18 Maggio 2016, h. 14:45

STUDI – Mercati del made in Italy nel primo trimestre 2016 – Migliore perfomance per Paesi Bassi (6,8%), Spagna (6,6%), Francia e Belgio (5,4%) e Giappone (5,2%). In calo Usa (-1,8%) e Cina (-2,2%)

L’analisi dei dati del commercio estero pubblicati ieri dall’Istat evidenzia il rallentamento della domanda estera correlato con il minore ritmo del commercio internazionale: secondo le recenti previsioni della Commissione europea per il 2016 l’import mondiale salirà del 2,9% ben 0,7 punti in meno rispetto al 3,6% previsto a gennaio.

A marzo 2016 le esportazioni segnano una diminuzione congiunturale dell’1,5%, con un decremento più accentuato verso i mercati Ue (-2,5%).  Nel primo trimestre 2016, rispetto all’ultimo trimestre 2015, la dinamica dell’export (-1,7%) risulta in flessione quasi esclusivamente determinata dal calo dell’area extra Ue (-3,0%).

In una prospettiva di lungo periodo il valore dell’export è al di sopra del 5,6% rispetto al livello di massimo pre crisi del I trimestre 2008 grazie alla componente extra UE che ha guadagnato il 16,1% mentre è in ritardo il recupero della componente UE (-1,4%).

Made in Italy e mercati: il bilancio dei primi tre mesi del 2016. Focalizzando l’attenzione sul trend nel trimestre gennaio-marzo 2016 si osserva un calo tendenziale dello 0,4% dell’export in valore mentre tiene l’export in volume (+0,2%); l’andamento è in significativo peggioramento rispetto al primo trimestre di un anno fa quando il made in Italy, in valore, saliva del 3,2%. Nel dettaglio per area geografica l’export sale del 3,5% nei mercati Ue mentre scende del 5,2% nei Paesi extra Ue; la tendenza del mercato Ue migliora (era +1,0% un anno prima) mentre inverte il segno l’andamento dei mercati extra Ue (era +6,1% un anno prima); in particolare si registrano cali in doppia cifra in Africa centro-meridionale (-23,1%), Africa settentrionale (-11,4%) e America centro-meridionale (-11,2%), aree in cui si osserva un significativo peggioramento rispetto alla tendenza dell’anno precedente.

L’analisi dei dati sui 17 principali mercati proposti dalla nota mensile dell’Istat – che rappresentano oltre i due terzi (68,4%) del made in Italy – evidenzia sei mercati ad alto dinamismo, di cui cinque migliorano la performance registrata un anno prima: si tratta dei Paesi Bassi dove l’export sale del 6,8%, Spagna con 6,6%, Repubblica ceca con 6,1%, Francia e Belgio con 5,4% e Giappone con 5,2%; solo la Repubblica ceca peggiora la performance del primo trimestre del 2015.

In altri quattro mercati la crescita è più contenuta e nel dettaglio il made in Italy in Austria sale del 2,2%, nel Regno Unito dell’1,9%, in Germania dell’1,1% e in Polonia dello 0,5%.

In sette Paesi l’export registra una flessione e nel dettaglio di tratta di Stati Uniti (-1,8% che inverte la tendenza dopo il boom di un anno prima quando l’export saliva del 39,4%), Cina (-2,2% più contenuta del -4,6% di un anno prima), Romania (-2,3%) e India (-4,9%); cali più marcati per Turchia (-5,7%), Svizzera (-6,6%) e Russia (-13,9%, in miglioramento rispetto alla caduta del 24,0% registrata un anno prima).

L’analisi del made in Italy per territorio è disponibile nell’Elaborazione Flash “Made in Italy nei settori di MPI nel 2015. Prodotti, mercati e territori”.  Clicca qui per scaricarla.

 

Made in Italy per mercato di destinazione

(I trimestre 2008-I trimestre 2016. I trimestre 2008=massimo pre crisi; FOB media dei dati mensili destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

us_18052016

 

 

Trend made in Italy per area geografica

(Var. % tendenziali I trim. 2016 e I trim. 2015; export totale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

us_18052016_2

 

 

Trend made in Italy nei principali mercati

(Var. % tendenziali I trim. 2016 e I trim. 2015; export totale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

us_18052016_3

 

 

Trend made in Italy nei principali mercati per tipologia

(Var. % tendenziali I trim. 2016 e I trim. 2015; export totale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

 

us_18052016_4

 

rss