Le Confederazioni artigiane su decreto ex Ilva: “Bene misure urgenti, ma serve tutela dell’indotto”
Confartigianato, CNA e Casartigiani, intervenute oggi in audizione presso la 9ª Commissione Industria del Senato, valutano positivamente l’impianto del decreto-legge 180/2025 sulla continuità operativa degli stabilimenti ex Ilva, riconoscendo tre elementi positivi che giudicano “indispensabili”: lo sblocco delle risorse non utilizzate nel 2025, la rimozione degli ostacoli burocratici che finora impedivano alle imprese in amministrazione straordinaria di accedere agli aiuti energetici e il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per il biennio 2025-2026. “Misure necessarie — hanno sottolineato — ma che da sole non bastano a rimettere in moto il cuore produttivo di Taranto”.
Le organizzazioni artigiane hanno richiamato le priorità che il Governo e il Parlamento devono affrontare nell’immediato. È necessario riportare la produzione almeno a una soglia “accettabile”, senza la quale l’intera filiera continua a scivolare verso la paralisi. Va chiarita al più presto la strategia di lungo periodo per Taranto, indicando con trasparenza a che punto è il piano di decarbonizzazione e quali sono i tempi previsti per la cessione degli impianti. Occorre inoltre intervenire sul sistema dei trasporti per eliminare distorsioni concorrenziali che negli anni hanno penalizzato le imprese più radicate sul territorio. E, soprattutto, è indispensabile introdurre strumenti di controllo efficaci per garantire che i fondi pubblici vengano utilizzati correttamente, rafforzando produzione e occupazione e non disperdendosi lungo il percorso.
Per questo, Confartigianato, CNA e Casartigiani hanno avanzato una serie di proposte che ritengono “non più procrastinabili”. La prima riguarda la creazione di uno strumento — un fondo o una garanzia pubblica — che consenta finalmente di recuperare i crediti pregressi delle imprese dell’autotrasporto, colpite in modo diretto dalle vicende della fabbrica. È stata poi richiesta una misura straordinaria che permetta la sospensione o la rimodulazione dei debiti fiscali e contributivi maturati nei mesi di fermo produttivo, così da evitare il tracollo di aziende sane ma strozzate da arretrati e sanzioni. Le Confederazioni chiedono inoltre che il sistema di assegnazione del lavoro venga ripensato in modo da tenere conto della continuità territoriale, restituendo spazio alle imprese storiche del territorio che oggi rischiano di scomparire. Infine propongono la definizione di un accordo quadro dedicato al trasporto per le acciaierie di Taranto, condiviso con la futura proprietà e basato su condizioni economiche sostenibili e su criteri trasparenti, in linea con i parametri previsti dal MIT.
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