24 Agosto 2007, h. 12:44

Prezzi energia elettrica – Rapporto di Confartigianato Per imprese italiane bolletta elettrica più cara di 6 miliardi/anno rispetto a media Ue Maggiori costi in Lombardia (+ 1,4 mld), Veneto (+ 663 mln), Piemonte (+ 585 mln)

Per le nostre imprese il prezzo dell’energia elettrica è il più alto d’Europa, superiore addirittura del 52,6% rispetto alla media dei Paesi Ue. Con il risultato che nel 2006 gli imprenditori italiani hanno speso in elettricità 5.925 milioni in più dei loro colleghi europei.

E’ quanto emerge da un Rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato secondo cui, in media, ogni azienda italiana lo scorso anno ha pagato l’energia elettrica 5.932 di euro in più rispetto ad un’azienda europea. 

Ma questo divario diventa di 7.919 euro/anno per un’impresa del Nord Ovest, di 6.578 euro/anno nel Nord Est, di 5.157 euro/anno nel Mezzogiorno e, pur rimanendo rilevante, scende a 4.046 euro/anno nelle regioni del Centro.

La  classifica delle regioni dove gli imprenditori hanno subito le differenze di costo più ampie rispetto all’Europa vede al primo posto la Lombardia, con un maggiore esborso annuo di 1.426 milioni, seguita dal Veneto con 663 milioni, dal Piemonte con 585 milioni e dall’Emilia Romagna con 505 milioni. Al quinto e sesto posto la Toscana e la Puglia con maggiori costi pari rispettivamente a 399 e 327 milioni.

La graduatoria delle province dove gli imprenditori pagano i costi maggiori rispetto all’Ue vede in testa Brescia (+ 354,6 mln/anno), Milano ( + 327,1 mln/anno), Torino (+ 219,1/anno).

Il Rapporto di Confartigianato rivela che la differenza di costi con l’Europa è cresciuta dai 3.744 milioni nel 2005 ai 5.925 milioni dello scorso anno, con un aumento del 57,8%. 

Inoltre, Confartigianato sottolinea che dal luglio 2003 al luglio 2006 i prezzi italiani dell’elettricità sono aumentati ad una velocità superiore a quella dei prezzi europei. Infatti, nel triennio considerato i prezzi sono saliti nei paesi UE del 20,9% a fronte di un aumento del 31% dei prezzi italiani. Addirittura maggiore il divario per la classe di consumo delle piccole imprese (50.000 kWh all’anno): in questo caso la crescita dei prezzi in Italia è stata del 36,7%, contro il 19,0% dell’Ue, con un gap di 17,7 punti percentuali. 

“6 miliardi l’anno – commenta il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini – rappresentano un intollerabile gap di competitività per le nostre aziende, soprattutto per quelle di piccole dimensioni. I maggiori costi dell’energia elettrica sopportati dalle Pmi dipendono, oltre che dai ritardi nella liberalizzazione del mercato, anche da un sistema di tassazione dell’energia sperequato tra piccole e grandi imprese. Come se non bastasse, nella bolletta dei piccoli imprenditori si scaricano anche gli oneri generali di sistema che comprendono alcuni ‘sconti’ e vantaggi accumulati dai grandi consumatori di energia. Per questo – sostiene Guerrini – va giocata subito la partita della liberalizzazione del mercato elettrico scattata dal 1° luglio. Confartigianato è già pronta per accompagnare le piccole imprese e per consentire loro di coglierne le migliori opportunità in termini di riduzione dei costi dell’approvvigionamento di energia”. 

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