L'ARTIGIANATO che ci piace
Benvenuti! Questo è il progetto Social di Confartigianato nato e pensato con il professor Vincenzo Schettini per promuovere l’artigianato tra i giovani, stimolandoli a sviluppare il sapere pratico, quello che il prof spesso traduce con la sua ormai conosciuta espressione “fate cose“.
Durante una serie di incontri live assieme al prof ci sarà anche Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta esperto in benessere digitale e divulgatore scientifico. A condurre i loro interventi, Micaela Palmieri, giornalista Rai.
Nelle varie tappe italiane, il prof raccoglierà le testimonianze di giovani già inseriti nel mondo dell’artigianato, di artigiani che cercano giovani per sviluppare nuovi progetti presenti e futuri e di artigiani che promuovono idee completamente innovative. Trovate questi racconti qui, divisi appunto in queste tre grandi categorie: Il giovane artigiano, AAA Artigiano cercasi e L’artigiano che ci piace.
L’obiettivo? Assieme a tutti voi è quello di stimolare i giovani a scoprire in maniera divertente e concreta il nostro mondo, dato che proprio loro saranno i lavoratori del futuro, coloro che si prenderanno cura della nostra nazione e dei nostri prodotti.
L’artigiano che ci piace
Sergio CAGLIONI | SIE MILANO 2000
Instagram: @SIEMilano2000
Sono figlio di un elettricista dell’Enel. Inevitabilmente, fin da bambino, sono cresciuto tra cacciaviti e cavi elettrici. Una passione che non mi ha mai più abbandonato. È iniziato come il gioco di un bambino sulle orme del padre e si è trasformato nella SIE Milano 2000, la mia impresa artigiana di impianti elettrici, che ho fondato a 24 anni, dopo aver completato un percorso passato per le superiori all’istituto tecnico e i tre anni di apprendistato in azienda previsti dalla legge.
Mi chiamo Sergio Caglioni ma forse, sui social, mi conoscete con il motto… Come si dice?!? Pettine! Un vecchio slogan della cultura paninara anni ‘80 con cui scherziamo sul lavoro e che oggi uso nei video che pubblico sui social per raccontare il mestiere dell’elettricista e far appassionare i più giovani.
Sarà per il mio carattere e perché come primo maestro ho avuto mio padre ma, ancora oggi, continuo a lavorare con entusiasmo, passione e con la voglia di insegnare ai più giovani. Mi piace lavorare con chi vuole imparare i segreti del mestiere. Nella mia azienda c’è sempre stato posto per i giovani e sempre ci sarà.
La tecnologia digitale ha completamente rivoluzionato il nostro mondo, sotto tutti i punti di vista. In più, per fortuna, oggi c’è molta più attenzione sulla sicurezza sul lavoro. Da quando ho iniziato ad oggi è cambiato tutto, ma anche questo è il bello di un mestiere artigiano. Non si smette mai di imparare, di aggiornarsi, di cercare e trovare ogni giorno soluzioni diverse.
I social, ad esempio, sono uno degli strumenti che oggi gli imprenditori hanno a disposizione per mostrare la propria attività, la bellezza dei propri prodotti e la maestrìa delle tecniche di lavorazione. Ho iniziato quasi per scherzo, perché volevo far appassionare i più giovani a questo mestiere, mostrare fatica e sacrifici ma anche tutto ciò che di bello e soddisfacente può offrirti l’artigianato. E credetemi che non è poco.
La visibilità sui social ha portato molto più lavoro ma, soprattutto, una fiducia estrema da parte dei clienti nei nostri confronti. Al punto che, spesso, mi capita di sentirmi dire dai clienti: “Non ho bisogno del preventivo. Ti conosco e so come lavori, vorrei che fossi tu a fare il lavoro, a prescindere dal prezzo”. In questo senso, i social sono il miglior biglietto da visita possibile per chi fa impresa e ne sfrutta le potenzialità.
Fiducia e stima del cliente sono fondamentali in questo mestiere, servono precisione e puntualità, onestà e trasparenza quando si entra e si lavora in casa delle persone. Ad esempio, capita di intervenire in casa di qualche sciura milanese per problemi davvero semplici, come la sintonizzazione dei canali o il cavo dell’antenna che lavora male. Interventi di pochi minuti, che non richiedono materiali e per cui non ho mai chiesto di essere pagato. Un gesto che riempie il loro cuore ma anche, ve lo assicuro, il mio. Per me, un sincero grazie, un caffè o una fetta di crostata sono il miglior compenso per quel tipo di interventi.




