21 Febbraio 2005, h. 15:10

Allarme di Stefano Acerbi, Presidente di Confartigianato Moda “70.000 imprese artigiane a rischio. Necessari provvedimenti d’urgenza per salvare il sistema moda”

“Provvedimenti d’urgenza per salvare il sistema moda italiano”.
Li ha sollecitati oggi, durante l’incontro con il Governo a Palazzo Chigi, il Presidente di Confartigianato Moda Stefano Acerbi il quale sottolinea la grave crisi delle 125.000 aziende, soprattutto piccole e medie, del settore tessile-abbigliamento-calzature, che impiegano circa 1 milione di addetti. Tra il 2001 e il 2003 hanno perso circa 4,6 miliardi di euro di fatturato, l’occupazione è diminuita di 40.000 addetti e la riduzione dell’attivo commerciale settoriale è stata superiore ai 2,7 miliardi.
A risentire maggiormente della crisi sono le 70.000 imprese artigiane che operano nel settore tessile-abbigliamento-calzature.

Per difendere e valorizzare la competitività delle nostre aziende, il Presidente Acerbi chiede al Governo:
1). Creazione di un marchio di filiera “Full Made in Italy” che identifichi i prodotti interamente realizzati in Italia;
2). Obbligo del marchio di certificazione d’origine per i prodotti extra Ue;
3). Introduzione di un sistema di ‘tracciabilità’ per accertare la reale provenienza e il luogo in cui si svolgono le fasi di lavorazione dei prodotti;
4). Potenziamento dei controlli alle dogane sulle merci importate nell’Ue, inasprimento delle misure di repressione della contraffazione;
5). Provvedimenti per favorire l’aggregazione delle piccole imprese in consorzi e per agevolarne l’internazionalizzazione;
6). Misure d’incentivazione per le imprese alla ricerca di nuovi prodotti e per l’applicazione di nuove tecnologie;
7). Riduzione graduale del costo del lavoro attraverso l’abbattimento dell’Irap;
8). Estensione degli ammortizzatori sociali ad artigiani e piccole imprese.
9). Impegno più incisivo per garantire un sistema di reciprocità negli scambi internazionali (parità dei dazi e abbattimento delle barriere tariffarie).

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