MEDIA - Il Vice Presidente Massimino a Mattino5 e su QN: “Meno tasse e fisco più semplice per agganciare la ripresa”

“Abbiamo troppe tasse, troppo complicate e troppo pesanti. Così, per noi imprenditori, è difficile agganciare la ripresa”. E’ il messaggio lanciato da Domenico Massimino, Vice Presidente di Confartigianato, con delega alle politiche fiscali, in un’intervista del 16 novembre sui quotidiani Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino (testate del gruppo QN) e oggi durante il suo intervento al programma di Canale 5 ‘Mattino 5’.

Il Vice Presidente Massimino ha denunciato le complicazioni del fisco italiano. “Il problema – sottolinea - non è soltanto quanto, ma anche come si paga. Così noi imprenditori dobbiamo sprecare 238 ore l’anno per districarci tra adempimenti complicati e troppe scadenze fiscali.  Difficile per i nostri imprenditori essere competitivi in queste condizioni!”

La soluzione: pagare meno tasse e in modo più semplice. “Servirebbe – sostiene il Vice Presidente di Confartigianato - una revisione complessiva del sistema fiscale per ridurre il carico tributario su imprese e cittadini, il numero di adempimenti e le complicazioni per pagarle. Un esempio: l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi dovrebbe portare all’abrogazione di adempimenti onerosi divenuti ridondanti, come il regime dello split payment e quello del reverse charge.  Più in generale, penso a una riforma dell’Irpef che oltre ad assicurare pari trattamento a tutti i redditi da lavoro indipendentemente dalla loro categoria reddituale e neutralità del prelievo rispetto alla forma giuridica dell’impresa persegua due obiettivi: riduzione generalizzata del prelievo e reale semplificazione del sistema di tassazione personale per rendere più trasparente ed immediatamente riconoscibile il carico tributario che grava su ogni contribuente".

 

Leggi l'intervista del Vice Presidente Massimino su Il Giorno, La Nazione, il Resto del Carlino
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TRASPORTO PERSONE - Stato di agitazione della categoria. Va stralciato art.8 Ddl Concorrenza e subito confronto con Istituzioni

Stralcio dell’articolo 8 del Ddl Concorrenza e apertura immediata di un tavolo di confronto con il Governo e il Parlamento per riavviare il percorso di riforme del trasporto pubblico locale non di linea. Lo chiedono Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone che hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria ma non aderiscono al fermo nazionale indetto per il 24 novembre.

In un articolato documento congiunto spiegano i motivi della grande preoccupazione per quanto contenuto nel Ddl Concorrenza in tema di trasporto pubblico locale non di linea e ribadiscono la richiesta di un’interlocuzione con le istituzioni per tutelare il lavoro e la dignità degli imprenditori del settore.

Pubblichiamo di seguito il testo del documento di Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone.

Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone valutano il testo dell’art. 8 del DDL Concorrenza un duplicato della delega già in essere per la riforma del trasporto pubblico locale non di linea ed esprimono grande preoccupazione per assetti di mercato che potrebbero compromettere le prospettive di accesso al mercato degli operatori e alcuni dei principi cardine del nostro ordinamento anche in contrasto con la Costituzione, che riconosce e tutela il valore dell’artigianato e della cooperazione.

Una disinvolta apertura alle piattaforme che si basano sull’intermediazione del lavoro mina proprio le caratteristiche tipiche dell’esercizio autonomo e mutualisticamente organizzato delle attività di trasporto di persone non di linea, con il rischio di trasformare migliaia di imprese in “lavoratori subordinati”, vincolati ad un regime prossimo al caporalato. Tra l’altro non apportando per l’utente alcun miglioramento del servizio come già sperimentato in altre nazioni nelle quali si sta tornando all’assetto precedente. Deve essere marcata la differenza tra intermediazione e interconnessione, per evitare che si verifichi un vero e proprio attacco al lavoro che privilegi pericolosamente strumenti che lo intermediano anziché produrlo. Occorre tutelare il lavoro, non l’intermediazione del lavoro.

Ribadiamo che la libertà d’impresa non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, non può recare danno alla sicurezza, alla liberta e alla dignità umana, come previsto dall’art. 41 della Costituzione, nell’ottica dell’interesse collettivo che nel nostro settore deve essere sempre garantita, in quanto servizio pubblico, e il provvedimento non può prescindere dalla difesa dell’artigianato e della cooperazione – settori tutelati dall’art. 45 della Costituzione.

Dobbiamo continuare a sostenere quanto contenuto nell’art. 117 della Costituzione sulle competenze specifiche delle Regioni in materia di Trasporto Pubblico Locale. Superare l’autonomia regionale contraddice e fa venir meno i principi della programmazione territoriale, della regolazione e del livello dei servizi, della garanzia di servizio pubblico che le Regioni in questi anni hanno assicurato.

Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone considerano che, in questo momento, l’adesione al fermo nazionale è una prematura forzatura che in questa fase - in considerazione del prevedibile iter parlamentare del provvedimento - rischia di compromettere la strada di una responsabile interlocuzione con le Istituzioni.

La collettività o le Istituzioni (Governo, Parlamento, Conferenza Unificata, Regioni, Comuni) devono essere portate a condividere, che la regolazione del nostro servizio – prevista nella normativa europea – va nell’interesse dei cittadini e dell’utenza. A questi noi ci rivolgiamo, perché comprendano che non si tratta di una battaglia di parte; scardinare un servizio pubblico come il nostro sottrae valore, competenze e risorse alla collettività perché si propone di scavalcare questi fattori senza rispettare precisi principi costituzionali solo in nome del profitto, del libero mercato e di squilibrata concorrenza.

Le categorie del trasporto persone, durante la pandemia, e per contrastarne gli effetti:

hanno svolto un essenziale ruolo di servizio pubblico riconosciuto dalle istituzioni locali e dai cittadini;
hanno prodotto ore di servizio senza corrispettivo, ha svolto la propria attività in condizioni difficili con dignità e spirito collaborativo;
hanno visto la loro operatività ridotta a causa degli indici di carico, associata ad una mobilità fortemente ridotta;

Per tutto ciò ci attendevamo attenzione; non farlo o peggio essere inseriti nel DDL concorrenza non è una risposta degna dello spirito di sacrificio e del senso di responsabilità sociale dimostrati dagli operatori.

Per questi motivi e nell’interesse generale della collettività e delle imprese, Confartigianato Imprese e Casartigiani Trasporto Persone:

proclamano lo stato di agitazione degli associati;
chiedono lo stralcio dell’art. 8 del DDL Concorrenza e l’apertura immediata di un tavolo di confronto con Parlamento e Governo per riattivare quel processo di riforme previsto con l’approvazione della legge 12/2019, mai portato a termine;
non prenderanno parte alla manifestazione nazionale del 24 p.v. per le motivazioni in premessa;
attendono che la richiesta di incontro al Governo, formulata per le vie brevi, sia accolta per rispetto del contributo che le categorie hanno dato durante la pandemia come segno di comprensione delle difficoltà ancora oggi sostenute;
si riservano – in futuro e in ragione del prosieguo della vertenza – di mettere in campo eventuali ulteriori iniziative di rivendicazione e lasciano liberi gli associati sul territorio, in merito al comportamento da tenere, il 24 p.v.;
organizzano, per il giorno 24 alle ore 11.00, in videoconferenza, le proprie assemblee nazionale degli iscritti, invitando rappresentanti delle Istituzioni e alle quali parteciperanno i rispettivi gruppi dirigenti nazionali di categoria.


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