#LArtigianatoCheCiPiace

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L’artigiano che ci piace
Francesco Massarelli | MASSARELLI CALZATURE SU MISURA
Instagram: @calzature.francesco.massarelli
Nel 1982, avevo dieci anni, ho accompagnato mio padre, titolare di un negozio di calzature, dal maestro artigiano con cui collaborava per le riparazioni, la Calzoleria Neno di Terni. In quel momento è scoccato il colpo di fulmine per un mestiere che ancora oggi mi appassiona e che coinvolge tutta la nostra famiglia.
Mi chiamo Francesco Massarelli e sono il titolare della Massarelli calzature su misura di Terni. Negli anni abbiamo ampliato l’attività di nostro padre, che mi ha aiutato ad aprire il mio primo punto vendita ad appena diciotto anni. Oggi abbiamo due punti vendita fisici, oltre a uno store e un outlet online. Realizziamo scarpe su misura, accessori come cinture, borse e portasigari solo ed esclusivamente in vero cuoio. Oltre alle nostre collezioni, uniche e rigorosamente fatte su misura, vendiamo anche alcuni marchi di calzature per donna, uomo e bambini.
Ho iniziato a lavorare quando ero molto giovane, osservando e imparando ogni gesto dal mio maestro. Studiavo e tre giorni a settimana lavoravo in bottega tra cuoio e pelle. È un mestiere meraviglioso, le scarpe su misura non sono semplici calzature ma vere e proprie opere d’arte, uniche, irripetibili. Noi usiamo solo e soltanto vero cuoio, di alta qualità, per realizzare scarpe praticamente eterne, estremamente comode e disegnate proprio sul piede del cliente.
Uno dei nostri segreti, oltre alla qualità delle tecniche e delle materie prime utilizzate, è riuscire ad unire la tradizione delle lavorazioni con l’innovazione nello stile e nel design dei nostri prodotti, senza perdere di vista la tecnologia. Ad esempio, con mio figlio abbiamo realizzato un paio di scarpe con un gps integrato, una tecnologia utile, potente e ormai di dimensioni estremamente ridotte.
Fare impresa in Italia è dura, ci sono molti ostacoli da superare ma la soddisfazione e la gratitudine dei clienti quando indossano le nostre scarpe ti ripaga di qualsiasi sacrificio.




