità come indicatore concreto di rappresentanza effettiva e come modello di sussidiarietà capace di produrre welfare, tutele e coesione.

Paolo Feltrin, politologo e studioso delle relazioni tra interessi, partiti e istituzioni, amplia lo sguardo ai corpi intermedi nel XXI secolo, mettendo in discussione la narrazione della loro presunta marginalità. Secondo Feltrin Associazioni come Confartigianato continuano a svolgere funzioni decisive di contrattazione, intermediazione, servizi e welfare territoriale, pur in un contesto segnato da disintermediazione, competizione tra soggetti e trasformazioni tecnologiche. La rappresentanza, sostiene Feltrin, non è mera riproduzione delle domande della base associativa, ma capacità di reinterpretarle in proposte praticabili, mantenendo un ruolo attivo nel dialogo con le istituzioni.

Michele Tiraboschi, Ordinario di diritto del lavoro e consigliere del CNEL, entra nel merito della qualità della contrattazione collettiva, ribadendo che essa non è l’essenza della rappresentanza, ma uno dei suoi strumenti. Il suo intervento denuncia le distorsioni generate dalla contrattazione pirata e valorizza il lavoro di riordino dell’archivio dei contratti del CNEL, che restituisce un’immagine molto più solida del sistema italiano di relazioni industriali, fondato su pochi contratti realmente applicati e su soggetti comparativamente rappresentativi.

Il numero ospita anche un’analisi critica di Antonio Payar, dirigente di Confartigianato, sulla complessità organizzativa e sui luoghi comuni legati alla dimensione d’impresa, riflettendo sul rapporto tra piccolo, produttività e capacità di innovazione, e riaffermando la necessità di nuovi lessici per leggere la complessità contemporanea. Sul fronte istituzionale, l’intervista al senatore Luca De Carlo approfondisce la riforma della legge quadro sull’artigianato, attesa da quarant’anni, mettendo al centro il bisogno di una normativa aggiornata che accompagni imprese evolute, tecnologiche e aperte ai mercati globali, rafforzando al tempo stesso il legame tra politica e rappresentanza territoriale.

Il contributo di Francesco Giacomin, già Segretario generale di Confartigianato Vicenza, riporta il dibattito alle fondamenta relazionali della contrattazione, insistendo su relazione, prossimità e rappresentatività come elementi che precedono e seguono il contratto, rendendolo vivo e concreto nella quotidianità di imprese e lavoratori.

A completare il quadro interviene Gianpiero Dalla Zuanna, demografo e accademico dei Lincei, che affronta il tema dell’inverno demografico e delle sue ricadute sul lavoro, indicando nella valorizzazione del capitale umano, nelle politiche di conciliazione e in una gestione ordinata dei flussi migratori alcune delle sfide decisive dei prossimi decenni.

Il nuovo numero di Spirito Artigiano si presenta così come una sintesi alta e plurale, capace di intrecciare diritto del lavoro, scienza politica, demografia, economia e visione istituzionale, riaffermando la rappresentanza come leva strategica per uno sviluppo sostenibile, inclusivo e radicato nei territori. Una chiusura d’anno che guarda al 2026 con consapevolezza e responsabilità, nel segno di uno Spirito Artigiano che continua a orientarsi anche nelle fasi più complesse.

tra materia e immaginazione, tra gesto antico e innovazione, che si colloca il senso più profondo del cinema: un laboratorio globale in cui gli artigiani trasformano la realtà per permettere agli spettatori di sognare.


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