Per gli autotrasportatori arriva la doppia patente
Arriva la Carta di qualificazione del conducente (CQC), che sostituisce nel porta documenti degli autotrasportatori il Certificato di abilitazione professionale. Dal 5 aprile è in vigore la norma, contenuta nel decreto legislativo 286/2005, che introduce l’obbligo del nuovo documento per tutti i professionisti dell’autotrasporto muniti di patente C, C+E, D e D+E a partire dal 10 settembre 2008. Per gli operatori del trasporto persone, invece, il CQC scatterà solo tra un anno, a partire dal 10 settembre 2009. Per taxisti o conducenti di vetture a noleggio, al contrario, non cambia niente. Per loro continuerà ad essere richiesto il Cap di tipo Kb. La carta, che sostituirà gradualmente i certificati kc e kd, avrà una validità di cinque anni e sarà rilasciata ai nuovi autisti, dopo il superamento di un esame. Questo, nel tempo. All’inizio, infatti, il documento sostituirà automaticamente il CAP, senza costringere gli autotrasportatori a sedersi nuovamente dietro ai banchi di scuola. La richiesta del rilascio d’ufficio, varrà anche per i certificati di abilitazione conseguiti dopo il 5/04/2007. Termine ultimo per la presentazione delle domande di “conversione”: 4 aprile 2010. Le domande andranno presentate all’Ufficio della Motorizzazione Civile che le evaderà secondo l’ordine di presentazione. La sostituzione del Cap “per documentazione”, è una novità introdotta da un apposito decreto datato 20/03/2008, che modifica l’articolo 2, comma 1, del decreto interministeriale 7 febbraio 2007, che subordinava il rilascio del CQC al superamento di un esame di “valutazione delle conoscenze”. La modifica era stata richiesta da Confartigianato Trasporti, che aveva evidenziato come la mancata istituzione di appositi corsi di formazione rendesse di fatto inapplicabile la norma. Cambia il documento, ma le sanzioni previste dal Codice della Strada per gli autisti alla guida senza aver conseguito il Cap, o con il Cap scaduto, si applicano integralmente anche ai nuovi possessori del CQC. Per quanto riguarda l’eventuale perdita di ‘punti patente’, per le infrazioni che prevedono tale misura, il Ministero dell’Interno ha fornito le prime indicazioni. “Quando una violazione è commessa alla guida di un veicolo che richiede, oltre alla patente, anche la carta di qualificazione o il Cap tipo kb, la decurtazione di punti si applica su questi documenti”. Con una sola eccezione: quando l’autista ma non è ancora in possesso della CQC. In questo caso i punti vengono tolti dalla patente posseduta. Fino all’entrata in vigore definitiva della riforma, il taglio dei punti dalla CQC potrà avvenire solo se è il conducente a esibire il documento al momento del controllo. Trattandosi di un periodo ‘transitorio’ gli organi di vigilanza non potranno chiedere l’esibizione della patente professionale, visto che il suo possesso non è ancora obbligatorio. Un’ulteriore precisazione riguarda i neo patentati. Quando a commettere un’infrazione che comporta la perdita di punti sulla patente è un neo patentato (in questo caso i punti sottratti raddoppiano), il Ministero degli Interni precisa che “il riferimento è alla data di rilascio della licenza di guida ordinaria e non alla data di rilascio della carta di qualificazione del conducente”.
Mezzogiorno, credito d’imposta agevolato per le nuove assunzioni
Il Ministero dell’Economia ha riconosciuto un credito d’imposta di 333 euro mensili per ogni lavoratore assunto dalle imprese che operano nelle “aree svantaggiate” del Mezzogiorno. Il bonus per l’assunzione delle lavoratrici donne, invece, è pari a 416 euro mensili. Queste le nuove agevolazioni per il Mezzogiorno previste dal decreto ministeriale del 12 marzo 2008, entrato in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 10 aprile scorso. Una nuova disciplina che, stando alle intenzioni di via XX settembre, dovrebbe agevolare l’occupazione nel Sud Italia, ed in particolare in Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Potranno beneficiare del credito d’imposta agevolato tutti i datori di lavoro che, nel 2008, incrementeranno il numero dei propri lavoratori dipendenti rispetto alla media dei lavoratori del 2007. Per beneficiare del credito d’imposta, che spetta, fanno sapere dal Ministero, anche per i soci lavoratori di cooperative, è necessario che le imprese assumano con contratto a tempo indeterminato per almeno tre anni, due nel caso delle piccole e medie imprese, e che vengano rispettati i termini dei contratti collettivi di lavoro. Requisito fondamentale per beneficiare delle agevolazioni è anche il rispetto di tutte le normative sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. Per ottenere il bonus, richiesta che le imprese potranno avanzare dal primo giorno del mese successivo all’assunzione, si dovrà presentare richiesta per via telematica all’Agenzia delle Entrate con un modulo che però non è stato ancora approvato.