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L’artigiano che ci piace
Alessio Giordanengo | IRON MAKE
Instagram: @ironmake
L’unico limite è la nostra fantasia. Il resto è impegno, studio, una forte motivazione per continuare a seguire l’ispirazione e concretizzare i propri sogni. Mi chiamo Alessio Giordanengo, ho 30 anni e nel 2020 ho trasformato passione, competenze e conoscenze nella lavorazione del legno e del ferro per l’industrial design in una delle più dinamiche e innovative realtà italiane dell’arredamento di lusso: la Iron Make di Peveragno, Cuneo.
Realizziamo ogni tipo di complemento d’arredo utilizzando una materia plastica straordinaria come la resina, che ci permettere di fondere e far dialogare elementi con caratteristiche fisiche e meccaniche diverse per realizzare tavoli, mobili, sedie, illuminazione e porte scorrevoli. Soprattutto, legno, ferro e recentemente anche il marmo. Dopo il boom degli ultimi anni, il mercato delle resine si è consolidato, è aumentata la concorrenza delle imprese ma anche l’offerta dei fornitori, che propongono prodotti sempre più efficienti e diversificati.
Un imprenditore artigiano non può più fare a meno del digitale e dell’intelligenza artificiale. Sono competenze fondamentali e strumenti estremamente potenti a nostro supporto, che permettono di risparmiare tempo, denaro ed energia da veicolare nello sviluppo di nuovi progetti per l’impresa stessa.
La presenza sul web, sui social network e sulle piattaforme di marketplace permette di allargare notevolmente il mercato di riferimento, di conquistare clienti che il semplice passaparola non può raggiungere. La mia storia imprenditoriale, e in particolare l’esperienza con la resina, è molto particolare. Inizia con la pubblicazione sulla mia pagina Facebook di un video del primo tavolo in resina che ho realizzato, per la mia nuova casa. In pochi giorni, il video viene visto da mezzo milione di persone e mi arrivano 90 richieste di preventivo. Di queste, 20 sono diventate le prime commesse della mia nuova azienda.
Oggi, il 95% del fatturato viene dal mercato digitale dove, in pochi click grazie al nostro configuratore online, ogni cliente può progettare e personalizzare all’istante ogni dettaglio del proprio complemento d’arredo, avere un preventivo immediato e, eventualmente, procedere con la definizione dell’ordine. Tutto in pochi minuti e direttamente da casa propria.




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AAA Artigiano cercasi
Isaac Musso | BIRRIFICIO AGRICOLO BALADIN
Instagram: @birrabaladin
Lavorare nel mondo della birra artigianale significa far parte di un movimento culturale, prima ancora che di un settore produttivo dinamico che negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale.
La nostra azienda, il Birrificio agricolo Baladin, nasce 39 anni fa a Piozzo, in provincia di Cuneo, da un’intuizione di mio padre, Teo Musso, che ha saputo trasformare una birreria di paese in un’azienda capace di produrre 25mila ettolitri all’anno, continuando a puntare sempre sulla qualità delle fermentazioni e delle materie prime che utilizziamo per le nostre produzioni.
Io sono Isaac, ho 27 anni e lavoro in azienda da due anni. La soddisfazione maggiore del nostro lavoro è sicuramente quella di vedere apprezzati i nostri prodotti e sapere di essere parte della vita delle persone, che scelgono le nostre birre per festeggiare i momenti più belli.
Il mercato della birra artigianale non è facile, c’è molta competizione e tante aziende che propongono prodotti di qualità. Oggi non basta più creare un’ottima birra, molto si gioca sul marketing, sulla comunicazione, sul riuscire ad essere un’azienda capace di assecondare i gusti e le tendenze del momento, senza sacrificare mai la qualità delle lavorazioni e delle materie prime utilizzate.
Siamo molto legati alla nostra terra, alle tradizioni e alla cultura imprenditoriale delle Langhe. Realizzare una birra artigianale è prima di tutto una passione, questo è il primo insegnamento di mio padre. E sì, la birra Isaac si chiama proprio come me, è un omaggio di mio padre per i suoi figli, che ha poi replicato con la Wayan e la Soraya.




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LA GIOVANE ARTIGIANA
Stefania Marchisio | HALLONDESIGN
Instagram: @hallon_design
Immaginare il proprio percorso professionale e controllare la direzione passo dopo passo, seguire sempre talento e passioni e analizzare continuamente il mercato. Se non ha mercato, non è un lavoro o un mestiere che può farti vivere.
Sono questi i consigli che darei a un giovane che vuole iniziare a lavorare nel mondo dell’artigianato.
Mi chiamo Stefania Marchisio e sono la fondatrice di HallonDesign, un’attività di grafica e progettazione digitale con base in provincia di Cuneo. Ho sempre avuto la passione del disegno fatto a mano, fin da bambina. Mi sono diplomata in ragioneria ma sentivo che non sarebbe stato quello il mio futuro. Ho iniziato quindi a lavorare come illustratrice e grafica digitale in un piccolo studio, dove ho potuto imparare i segreti delle diverse fasi di lavorazione, dalla creazione artistica alla progettazione digitale e alla conoscenza del mondo della stampa. Mi sono allontanata da casa, prima Cuneo, Torino e Milano e poi all’estero, prima di tornare qui nella provincia piemontese. In tutti questi anni non ho mai smesso di studiare, di fare formazione, di approfondire le competenze di ogni singola specializzazione di questo mestiere. Questo è un altro dei consigli che darei a un giovane artigiano insieme a quello di seguire maestri, imprenditori più esperti e associazioni come Confartigianato perché i loro consigli e la loro esperienza sono fondamentali per costruire il proprio futuro.




