BUROCRAZIA - Rete Imprese Italia su Ddl semplificazioni: “Lunghi i tempi, carenti i contenuti. A quando gli effetti sulle imprese?”
“I tempi lunghi dell’iter parlamentare mal si conciliano con l’urgenza di eliminare la burocrazia che grava sulle imprese italiane con un costo di 26 miliardi l’anno. Serve un cambio di marcia nei tempi e nei contenuti affinchéLeggere di più
In dirittura d’arrivo le norme europee contro i ritardi di pagamento
E’ uno dei problemi più gravi per i piccoli imprenditori italiani: chi lavora per gli enti pubblici o per aziende più grandi deve aspettare molti mesi, addirittura anni prima di essere pagato. E, spesso, non riesce proprio ad incassare le fatture. Colpa della mancanza di risorse delle pubbliche amministrazioni, colpa della crisi, ma anche di un malcostume tutto italiano diffuso ormai da decenni. Al punto che siamo i peggiori in Europa per i ritardi di pagamento degli enti pubblici e delle imprese. A farne le spese sono artigiani e piccoli imprenditori che, spesso, a causa dei crediti insoluti, sono addirittura costretti a chiudere l’azienda. Confartigianato si batte da anni per avere norme rigorose contro i cattivi pagatori. “E’ un problema enorme – sottolinea Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato e di Rete Imprese Italia - si rischia di fallire perché lo Stato non ti paga. Per questo noi da tempo insistiamo a chiedere che uno dei prossimi provvedimenti del Governo, purtroppo finora rinviato a causa della mancanza di copertura economica, obblighi amministrazioni pubbliche e imprese private a pagare i propri fornitori secondo le indicazioni europee, vale a dire a 30 e a 60 giorni”. Sollecitato da Confartigianato e da Rete Imprese Italia, da mesi il Governo Monti dà per imminente il recepimento della direttiva europea che stabilisce tempi rapidi per regolare le transazioni commerciali tra lo Stato, le imprese e i privati. Il termine ultimo per applicare in Italia le regole di Bruxelles è il 16 marzo 2013. In più occasioni l’Esecutivo ha promesso di anticipare questa scadenza, anche per evitare una procedura di infrazione europea contro il nostro Paese. Ora pare finalmente arrivato il momento buono. La scorsa settimana, sembrava addirittura che le nuove norme dovessero entrare nella legge di stabilità. Ma poi il Governo ci ha ripensato e le regole per saldare le fatture prenderanno forma in un decreto legislativo che dovrebbe vedere la luce alla fine di ottobre per diventare legge, come ha garantito il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, entro il 15 novembre. “Per primo lo Stato deve dare l’esempio e l’esempio migliore – sottolinea ancora il Presidente Guerrini - è quello di recepire la direttiva europea sui tempi di pagamento”. Se il Governo manterrà la promessa, i cattivi pagatori dovrebbero avere i giorni contati. E anche in Italia potrebbe diffondersi la buona abitudine di onorare i propri debiti in tempi rapidi e stabiliti per legge.
“Futuro non convenzionale”, Donne impresa lancia la XIV convention nazionale
Tutto è pronto per la XIV convention nazionale di Donne Impresa, il movimento delle imprenditrici artigiane di Confartigianato. A Roma, il 18 ottobre prossimo, la presidente del movimento, Edgarda Fiorini, aprirà una due giorni di confronto che cercherà di affrontare i tanti temi che affliggono gli imprenditori italiani. Alle difficoltà tipiche di chi fa impresa in Italia, vanno aggiunti la difficile conciliazione tra famiglia ed impresa, una politica spesso poco attenta al tema donna ed il sempre più carente sistema di welfare italiano. Denunce ma anche proposte, un approfondimento sulle imprenditrici emiliane, l’Osservatorio sull’imprenditoria femminile e l’ormai tradizionale appuntamento con la consegna de “Il sole d’argento” completeranno il calendario di un’assise che, mai come quest’anno, promette di toccare il cuore dell’imprenditoria femminile italiana.
