Confartigianato Motori

Il Premio Confartigianato Motori compie 25 anni. A Lewis Hamilton il riconoscimento 2007


A Lewis Hamilton il 25° “Premio Confartigianato Motori”

In una Formula 1 sempre più tecnologica, emblema della massima evoluzione scientifica, non sempre si sottolinea il lato umano che resta alla base della massima kermesse automobilistica mondiale. Piloti, meccanici e artigiani dei più piccoli componenti motoristici stanno passando in secondo piano, nonostante siano ancora loro il vero carburante delle potenti automobili da corsa. A scongiurare questo pericolo, rivendicando così l’importanza dell’apporto umano dato alla supertecnologia, ci pensa il Premio Confartigianato Motori, che ormai da un quarto di secolo premia, alla vigilia del Gran Premio di Monza, la più eccellente squadra di meccanici ed il pilota che, d’intesa con i primi, riesce a mettere a punto la migliore automobile di Formula 1. Un mondo, quello di Confartigianato Motori, che raccoglie 90.000 imprese e circa 208.000 addetti, da sempre rappresentanti della migliore unione tra ricerca, sperimentazione e capacità artigiane. Sul territorio Confederale sono stati premiati la Casati Auto di Lesmo, come officina certificata New Power, e la Commissione Tecnica che ha realizzato il tempario dell’Associazione Nazionale Carrozzieri. Invece, alla presenza del Presidente Giorgio Guerrini e del Segretario Generale Cesare Fumagalli, il Premio Confartigianato Motori, voluto dall’APA Confartigianato di Milano, è andato al pilota che meglio sta rendendo fin da inizio stagione: l’inglese Lewis Hamilton, ventiduenne pilota della scuderia McLaren Mercedes, debuttante in Formula 1 ed attualmente in vetta alla classifica generale. Il Premio è stato consegnato al termine della prima giornata di prove, quella del venerdì. Gli altri premi sono andati invece all’Ing. Willy Rampf della BMW Sauber, al miglior pilota debuttante, il polacco Robert Kubica, sempre della Sauber, e alla Squadra Meccanici della Ferrari, l’orgoglio tricolore del “gran circo” della Formula 1. L’Italia, da sempre patria dei migliori artigiani dei motori, oggi più che mai si sta confermando tale, se si considera che tecnologia e capacità artigiane vengono perfettamente miscelate, oltre che a Maranello, anche a Borgo Panigale, officina della motociclistica Ducati, scuderia che sta raccogliendo importanti successi sulle due ruote sia nella MotoGP che nella SuperBike. Venticinque anni fa veniva assegnato il primo Premio Confartigianato Motori, una gratificazione che ha celebrato i migliori talenti delle quattro ruote: da Piquet a Prost, da Lauda ad Alesi, passando per gli italiani Alboreto, Fisichella, Patrese e Nannini, e finendo con il migliore di tutti i tempi, almeno stando al numero di titoli conquistati, Michael Schumacher. Meccanici e piloti dunque come punto di riferimento del Premio Confartigianato Motori. E se i primi sono esaltati dalle parole del giornalista Paolo Ciccarone, “iniziative come quelle di Confartigianato sottolineano il profondo legame del mondo dei motori con la passione e l’entusiasmo di uomini che lavorano per raggiungere traguardi sempre più prestigiosi”, è il Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, a valorizzare il lavoro dei piloti. “Il Premio Confartigianato Motori consente di entrare in un mondo quasi incessabile come quello della Formula 1 e di riscoprire la dimensione umana dei grandi piloti”. Umanità che quest’anno si è materializzata sul volto del giovane Lewis Hamilton.