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IL GIOVANE ARTIGIANO
Simone Porzio | PORZIO ANTONIO
Quando ho finito l’istituto tecnico, l’OMAR di Novara, ero assolutamente pronto e preparato per entrare nel mondo del lavoro. Non so se sono un’eccezione, ma la preparazione scolastica mi ha dato le competenze e le conoscenze per cominciare a lavorare nell’azienda di famiglia, fondata da mio nonno Antonio e ora guidata da mio padre Francesco.
Mi chiamo Simone Porzio, ho 20 anni e faccio l’elettricista a Trecate, in provincia di Novara. La nostra azienda è arrivata alla terza generazione e il mestiere ha vissuto un’evoluzione importante dal punto di vista tecnologico, dell’organizzazione del lavoro e del rapporto con i clienti. A scuola ho imparato tanto, molto. L’esperienza di tutti i giorni al fianco di mio padre, invece, mi stando le conoscenze per completare il mio percorso di crescita professionale. La pratica di tutti i giorni è completamente diversa dalla teoria che si fa nei laboratori di scuola ma è un percorso di conoscenze e competenze che, passo dopo passo, mi sta aiutando a superare le sfide del lavoro quotidiano.
La tecnologia ha completamente stravolto anche questo settore, creando figure sempre più specializzate. Oggi, un elettricista fa fatica ad occuparsi di lavorazioni diverse, considerato il livello tecnologico applicato. In questo contesto, diventa sempre più importante fare formazione professionale, studiare e implementare le proprie competenze.




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L’ARTIGIANO CHE CI PIACE
Mattia Biancotto | CONFARTIGIANATO IMPRESE PIEMONTE ORIENTALE
Instagram: @confartigianatopm
“L’unica cosa che conosciamo del futuro è che sarà diverso dal presente” è una frase che ho imparato in un momento di formazione con Confartigianato e che penso sia perfetta per affrontare i nodi principali nel rapporto tra giovani e lavoro artigiano e per comprendere le aspettative e i bisogni delle nuove generazioni.
Noi dobbiamo valorizzare queste diversità di cultura, competenze e capacità, mettere i giovani nelle condizioni di lavorare e di valorizzare loro stessi. Questa è per me l’unica strada per poter crescere insieme nel futuro, perché non esiste una generazione che possa fare a meno di quella precedente o di quella futura.
Sono il responsabile dell’Ufficio Marketing di Confartigianato Imprese Piemonte orientale da qualche anno ormai e quello che suggerisco sempre ai giovani è di essere curiosi, di non aver paura di imparare, di mettersi in gioco. Cose che, in realtà, le nuove generazioni già fanno, anche se in modo diverso dai riferimenti della generazione precedente. Quello che dico all’imprenditore invece è di valorizzare e lasciar esprimere questa curiosità.
Davanti a loro c’è un’opportunità enorme per una piccola impresa italiana: un giovane da formare completamente da zero.




