7 Febbraio 2005, h. 14:52

CARNEVALE Cresce il consumo di dolci artigiani: 20.200 tonnellate tra frittelle, frappe e castagnole, il 4% in più rispetto al 2004

A Carnevale trionfano i dolci artigiani. Secondo rilevazioni di Confartigianato, le circa 25.000 pasticcerie artigiane attive in Italia prevedono di sfornare 17.000 tonnellate di frittelle e castagnole (pari a circa 160 milioni di pezzi) e 3.200 tonnellate tra frappe, chiacchiere, galani.
Il valore delle vendite è stimato intorno ai 100 milioni di euro.
Rispetto al periodo di Carnevale del 2004, Confartigianato segnala che quest’anno i consumi di dolci tradizionali si prevedono in crescita di circa il 4%.
Quanto ai prezzi, sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto all’anno scorso: si va dai 15 ai 20 Euro al chilogrammo per castagnole e frittelline; da 0,80 centesimi ad 1 euro per le frittelle ripiene. Si tratta di uno sforzo considerevole da parte dei pasticceri – sottolinea Confartigianato – se si considera che nel 2004 le pasticcerie artigiane hanno subito un incremento medio del 30% dei costi delle materie prime (farina, uova, burro, aromi, uvette etc).
Nonostante i dolci di Carnevale siano di produzione tipicamente artigiana, non mancano le ‘imitazioni’. Infatti, il consumatore che in questi giorni si aggira tra gli scaffali viene spesso tratto in inganno da frittelle o frappe proposti e confezionati come se fossero usciti di fresco dalle mani di un pasticcere tradizionale.
Come possono difendersi i consumatori? Confartigianato consiglia di leggere attentamente gli ingredienti riportati sulle confezioni. Non è certo la stessa cosa, infatti, usare margarina al posto del burro, emulsionanti invece che aromi naturali. Inoltre, uvetta, scorza di agrumi e canditi devono essere privi di sorbato di potassio. Ulteriore e decisivo elemento di differenza riguarda l’uso dei conservanti. Assenti nelle pasticcerie artigiane, sono invece ampiamente utilizzati nei prodotti della grande distribuzione.

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