Ogm? tre milioni di firme per dire no

Tre milioni di firme entro il 15 novembre per allontanare dalle tavole degli italiani lo spettro dei cibi-frankestein. Questo l’ambizioso obiettivo della “Coalizione ItaliaEuropa – liberi da Ogm”, che ha riunito a Roma le ventotto maggiori associazioni dell’agricoltura, artigianato, distribuzione, consumatori, piccola e media impresa, ambientalismo, scienza, cultura e cooperazione internazionale, per restituire ai cittadini la libertà di decidere sulla qualità del cibo che mettono nel piatto. “E’ indispensabile che i cittadini possano operare una scelta consapevole, in piena trasparenza e sicurezza, degli alimenti che acquistano. Un consumatore più informato e responsabile è l’arma migliore per contrastare i fenomeni della concorrenza sleale, delle contraffazioni, delle importazioni illegali di prodotti a costi irrisori e a scarso valore aggiunto”. Mauro Cornioli, Presidente dei Produttori di Erboristeria di Confartigianato Alimentazione, interviene nella vicenda e si mette di traverso bocciando un fenomeno che tende a snaturalizzare la filiera agroalimentare del paese, spostando nei laboratori la ricerca della qualità che da sempre si sperimenta e si trova nei campi. Secondo lui – ma il fronte è ampio, soprattutto al teatro Capranica di Roma che ha ospitato la discesa in campo della coalizione anti OGM – l’Italia non avrebbe nulla da guadagnare se profumi, aromi, ingredienti, e prodotti, al posto che essere ottenuti per via naturale, fossero realizzati in provetta da camici bianchi. “La difesa delle tradizioni dell’artigianato e delle piccole imprese è fondamentale per consentire alle nostre aziende e al made in Italy alimentare di mantenere posizioni competitive sui mercati nazionale e mondiale, preservando la qualità e la specificità di un cibo ‘non globalizzato’ ”. Per l’artigianato agroalimentare una partita grossa, di quelle che non si possono perdere: 80.000 imprese con 240.000 addetti che realizzano quasi il 90% delle specialità della cucina italiana e che utilizzano materie prime sicure e prive di organismi transgenetici. Una partita che per l’intero comparto vale il 15% del prodotto interno lordo: una ricchezza che non può essere messa a rischio. “Vuoi che l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da OGM?”. Questo l’interrogativo riportato sulla scheda della consultazione ‘popolare’ guidata da Mario Capanna, che per due mesi, dal 15 settembre al 15 novembre, si potrà sottoscrivere sui banchetti allestiti nelle piazze di tutta Italia. “Dobbiamo marciare a 50.000 firme al giorno - ha dichiarato Capanna -. Punteremo su una partenza sprint per avere 750.000 firme entro settembre e presentarci alla stampa estera per dire che in Italia ci si sta mobilitando contro gli ogm, poi chiederemo un tavolo di confronto con il Governo e chiederemo una moratoria a tempo indefinito”.


La pensione di ottobre peserà 302 euro in più

L’incremento delle “pensioni basse”, deciso dalla legge n. 127/2007 di recente approvazione, è uscito dai banchi del Parlamento ed è in arrivo nelle tasche di quei pensionati italiani che rispondono ai requisiti necessari. Un aumento “una tantum”, cosiddetto quattordicesima, che interesserà oltre 3 milioni di pensionati, per una cifra totale erogata di circa 926 milioni di euro. L’aumento medio sarà di 302 euro invece, e interesserà tutti gli ex lavoratori, autonomi e dipendenti, con una soglia di differenza per anzianità maggiorata di tre anni per gli autonomi. L’INPS ha già dato inizio all’invio delle informazioni utili per i pensionati beneficiari dell’incremento, con l’esatto importo aggiuntivo e l’indicazione dei requisiti necessari. Il tutto dovrebbe essere completato entro Ottobre, mensilità alla quale verrà accreditata la “quattordicesima”. Un’altra importante novità riguarderà invece i 25.000 pensionati Inpdap che potranno godere della “una tantum”, una cifra aggiuntiva a favore dei pensionati con età superiore, o pari, ai 64 anni e un reddito complessivo annuo inferiore agli 8.504,73 euro, l’equivalente di 654,21 euro mensile.


