10 Marzo 2016, h. 13:07

STUDI – Nel 2015 occupazione +0,8%, migliora il +0,4% del 2014. Crescita trainata dal Mezzogiorno (+1,6% dopo 3 anni di calo)

I dati mensili sul mercato del lavoro a gennaio 2016 indicano 22.632.100 occupati, 298.600 in più rispetto allo stesso mese del 2015, pari ad una crescita dell’1,3%. Rispetto al massimo di aprile 2008 si contano 532.100 occupati in meno, pari ad un calo del 2,3% mentre sono 506.000 gli occupati in più rispetto al minimo di settembre 2013, pari ad un aumento del 2,3%. Parallelamente il tasso di occupazione 15-64 anni è pari al 56,8%, inferiore di 2,0 punti percentuali rispetto al massimo di aprile 2008 mentre è superiore di 1,5 punti rispetto al minimo di settembre 2013.

L’analisi dei dati trimestrali pubblicati stamane dall’Istat consente di tracciare un bilancio dell’andamento dell’occupazione nel 2015 per territorio e settore. In media annuale gli occupati in Italia sono saliti di 186 mila unità rispetto al 2014, pari al +0,8%, rafforzando il risultato, sempre in positivo (0,4%), del 2014. Tra le ripartizioni italiane, una crescita doppia della media nazionale quella registrata nel Mezzogiorno con il +1,6% che segna il ritorno in positivo dopo tre anni consecutivi di calo dell’occupazione. Dinamiche in linea alla media nazionale nel Nord-Ovest e nel Centro (entrambe +0,8%) mentre nel Nord-Est si osserva una sostanziale stazionarietà dell’occupazione (-0,1%).

Tra le 21 regioni e province autonome, ben 17 presentano una crescita degli occupati: al primo posto la Basilicata con il +3,5%, seguono l’Umbria e la Sardegna entrambe con il +3,1%, la Puglia con il +2,4%, la Sicilia con il +2,3% e la Liguria con il +2,1%. Il calo più accentuato si registra in Calabria con il -1,4%; permangono in territorio negativo il Veneto con il -0,7%, la Valle d’Aosta con il -0,5% e le Marche con il -0,1%.

L’analisi per settore evidenzia che la crescita complessiva degli occupati dipende dalla dinamica positiva registrata nei Servizi: in tale comparto, dove si concentrano più di due terzi degli occupati (69,6%), si registra una crescita dell’1,1% (era +0,5% nel 2014) pari a 172.500 occupati in più. Stazionaria l’occupazione nel Manifatturiero: il rallentamento della commercio internazionale, in particolar modo dovuto alla minore domanda delle economie emergenti e dei Paesi produttori di petrolio non consente ai makers italiani di confermare il buon risultato (+1,4%) del 2014.

Persistono le criticità nelle Costruzioni con il -1,1%, pari a 15.800 occupati in meno, risultando comunque in rallentamento rispetto alla diminuzione del 4,4% registrata nel 2014; per il comparto si tratta del calo più contenuto degli ultimi sette anni di cui si dispone dei dati in serie storica.

L’occupazione nelle imprese artigiane è pari a 2.823.775 addetti: ai 1.507.783 indipendenti (53,4%) si sommano i 1.315.992 dipendenti (46,6% del totale) interessati della riforma del modello contrattuale su cui ieri si è aperto il confronto tra le Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi – Confartigianato Imprese, Cna, Casartigiani, Claai – e Cgil, Cisl e Uil.

 

Occupati dal massimo pre crisi del 2008

(Aprile 2008-gennaio 2016. Indice aprile 2008 (massimo pre crisi)=100. 15 anni e oltre, dati destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Dinamica dell’occupazione nelle regioni e ripartizioni italiane nel 2015

(Media anno 2015; variazione % numero occupati di 15 anni e più rispetto al 2014 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Dinamica dell’occupazione per settori

(Media anno 2015; var. % occupati 15 anni e più rispetto al 2014; totale comprensivo di agricoltura, silvicoltura e pesca – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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