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AAA ARTIGIANO CERCASI
Gloria Ferrari | LA NUOVA RETTIFICA SRL
Instagram: @lanuovarettifica
Mi chiamo Gloria Ferrari e sono la titolare de La Nuova Rettifica srl di Novara, insieme a mio fratello Matteo e alla mitica fondatrice dell’azienda: nostra mamma, Donatella Mattachini. L’azienda nasce 45 anni fa come rettifica e revisione motori. Nel tempo, poi, ci siamo evoluti anche in manutenzioni molto particolari nel settore navale, ferroviario e agricolo e nella vendita e assistenza dei principali marchi internazionali dei settori in cui lavoriamo.
Il mio percorso personale mi ha portato prima a frequentare la Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Pavia e poi in azienda, una volta che ho fatto mie la passione, il trasporto e l’impegno di mia madre per questo lavoro, in cui non puoi improvvisarti. Il nostro non è un lavoro ma un mestiere, non ti puoi svegliare una mattina e farlo. Serve conoscenza, esperienza, pratica e tanta voglia di imparare da chi ha più esperienza di te.
Il passaggio generazionale nella nostra azienda non è stato neanche avvertito, questo perché siamo una famiglia molto unita e perché mia madre ci ha lasciato spazio, responsabilità e la possibilità di sbagliare. Noi siamo stati bravi a cogliere questa occasione e a tenere lei come nostro faro, ma senza l’intelligenza di mia madre questo non sarebbe stato possibile. Per la mia esperienza personale, quindi, il nostro non è stato neanche un passaggio generazionale ma un semplice passaggio di responsabilità. Se non è il genitore, l’imprenditore o il maestro a volere questo trasferimento di conoscenza ed esperienza, il giovane non ha alcun strumento per poter far sì che questo avvenga.




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IL GIOVANE ARTIGIANO
Matteo Galbusera | Ceramica Gatti
Instagram: @ceramicagatti
La mia storia parte da lontano, molto lontano. Precisamente dal Sud America, “quasi dalla fine del mondo”, come ha detto Papa Francesco presentandosi dal balcone di San Pietro nel giorno della sua elezione a Pontefice.
Mi chiamo Matteo Galbusera, sono figlio di missionari laici dell’Associazione Operazione Mato Grosso e sono nato in Perù ventidue anni. Lì ho frequentato le scuole e ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo del lavoro tra le vigne della zona. Il mio ingresso nel mondo dell’artigianato è avvenuto proprio all’ombra della Cupola di San Pietro, dove ho partecipato al primo corso da muratore, stuccatore e decoratore della Fabbrica di San Pietro, la secolare scuola vaticana dei mestieri ritornata in attività nel 2023.
Al termine del corso, ho avuto la possibilità di entrare in una delle più apprezzate botteghe d’arte d’Italia, la storica Ceramica Gatti. Per un giovane come me, la vera fortuna è avere un Maestro artigiano da cui imparare ogni giorno esperienza e segreti del mestiere. A Faenza ho trovato un ambiente famigliare unico, capace di sostenere e supportare il mio sviluppo professionale.
Il mio sogno è quello di tornare un giorno in Perù e insegnare questo mestiere a chi non ha avuto una possibilità personale. Per adesso, però, ho ancora molto da imparare.




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L’ARTIGIANO CHE CI PIACE
Lucia La Duca | LUCIDUCI
Instagram: @luciduci_organiclabel
La mia sfida è realizzare capi d’abbigliamento intimo che siano morbidi, soffici, delicati al contatto con la pelle. Duci, appunto, come si dice nel dialetto della mia terra, la Sicilia. È questa la mission della LuciDuci: sfruttare le nuove tecnologie per sprigionare tutte le potenzialità delle fibre naturali, a cominciare da canapa e bambù.
Dietro questo, però, c’è la voglia di tornare in Italia dopo una lunga esperienza nel settore automotive in Gran Bretagna, una consolidata tradizione di famiglia nell’artigianato e nell’abbigliamento da lavoro e la ferma volontà di valorizzare i territori italiani, la cultura e le produzioni locali.
Fondata nel 2021, oggi la LuciDuci è una piccola impresa dinamica e innovativa protagonista della moda sostenibile made in Italy, che fa rete con i piccoli produttori per realizzare abbigliamento intimo per uomo, donna e bambini. Prodotti sostenibili e naturali, venduti in Italia come nel resto del mondo grazie alla nostra piattaforma e-commerce e a una qualità delle lavorazioni e delle materie prime che soltanto il miglior artigianato italiano può garantire.