Caso “subprime”: in italia si può dare credito al credito

Da quando in Italia si è diffusa la notizia della violenta spallata data dalla crisi dei mutui subprime al sistema finanziario degli Stati Uniti, due domande ricorrono con maggiore frequenza di altre. La prima: in che misura il crollo dei mutui-casa d’oltreoceano tocca l’economia del nostro Paese? La seconda: quali sono le operazioni finanziarie a maggior rischio, per famiglie e imprese, in un momento di turbolenze internazionali così marcate? Gli esperti del settore Credito di Confartigiano, rispondono così: “Le banche italiane sono molto più rigorose di quelle americane nel concedere mutui, difficilmente attivano linee di credito a persone non affidabili. Con poca probabilità i cosiddetti “ninja”, gente ‘no incombe, no job or assets’ (senza lavoro, né reddito, né patrimonio), al centro della vicenda dei subprime, potrebbero ottenere denaro dal nostro sistema creditizio ufficiale. Un caso subprime, con le stesse modalità con cui è avvenuto negli Stati Uniti, è difficile che accada in Italia. Siccome, però, l’America non è un paese come gli altri, ma rappresenta la prima economia del mondo, questa crisi ha avuto dei riflessi enormi sull’area dell’euro e su quella dello yen. Questo stato di fibrillazione globale, ha provocato pesanti ripercussioni internazionali sul credito, con un aumento del costo del denaro, che da noi è già avvenuto e che avverrà nel prossimo futuro. Oggi i soldi delle banche costano di più, e il trend delle prossime settimane è in salita. E’ una fase complessa, che tocca tutti, anche l’imprenditore artigiano”. Quali consigli si possono dare alle imprese artigiane nel rapporto con il credito? “Nelle banche non dobbiamo vedere degli spauracchi, ma dei momenti di collaborazione, di convergenza. Le perplessità sono piuttosto per fonti di finanziamento non vigilate dalla Banca d’Italia. Il consiglio è quello di farsi assistere dai Confidi territoriali di Confartigianato, dove ci sono operatori professionali, persone fortemente qualificate, di esperienza, che possono aiutare gli imprenditori nell’attraversamento di questa fase complicata. E’ una fase ciclica, niente di trascendentale. L’importante è non compiere la leggerezza di allontanarsi dal sistema bancario in cerca di situazioni in apparenza più semplici e snelle”. Quali sono attualmente le operazioni più a rischio? “Sicuramente quelle della cosiddetta “ristrutturazione dei troppi crediti in essere”, ovvero cancellare diverse linee di credito, e farne solo una diluita negli anni, magari ventennale, o più. I tassi sono spesso proibitivi, soprattutto quando si saltano delle rate. Attenzione anche a quando i nostri interlocutori bancari ci propongono operazioni cosiddette “complesse”, dove emergono termini di difficile comprensione: non è detto che non si tratti di una soluzione senza risvolti positivi per il cliente, ma anche in questo caso, nel dubbio, il consiglio è quello di avvalersi della consulenza degli uffici Credito e Confidi di Confartigianato”.


Parte da Confartigianato la “Comunità euro-mediterranea delle PMI”

Nacque in occasione dell’ultima “Convention delle Categorie”, svoltasi a Cartagine dal 28 al 30 giugno scorsi, l’idea di un sistema di collaborazione ed interazione tra le imprese artigiane dell’area euro - mediterranea. Un sistema il cui motore è rappresentato da Confartigianato, dall’Italia e dalle imprese nostrane, l’eccellenza artigiana europea. L’impegno è stato mantenuto e si concretizzerà a Bari il 12 settembre prossimo, quando le Associazioni di categorie delle nazioni coinvolte si incontreranno per dare forma ad uno dei più grandi ed ambiziosi progetti internazionali che riguardano le piccole e medie imprese, la “Comunità delle PMI del Mediterraneo”. In realtà, l’Unione Europea aveva già pensato ad una rete di libero scambio tra i paesi bagnati dal Mar Mediterraneo, fissando al 2010 il termine per la creazione di questo apparato. Ma a tre anni da quella scadenza niente di concreto è stato ancora fatto. E allora, invece di perdere un’occasione di sviluppo economico e commerciale tanto importante, perché non muoversi autonomamente, stimolando l’adesione e creando le possibilità strutturali di un mercato comune? E’ così che Confartigianato, e la piccola e media imprenditoria italiana, si sono posti alla guida di questo movimento. Un processo virtuoso di crescita ed integrazione sul modello di altre zone del mondo, come l’Estremo Oriente, dove si sono venute a creare una serie di interazioni commerciali tra nazioni più sviluppate, caratterizzate da costi di lavorazione elevati, con paesi in via di sviluppo, con un costo contenuto del lavoro. Una possibilità per aprire nuove mercati per i primi, una crescita commerciale ed imprenditoriale per i secondi. Se si considera che l’area del Mediterraneo rappresenta la quarta voce delle esportazioni italiane, con un volume d’affari di circa 20 miliardi di euro nel solo 2006, la creazione di una “Comunità delle piccole e medie imprese” potrebbe rappresentare il definitivo salto di qualità per l’economia artigiana del nostro Paese. La Comunità potrà contare sul lavoro delle tre sedi operative, una per ogni zona del Mare Nostrum, l’area occidentale, l’Africa Settentrionale e la Penisola Balcanica. La “mente” centrale avrà invece la propria sede in Italia, che, oltre ad esserne il Paese promotore grazie all’azione Confederale, torna a svolgere un ruolo determinante nel bacino del Mediterraneo, aprendo nuovi mercati d’espansione commerciale e rappresentando un modello d’eccellenza per le imprese straniere.