4 Luglio 2016, h. 15:32

STUDI – Dal 2018 superamento della maggior tutela per 9,8% dei consumi delle imprese. Da un segmento di 264 mila imprese con 33mila kWh all’anno quasi metà (46,8%) dei volumi

L’esame dei dati contenuti nella Relazione annuale dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico dello scorso 21 giugno ci consente di delineare alcune caratteristiche del mercato elettrico relativo alle imprese. Ed è proprio su questo mercato che sta entrando nel vivo la riforma degli oneri generali di sistema nelle bollette elettriche delle imprese e Confartigianato si è rivolta al Ministro dello Sviluppo economico Calenda per evitare ulteriori rincari e complicazioni a danno dei piccoli imprenditori, come documentato nel servizio dell’edizione odierna del TG@, il web tg di Confartigianato Imprese.

La presente analisi esamina il mercato di maggior tutela, interessato dalla migrazione verso il mercato libero nel 2018 secondo il DDL concorrenza: su questo segmento del mercato elettrico si contano 3.887.000 punti di prelievo non domestici (altri usi) – nella totalità in bassa tensione – che generano consumi per 18,6 TWh, con una media di 4.786 kWh all’anno, rappresentando il 16,1% dei punti di prelievo e il 32,7% dei consumi dell’intero mercato di maggior tutela.

Sul totale del mercato non domestico la maggior tutela rappresenta il 53,3% delle utenze e il 9,8% dei consumi. Focalizzando l’analisi dell’utenza per classi di potenza impegnata osserviamo che sul mercato non domestico si contano 3.622.000 piccole utenze fino a 16,5 kW di potenza impegnata, che generano consumi per 9,9 TWh con una media di 2.730 kWh, a fronte di 264.000 utenze con oltre 16,5 kW di potenza che generano 8,7 TWh di domanda per una media di 33.011 kWh, più che doppia rispetto ai 16.226 kWh consumati dalle 3.237.000 utenze non domestiche in bassa tensione già presenti sul mercato libero; questo cluster di piccole imprese a più elevato consumo, pur rappresentando una quota limitata (6,8%) delle utenze del mercato non domestico di maggiore tutela, cumula quasi la metà (46,8%) dei consumi. Le imprese del cluster – considerando il costo unitario desumibile dall’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica di una MPI – sostengono un costo annuale per l’energia elettrica di 5.860 €. Per condizione economica del contratto si osserva che nelle utenze non domestiche nel servizio di maggior tutela è largamente prevalente la tariffa multioraria, che incide per il 97,1% dei punti di prelievo e il 97,5% dei volumi consumati.

Nel quadro territoriale la quota più elevata dei volumi non domestici in maggior tutela si riscontra nel Mezzogiorno (14,7% dell’energia distribuita nel non domestico), davanti al Centro (10,3%) mentre i valori sono più contenuti per Nord Est (6,5%) e Nord Ovest (6,3%). La regione con la quota più elevata di consumi non domestici in maggiore tutela è la Calabria (20,1%), seguita dalla Puglia (18,2%), Sicilia (16,2%), Campania (15,9%), Lazio (13,1%); all’opposto le quote più basse si registrano in Friuli Venezia Giulia (3,9%), Umbria (5,5%) e Lombardia (5,9%). Le imprese in maggior tutela registrano un consumo medio che va dai 5.980 kWh all’anno per punto di prelievo in Lombardia ai 3.152 kWh rilevati in Basilicata. Il quadro completo delle utenze non domestiche destinate da uscire dal mercato di tutela, con il dettaglio per regione e potenza impegnata nell’Appendice statistica “Mercato elettrico: clienti non domestici in maggior tutela”. Clicca qui per scaricarla.

Il superamento del sistema di prezzi tutelati sarà caratterizzato da una complessità di offerta costituita da 404 aziende censite che vendono energia elettrica sul mercato libero a fronte delle 134 presenti sul mercato di maggior tutela. L’esame del bilancio dell’energia elettrica pubblicato nella Relazione dell’Autorità evidenzia che a fronte di una maggiore concentrazione del segmento non domestico di maggior tutela, con Enel che rappresenta l’83,2% delle vendite finali, sul mercato libero l’offerta è più articolata: la quota di Enel è del 14,2% delle vendite sul mercato libero non domestico, seguita Edison con il 9,2% e in successione 9 gruppi con offerta compresa tra 5 e 15 TWh forniscono un ulteriore 32,4%, 23 gruppi con offerta tra 1 e 5 TWh il 30,9% mentre altre 369 imprese vendono il rimanente 13,2%. A fronte di un grado di concentrazione dei primi 3 operatori sul mercato libero del 44,8%, in cinque regioni viene superato il 55%; il dettaglio del grado di concentrazione dell’offerta sul mercato libero per regione nell’Appendice.

A completare l’analisi diamo uno sguardo al tasso di switching che evidenzia un significativo dinamismo nelle relazioni tra imprese e fornitori di energia elettrica: il 15,8% dei clienti non domestici ha cambiato fornitore almeno una volta nel corso del 2015 e ad essi corrisponde quasi un terzo (32,6%) dell’energia distribuita.

 

 

Clienti non domestici: incidenza volumi consumati in maggior tutela per regione

(Anno 2015 – % su volumi distribuiti a clienti non domestici – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Aeegsi)

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Utenza non domestica mercato elettrico di maggior tutela per classe di potenza

(Anno 2015; % sul totale volumi non domestico e punti di prelievo non domestico – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Aeegsi)

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Peso utenza non domestica sul mercato elettrico di maggior tutela

(Anno 2015; % sul totale volumi maggior tutela e punti di prelievo maggior tutela – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Aeegsi)

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