22 Marzo 2007, h. 17:50

Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini: “Banche locali, modello ‘virtuoso’ da difendere per lo sviluppo delle piccole imprese”

Confartigianato difende il modello degli istituti bancari radicati sul territorio – banche popolari, banche di credito cooperativo, casse di risparmio – e li considera partner fondamentali per sostenere lo sviluppo delle piccole imprese italiane.

Questa l’indicazione emersa oggi durante il Convegno “Le banche del territorio e le imprese artigiane insieme per lo sviluppo economico e sociale” organizzato da Confartigianato.

Ai lavori, moderati dal Capo Redattore del Tg5 Giuseppe De Filippi, sono intervenuti il Vice Ministro dell’Economia Roberto Pinza, il Sen. Gianpiero Cantoni Vicepresidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, il Direttore generale del Censis Giuseppe Roma, il Prof. Giovanni Ferri Docente di Economia politica all’Università di Bari.

“Le trasformazioni in atto nel mondo bancario – ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini –  non hanno contribuito a migliorare il rapporto con le piccole imprese. Il denaro, per i piccoli imprenditori, continua a costare 3-4 punti in più rispetto ai tassi praticati alle grandi industrie. Inoltre è scarso: infatti, del totale dei finanziamenti bancari al sistema imprenditoriale appena il 4,4% va all’artigianato e il 28% va alle Pmi. La qualità dei servizi, poi, è spesso insoddisfacente, le procedure rimangono lunghe e complesse. La richiesta di onerose garanzie per coprire la domanda di credito non è stata sostituita dalla valutazione del progetto d’impresa. Tutto ciò nonostante le piccole imprese abbiano dimostrato di essere affidabili, con un tasso medio di insolvenza del 2,2%, nettamente inferiore rispetto al dato delle sofferenze complessive del sistema bancario”.

A giudizio di Guerrini, “in questo panorama spicca il modello ‘virtuoso’ rappresentato dagli istituti di credito locali che hanno permesso all’Italia di sviluppare il suo sistema produttivo composto per il 95% da piccole imprese”.

Il Presidente di Confartigianato ha fatto rilevare che “le banche del territorio, grazie alla loro struttura societaria, ad un approccio con i clienti fondato su stabili relazioni di fiducia e ad una flessibilità nell’erogazione del credito che non sempre si riscontra nei grandi gruppi, hanno consolidato uno stretto legame con le piccole imprese radicate nei distretti produttivi italiani e ne hanno favorito la crescita”.

Guerrini ha quindi espresso “preoccupazione per i processi di acquisizione e di concentrazione riguardanti il sistema bancario poiché, spostando i centri decisionali degli istituti di credito fuori dal territorio di tradizionale operatività, creano fratture con le economie locali. Il rapporto con la banca rischia così di basarsi soltanto sull’adozione di rigidi parametri contabili, di criteri standard nel valutare richieste di denaro e affidabilità delle imprese. Senza tener conto delle esigenze di sviluppo del cliente e del progetto di impresa”.

“La crescita delle dimensioni della banca  – ha detto Guerrini – non deve significare abbandono del territorio. Al contrario, gli istituti di credito devono saper investire di più sulle piccole imprese, offrendo loro migliori servizi a prezzi contenuti e puntando al tradizionale radicamento al fianco delle realtà produttive locali. I piccoli imprenditori devono poter scegliere la propria banca in base all’efficienza, all’offerta di prodotti e servizi competitivi, personalizzati sulle proprie esigenze di credito”.

Guerrini ha anche auspicato che “la riforma delle banche popolari all’esame del Parlamento non finisca per snaturarne la specificità della forma societaria che ne ha garantito il buon funzionamento a vantaggio delle esigenze dei clienti-imprenditori”.

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