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AAA ARTIGIANO CERCASI
Cristian Cernera | Agriflor
Instagram: @agriflor.imola
A breve non cercheremo più periti agrari ma ingegneri ed esperti di informatica. E vi assicuro che non è una battuta ma un’idea che io e Ivan Garavini stiamo elaborando da tempo. La nostra azienda è attiva nel settore della cura del verde, dell’impiantisca outdoor e della realizzazione di piscine e pergolati e, anche in questo settore, la tecnologia sta cambiando la progettazione e le tecniche di manutenzione.
Per noi, la partecipazione all’Expo 2015 di Milano è stata un’occasione unica di confronto con le realtà internazionali del nostro settore. Un’esperienza che ha completamente cambiato i nostri obiettivi, la nostra visione e, soprattutto, le nostre lavorazioni. Dopo Milano abbiamo iniziato veramente ad esplorare il futuro del settore con le tecnologie disponibili.
Oggi abbiamo venti dipendenti, supportati da alcuni collaboratori stagionali nei periodi di lavoro più intenso, la manutenzione delle aree verdi di sei comuni e uno sguardo, appassionato, sul futuro del settore tra collaborazioni e sperimentazioni delle ultime tecnologie applicate al giardinaggio. Oltre ai lavori tradizionali, negli ci siamo siamo specializzati nella realizzazione e manutenzione delle pareti verdi verticali e nella progettazione di giardini semplici e lineari che siano adattati alla manutenzione ordinaria del prato. Sperimentiamo e testiamo le ultime tecnologie proprio per diventare giardinieri 5.0 ed essere anche più attraenti per i giovani.
Il supporto che la scuola offre al mondo dell’impresa è ancora troppo teorico e distante dalla quotidianità del lavoro artigiano. Oggi, è l’imprenditore che deve avvicinarsi alle aule, andare a parlare ai giovani e provare a colmare quel gap di competenze che la teoria insegnata tra i banchi di scuola non riesce totalmente a soddisfare.




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AAA ARTIGIANO CERCASI
Cristian Cernera | Agriflor
Instagram: @agriflor.imola
A breve non cercheremo più periti agrari ma ingegneri ed esperti di informatica. E vi assicuro che non è una battuta ma un’idea che io e Ivan Garavini stiamo elaborando da tempo. La nostra azienda è attiva nel settore della cura del verde, dell’impiantisca outdoor e della realizzazione di piscine e pergolati e, anche in questo settore, la tecnologia sta cambiando la progettazione e le tecniche di manutenzione.
Per noi, la partecipazione all’Expo 2015 di Milano è stata un’occasione unica di confronto con le realtà internazionali del nostro settore. Un’esperienza che ha completamente cambiato i nostri obiettivi, la nostra visione e, soprattutto, le nostre lavorazioni. Dopo Milano abbiamo iniziato veramente ad esplorare il futuro del settore con le tecnologie disponibili.
Oggi abbiamo venti dipendenti, supportati da alcuni collaboratori stagionali nei periodi di lavoro più intenso, la manutenzione delle aree verdi di sei comuni e uno sguardo, appassionato, sul futuro del settore tra collaborazioni e sperimentazioni delle ultime tecnologie applicate al giardinaggio. Oltre ai lavori tradizionali, negli ci siamo siamo specializzati nella realizzazione e manutenzione delle pareti verdi verticali e nella progettazione di giardini semplici e lineari che siano adattati alla manutenzione ordinaria del prato. Sperimentiamo e testiamo le ultime tecnologie proprio per diventare giardinieri 5.0 ed essere anche più attraenti per i giovani.
Il supporto che la scuola offre al mondo dell’impresa è ancora troppo teorico e distante dalla quotidianità del lavoro artigiano. Oggi, è l’imprenditore che deve avvicinarsi alle aule, andare a parlare ai giovani e provare a colmare quel gap di competenze che la teoria insegnata tra i banchi di scuola non riesce totalmente a soddisfare.
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