Varata la Comunità delle PMI del Mediterraneo
Oggi più che mai l’Italia rappresenta il trampolino di lancio del Mar Mediterraneo. Per la propria posizione geografica e perché, proprio oggi, Confartigianato Imprese ha tenuto a battesimo la “Comunità delle PMI del Mediterraneo”, il mercato euro-mediterraneo delle piccole e medie imprese. Un progetto ambizioso che la Confederazione ha cominciato a disegnare due anni fa a Bari e che ha intercettato le indicazioni dell’Unione europea con due anni di anticipo. La volontà di Bruxelles, infatti, è quella di creare un unico, grande mercato di libero scambio tra i Paesi bagnati dal Mediterraneo entro il 2010. Confartigianato l’ha fatto nel 2008. Alla presenza del Presidente Giorgio Guerrini e del Vicepresidente con delega al Mezzogiorno, Francesco Sgherza, i sei fondatori hanno firmato l’atto costitutivo della Comunità euro-mediterranea. Oltre a quelli italiani, erano presenti i rappresentanti delle piccole e medie imprese di Francia, Romania, Turchia, Tunisia e Libia, assente oggi ma parte integrante del progetto. Durante l’incontro costitutivo della Comunità è stato nominato anche il Consiglio direttivo in carica per i prime tre anni. Antonio Laforgia, presidente dell’Upsa Confartigianato Bari e vicepresidente della Camera di Commercio del capoluogo pugliese, è stato indicato presidente della Comunità delle PMI del Mediterraneo, mentre i due vicepresidenti saranno il francese Andrè Bendano ed il turco Bendevi Palandeken. La sede legale della Comunità coinciderà con quella nazionale di Confartigianato Imprese, mentre si ipotizza di insediare a Bari la sede operativa italiana. “Questa iniziativa nasce da una nostra presa di posizione per intensificare la cooperazione e l’integrazione tra le piccole imprese dell’area del Mediterraneo. Un’esigenza che nasce dalla debolezza nel riuscire a fare sistema in questa zona, soprattutto in contrapposizione con la forza delle filiere produttive dell’Estremo Oriente”. Queste le prime parole del neo presidente Laforgia, che ha poi aggiunto: “Questa esigenza è rafforzata dalla difficoltà di realizzare quell’area di libero scambio voluta dall’Unione europea entro il 2010. La Comunità euro-mediterranea delle piccole imprese sarà, in questo senso, un interlocutore autorevole e rappresentativo nei rapporti con le Istituzioni comunitarie”. Il primo passo della Comunità andrà verso “l’analisi della realtà delle imprese coinvolte - ha continuato Laforgia - creando apposite iniziative per sviluppare ed agevolare l’accesso al microcredito da parte di queste realtà produttive”. Una volontà confermata anche dagli altri rappresentanti nazionali, a cominciare da Andrè Bendano, per il quale “la piccola e media impresa è in grado di risolvere i problemi dell’occupazione in maniera molto più efficace rispetto alle grandi multinazionali”. La Comunità euro-mediterranea, anche grazie alla collaborazione di Paesi come l’Italia e la Francia, dove la tradizione delle piccole e medie imprese artigiane è particolarmente sviluppata, “continuerà a sostenere e l’integrazione tra tutte le diverse realtà economiche che operano sulle sponde del Mediterraneo, incrementando le realtà meno siluppate”. Questo l’auspicio del vicepresidente turco Bendevi Palandöken, che con il suo intervento ha chiuso l’assemblea costitutiva della “Comunità delle PMI del Mediterraneo”. Per le imprese italiane, che soltanto nel 2006 hanno esportato prodotti nell’area del Mediterraneo per circa 20 miliardi di euro, l’opportunità di sviluppare una rete consolidata di rapporti con le piccole imprese dell’area euro-mediterranea è fondamentale “per imporsi nella competizione globale. Nel Mediterraneo sono soprattutto le Pmi ad aver bisogno di un supporto all’internazionalizzazione e di una protezione dai suoi contraccolpi negativi - ha commentato Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato - Se le Pmi dell’area si integreranno sempre più, sapranno cogliere meglio le occasioni offerte dalla riacquisita centralità del Mediterraneo”.
Autotrasporto ConfartigianatoTrasporti sospende il fermo delle bisarche
Confartigianato Trasporti ha deciso la sospensione del fermo dei servizi delle imprese di autotrasporto a mezzo ‘bisarche’ proclamato dal 21 al 24 aprile 2008.Leggere di più
Vero cuoio, il marchio che ti “concia” per le feste
Utilizzare i marchi “vero cuoio” e “vera pelle”, con disegno stilizzato connesso, può non essere più tanto conveniente. Almeno da quando l’UNIC, l’Unione Nazionale Industria Conciaria, depositaria dei due marchi, ne ha rivendicato la proprietà, andando a battere cassa a chi utilizza i due marchi senza autorizzazione. L’allarme è scattato quando l’UNCI si è recata da una delle più grandi compagnie di distribuzione e produzione di calzature a chiedere le royalties per l’utilizzo dei marchi. Richiesta legittima che, una volta pagato il conto, la multinazionale ha girato alle imprese fornitrici della pelle e del cuoio, quelle che, grazie ad un tacito accordo e ad una pratica ormai consolidata, da sempre utilizzavano gratuitamente le due diciture. Marchi che certificano non soltanto l’utilizzo di materiale originale, ma anche il valore aggiunto della lavorazione italiana, un vero e proprio marchio di qualità “Made in Italy”. Ma ora l’UNCI ne rivendica la paternità, minacciando il sequestro di tutte le calzature ed i prodotti che, senza autorizzazione, vengono utilizzati su calzature e pellame vario. “Per non incorrere, almeno per le prossime produzioni, nel pagamento di quanto richiesto - avverte Giuseppe Mazzarella, presidente dei calzaturieri di Confartigianato - è necessario che i produttori utilizzino diciture come “pelle e cuoio naturali” evitando in assoluto l’utilizzo del disegno stilizzato sino ad oggi sinonimo di pelle e cuoio”.