Il progetto Palestina continua, inaugurato il ristorante italiano
Il progetto Palestina continua. Il primo luglio, infatti, è stato inaugurato il ristorante “La corte italiana”, che servirà ad autofinanziare la Scuola di cucina realizzata da Confartigianato a Ramallah, Palestina, pochi chilometri a nord di Gerusalemme. “Un avvio che fin qui è stato incoraggiante - ha detto il Segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli - abbiamo puntato sulla formazione dei giovani nei settori del trattamento del cibo. Abbiamo iniziato con la ristorazione, inaugurando la Scuola e questo ristorante ma il Progetto Palestina proseguirà con altri interventi, sempre dedicati ai giovani, ai mestieri, alle professioni”, ha concluso Fumagalli. La Scuola rappresenta un’opportunità importante per tanti giovani palestinesi che in questa struttura potranno imparare un mestiere, iniziando un percorso di vita, prima ancora che professionale, lontano dalle tante difficoltà di questo spicchio di mondo. Ancora una volta, dunque, Confartigianato ha puntato sul lavoro, esportando il modello della micro e piccola impresa italiana in una zona dove il lavoro, spesso, è un privilegio riservato a pochi. “Molti dei nostri giovani non trovando lavoro decidono di andare via, in Europa o negli Stati Uniti. Qui non trovano sicurezza per la loro vita, soprattutto con l’occupazione, con il muro. Sono chiusure che obbligano la gente a cercare altrove un lavoro, una vita migliore, la libertà - ha denunciato Faysal Hijazen, parroco di Ramallah e responsabile della Scuola di cucina - Trovare un lavoro, un’occasione per vivere degnamente, aiuterebbe la gente a rimanere e a non emigrare. Questo legame con Confartiganato, quindi, ci dà una grande forza, un’opportunità importante per la gente”. All’interno della parrocchia di Ramallah, Confartigianato ha supportato la costruzione della Scuola, di una cucina moderna e spaziosa, di un laboratorio e di un ristorante dove gli studenti della scuola potranno imparare i segreti della cucina e della gestione della sala. Lo ha fatto in un paese mediterraneo come la Palestina, dove i colori, i profumi, i paesaggi ricordano l’Italia. Una somiglianza che finisce anche nei piatti tipici di questa terra. Per i giovani palestinesi, quindi, è più facile apprezzare l’arte, il gusto della cucina italiana. “In Palestina hanno una cucina decisamente mediterranea - ha spiegato Paolo Ferri, lo chef italiano che sta seguendo il Progetto Palestina - In più, possono contare su ingredienti genuini e di prima qualità, che in Italia, per colpa dell’industrializzazione, non abbiamo. Sapori mediterranei, ingredienti eccezionali, bisogna solo saperli trasformare”. Trasformare gli ingredienti in un piatto unico, trasformare un’opportunità in una speranza reale per la propria vita, ecco cosa si impara nella Scuola di cucina di Ramallah. “Oggi, purtroppo, Ramallah è circondata dal muro e questo non permette più ai ragazzi di venire a studiare a Gerusalemme. Quindi, l’idea, il sogno, il progetto della Scuola nasce anche dal fatto che i giovani non possono più costruire qualcosa dentro questa prigione. La Scuola servirà anche a dar loro una speranza per un futuro migliore - ha spiegato don Mario Cornioli, responsabile dei rapporti con l’Italia del Patriarcato Latino di Gerusalemme - Questo è già successo, perché il primo corso per chef ha permesso a otto giovani palestinesi di trovare lavoro qui a Ramallah”. Il secondo corso è pronto per partire. Quindici ragazzi palestinesi stanno aspettando di sperimentare le proprie ricette, forti di un ingrediente segreto: la speranza in un futuro migliore.
A Prato, sfilata conclusiva della kemesse ‘Imbastire un sogno, cucire un’idea’
Dopo il successo delle scorse edizioni e dopo la preselezione di due settimane fa all’Opificio Jm, a Prato è andata in scena la passerella conclusiva di ‘Imbastire un sogno, cucire un’idea’, l’appuntamento estivo con la moda promosso da Confartigianato Prato. Il 14 luglio, in una piazza Duomo gremita, hanno sfilato l'abilità e la creatività delle allieve delle tre prestigiose scuole di sartoria pratesi targate Confartigianato e del liceo statale d’arte Brunelleschi, indirizzo moda e costume, di Montemurlo. In primo piano le minicollezioni delle dodici finaliste del concorso per i giovani talenti del taglio e cucito ma anche i capi di aziende e negozi del distretto che hanno presentato le loro creazioni, dalla moda bimbo agli accessori-moda, alla maglieria all’abbigliamento in genere. Una ventata di creatività che stempera i bollori di una crisi che non ha risparmiato la moda, bandiera dello stile made in Italy nel mondo, crisi che sempre più spesso coincide anche con la mancanza di idee. Prato cerca proprio la scossa dai giovani stilisti per tornare a imporre la sua etichetta sui mercati internazionali. <i> “Attraverso questa manifestazione </i>– spiega Luca Giusti Presidente di Confartigianato Prato – <i> diamo la possibilità ai giovani di acquisire delle informazioni, delle conoscenze, della capacità e di poterle poi mostrare a coloro che usufruiranno delle creazioni che escono dalle loro mani". "Per cui una vitalità sempre più forte </i>– prosegue –, <i>sempre maggiore, in un settore che sicuramente non è maturo, che sicuramente non è finito ma che ha bisogno di idee nuove e queste idee possiamo tirarle fuori attraverso la genialità dei nostri giovani, attraverso l’estro, la capacità e la fantasia”. </i> L’edizione 2012 di ‘Imbastire un sogno, cucire un’idea’ si conferma fucina di innovazione. Accanto alla moda da indossare, quella da guardare sgranando gli occhi: abiti scultura frutto di ricerca stilistica e di contaminazione tra espressioni differenti dell’abilità artigiana. Lo rimarca lo scenografo Paolo Mazzei, che parla di un <i>“mix di un di ispirazione tra un artigianato del legno, della tappezzeria, del vetro”. </i>