CRISI - Rilevazione di Confartigianato: Il 49,5% delle imprese finisce ko entro i 5 anni di vita
Il 49,5 per cento delle imprese italiane getta la spugna entro i 5 anni di vita, sconfitte da un ambiente troppo spesso ostile all’iniziativa economica.Ma quel 50,5% di aziende che resistono a 5 anni dalla nascita vanno ad Leggere di più
La UEAPME presenta l’agenda europea per le piccole imprese
Nonostante la crisi economica che ha colpito diversi mercati europei e la scarsa fiducia che in molti stanno manifestando nei confronti dell’Unione, a Bruxelles stanno pianificando nuove strategie e nuovi programmi per rilanciare le micro e piccole imprese del vecchio continente. Nei primi due giorni di settembre, infatti, la UEAPME ha organizzato la seconda convention delle piccole e medie imprese, per tracciare la rotta dei prossimi anni. <i>“La prima cosa di cui hanno bisogno le piccole imprese è meno burocrazia - ha dichiarato il Presidente di Confartigianato e Rete imprese Italia, Giorgio Guerrini - Da questo punto, l’Europa può fare molto per convincere gli stati membri ad iniziative di alleggerimento della burocrazia che mina lo sviluppo e la crescita delle imprese stesse”.</i> L’Europa non può e non sembra starsene con le mani in mano. Nel 2014 partiranno due nuovi programmi per i finanziamenti europei all’innovazione, HORIZON 2020, e per la competitività delle piccole imprese, COSME, che promettono nuove possibilità e nuove occasioni di rilancio per tanti imprenditori del continente. <i>“Credo che l’Europa abbia un ruolo cruciale nel continuare a puntare sull’agenda per la crescita delle piccole e medie imprese. L’Europa deve continuare a convincere, a dialogare e a cooperare con gli stati membri e alle altre istituzioni europee per facilitare le procedure di start-up d’impresa, l’accesso ai mercati e ai finanziamenti. Questi sono ancora gli obiettivi principali dell’Unione. Ritengo infine che l’Unione debba comunicare in modo semplice le decisioni prese a Bruxelles”</i>, ha detto Joanna Drake, direttore generale imprese e industria dell’Unione europea. In quest’ottica, l’incontro di Bruxelles è stato fondamentale per rilanciare il ruolo di ISB in Europe, la rappresentanza unitaria dell’artigianato in Europa, e di UEAPME, la sigla di tutte le organizzazioni europee dell’artigianato. <i>“Come presidente di Ueapme - ha aggiunto Gunilla Almgren - rappresentando 13 milioni di imprese in tutta Europa, con un periodo di crisi come quello attuale è necessario lavorare insieme, istituzioni ed imprese. Dobbiamo farlo per continuare a creare occupazione e per poter guardare al futuro con fiducia”. </i> L’Europa ha tracciato la rotta, le imprese italiane sono pronte ad abbracciare un futuro che promette di abbattere la burocrazia, di creare nuova occupazione e di smussare gli angoli delle difficoltà di accesso al credito.
Alimenti contraffatti: l’Europa rafforza le tutele sui prodotti di qualità
Nel supermarket del finto made in ltaly si trovano tarocchi per tutti i gusti: dal "Barbera bianco", fatto in Romania, al "Parmesao", I"'Asiago del Wisconsin" o la "Zottarella", prodotti dai nomi che fanno tanto italiano e che per molti consumatori nel mondo sono sinonimo di qualità del Bel Paese. Purtroppo c'è poco da ridere: all'estero, su quattro prodotti alimentari italiani che finiscono nel carrello della spesa, tre sono falsi, con un danno per il nostro Paese stimato in circa 165 milioni di euro al giorno. L'Unione Europea ha deciso di porre freno al proliferare di queste patacche, il 13 settembre ha dato il via libera al regolamento sui 'marchi di qualità', un pacchetto di misure che rafforza la tutela dei marchi DOP, IGP, STG negli stati membri. Per trovare prodotti italiani taroccati, infatti, non serve andare lontano, basta dare un'occhiata nei supermercati dei paesi membri della Ue. E' quello che ha fatto 'Striscia la Notizia'. Nella puntata del 2 ottobre le telecamere del tg satirico di canale 5 hanno documentato la situazione paradossale di Bruxelles: a pochi passi dai palazzi dove si fanno le leggi a tutela delle nostre produzioni di pregio, abbondano i falsi prodotti made in ltaly. “Purtroppo è la normalità nei supermercati all’estero – spiega Giacomo Deon, Presidente di Confartignato Alimentazione -. Per fortuna con questa normativa sulla qualità questo non dovrebbe più succedere perché è stato demandato ai paesi membri e non più ai consorzi di produzione di tutelare il prodotto. Quindi, quello che adesso si chiama Parmesan dovrà essere la Francia a dire ‘non lo puoi più chiamare Parmesan’ o quant’altro”. Oltre all'aumento dei controlli, il nuovo regolamento europeo introduce altre importanti novità. Per i produttori sarà meno complesso l'iter per ottenere il marchio di qualità, con tempi dimezzati da un anno a sei mesi; più difese contro il 'finto tradizionale' arriva dall'aumento degli anni di presenza sul mercato domestico necessari per ottenere la patente di tradizionalità, che passano da 25 a 30. In arrivo un'etichetta ad hoc per tutelare i 'prodotti di montagna'; si salva il marchio STG (specialità tradizionale garantita) che rischiava la cancellazione visto l'esiguo numero di denominazioni registrate (in Italia solo la mozzarella e la pizza napoletana). Novità, queste ancora tutte da valutare, per il cioccolato che entra nell’elenco dei prodotti IGP. “E' un’incognita - rimarca Giacomo Deon -. Noi ci siamo battuti per fare entrare il cioccolato nella lista dei prodotti geografici tutelabili, parliamo però di cioccolato di alta qualità, quello senza grassi vegetali. Per il momento, non sappiamo se Ue abbia deciso di rivedere la propria posizione in merito, attraverso il ‘Pacchetto qualità’. Sarebbe un’ottima notizia, la vittoria della linea di ‘qualità’ portata avanti dall’Italia” conclude il Presidente di Confartigianato alimentazione.