Le nuove sfide dei Giovani Imprenditori di Confartigianato
“I giovani artigiani sono imprenditori che vivono quotidianamente le problematiche delle imprese e vogliono dire la loro per far sì che i cambiamenti in atto nell’economia siano superati, siano visti come un’opportunità per ampliare nuovi orizzonti”. Ha le idee chiare Marco Nardin, 36 anni, imprenditore veneziano nel settore grafico, che il 7 luglio ha ricevuto da Marco Colombo il testimone della presidenza dei Giovani Imprenditori di Confartigianato. Il passaggio di consegne alla guida del Movimento avviene all’insegna di un costante impegno per dare risposte efficaci agli oltre 600.000 artigiani italiani under 40. “Oggi più che mai – sottolinea il Presidente Nardin - bisogna dare ascolto alle esigenze delle imprese. Meno burocrazia, riportare il lavoro in Italia per combattere la disoccupazione. Noi la nostra parte la stiamo facendo e continueremo a farla. Attendiamo come sempre i segnali da parte del Governo”. Due le donne nella nuova squadra al vertice dei Giovani Imprenditori: Francesca Ungaro, Vice presidente vicario, e Vanessa Valiani che, accanto Mauro Franceschini, Marco Bressan e Leonardo Pellicani, compongono il Comitato di Presidenza eletto durante l’Assemblea del 7 luglio insieme ai membri della nuova Giunta. Marco Nardin è già al lavoro per definire le prossime tappe dell’impegno dei Giovani Imprenditori. “Tra i nostri obiettivi vi è quello di rafforzare la nostra presenza nei territori. Siamo consapevoli che dobbiamo essere vicini agli imprenditori, dobbiamo formarli, perchè oggi fare l’imprenditore necessità di competenze a 360 gradi. Non possiamo tralasciare alcunchè. Solo facendo formazione raggiungeremo gli obiettivi”. La comunicazione è uno degli aspetti sui quali il neo presidente scommette per essere più vicino ai giovani imprenditori. “Dobbiamo capire – dice Nardin - con quali metodi comunicano oggi i giovani. Anche la strategia aziendale viene fatta con regole vecchie ma con nuovi canali di comunicazione. Ecco perché, nel mio mandato, ho intenzione di rafforzare la comunicazione tramite i social media”.
Il 18 luglio debutta la riforma del mercato del lavoro
Dal 18 luglio si cambia: entrano in vigore le nuove regole sul mercato del lavoro che portano la firma del Ministro Elsa Fornero. Negli ultimi sei mesi, la riforma è stata al centro di un infuocato confronto tra il Governo e le parti sociali. Tanto che il Parlamento sta già lavorando per introdurre ulteriori modifiche al provvedimento appena varato. Confartigianato e Rete Imprese Italia hanno esercitato un pressing continuo e serrato per difendere la bilateralità e i contratti di apprendistato e per evitare che sulle piccole imprese si abbattessero nuovi costi e nuovi vincoli. Alla fine, la battaglia condotta a Palazzo Chigi e in Parlamento ha dato i suoi frutti. Le nuove norme valorizzano il ruolo dell’apprendistato per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. L’azione di Confartigianato ha poi scongiurato il pericolo di maggiori oneri sul costo del lavoro per le imprese artigiane. La Confederazione è riuscita anche ad evitare lo smantellamento del sistema della bilateralità e ha impedito che la cassa integrazione ordinaria venisse estesa alle aziende artigiane. Tra i rischi che si annidavano nella riforma vi era anche la modifica delle modalità di licenziamento. Anche in questo caso, Confartigianato ha ottenuto un risultato importante: evitare che aumentassero i risarcimenti per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di 16 dipendenti. Nel complesso, quella varata dal Governo Monti è una riforma in chiaroscuro. Rimangono alcuni aspetti critici, come l’aumento delle rigidità nella gestione delle assunzioni e le misure per controllare le partite Iva. Luci ed ombre insomma. Ma una cosa è certa: ora la riforma è attesa alla prova della realtà del mercato del lavoro italiano. Soltanto con la sperimentazione sul campo si potrà verificare l’efficacia di un provvedimento che il Premier Monti ha definito 'di portata storica per il nostro Paese'.
FISCO - Studi di settore. Rete Imprese Italia: Non si svilisca la norma per l’accesso al regime premiale
“Il 2011 va considerato soltanto un anno di transizione per il regime premiale degli studi di settore. Già dal 2012 dovranno avere la possibilità di accedere al regime premiale tutti i contribuenti soggetti agli studi che risultino congrui e Leggere di più
DECLASSAMENTO MOODY'S - Le imprese: Italia solida, irresponsabile il giudizio Moody's
Il nostro Paese è solido, l’Italia è la sesta economia ad alto reddito del mondo. La sua capacità di generare prodotto è basata sul robusto contributo del secondo settore manifatturiero d’Europa, che ha subito forti contraccolpi dalla recessione ma che rimane vitale e in profonda trasformazione.Leggere di più