2 Ottobre 2007, h. 00:00

Aumento dei prezzi? Il Ministro dell’Agricoltura De Castro tira il freno

Aumento della produzione dei cereali, innalzamento del tetto delle quote latte, lotta alle speculazioni sui mercati agricoli, istituzione di un Osservatorio per monitorare i prezzi al consumo. Sarà questa la risposta dell’Unione Europea e del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per fronteggiare il caro prezzi che colpisce le filiere di cereali e latte. E non solo quelle italiane. Lo ha affermato il Ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro, nel corso di un tavolo tecnico che si è tenuto a Roma presso il Mipaf il 20 settembre alla presenza dei rappresentanti di Confartigianato Alimentazione e delle altre organizzazioni delle due filiere. “Gli ultimi dati sull’inflazione – ha detto De Castro – dimostrano che gli aumenti dell’intero paniere alimentare non superano l’1%. Ma non neghiamo che in alcuni comparti ci siano tensioni internazionali che hanno portato ad aumenti maggiori sui prezzi al consumo. Dunque bisogna intervenire”. Interventi, quelli proposti dal Ministro dell’Agricoltura, che mirano a calmierare gli scambi e a scoraggiare le speculazioni. Soprattutto attraverso l’immissione di nuovi stock di latte e grano sul mercato, risultato ottenibile ‘correggendo’ le quote latte e il totale delle superfici comunitarie seminate a cereali. Non si tratta però di interventi strutturali, come ha tenuto a specificare il Ministro De Castro, ma “solo operazioni per ritoccare una situazione congiunturale. Si tratta di un’azione di mercato”. Sul fronte dell’aumento delle semine, l’azione ministeriale ha già prodotto i primi risultati positivi: il 26 settembre il Consiglio dei Ministri di Bruxelles ha deciso di autorizzare un aumento di produzione dei cereali su tre milioni e ottocentomila ettari destinati al riposo (set aside) in tutto il mercato dell’Unione Europea. Una misura disposta proprio per rispondere all’aumento dei prezzi registrato nelle ultime settimane. “Con questa decisione” ha sottolineato De Castro “già con le prossime semine, in autunno in Italia ci saranno circa 180 mila ettari in più coltivati a cereali”. A dicembre la Commissione europea presenterà la sua proposta per fare entrare in vigore le nuove quote latte già dalla prossima campagna di commercializzazione, quindi dal primo aprile 2008. L’esecutivo si è riservato di fornire le cifre. Servono dati concreti, come quelli contenuti nel rapporto sul mercato lattiero in Europa che sarà presentato però solo a fine anno. Angelo Roncacci, responsabile di Confartigianato Alimentazione, ha condiviso le indicazioni a breve temine fornite dal Ministro De Castro. “Ben vengano l’attività di monitoraggio delle filiere e quella di repressione dei fenomeni speculativi, ma c’è ancora molto da fare per rispondere a quella quota di problemi lasciati ancora scoperti dall’azione dell’Agricoltura, che è comunque apprezzabile”. Roncacci, ha poi sottolineato come “irresponsabili e quindi da respingere in pieno le dichiarazioni di organizzazioni della produzione primaria che hanno tentato di colpevolizzare per i costi dei prodotti finali il mondo della trasformazione”. In realtà le piccole imprese e le imprese artigiane, che rappresentano il 90% del tessuto produttivo italiano hanno assorbito i rincari delle materie prime degli ultimi anni (uova, ricotta, burro, latte, oli di semi, etc.) comprimendo i profitti; per cui, a fronte di un aumento del prezzo del grano che nell’ultimo anno ha raggiunto il 60-70%, le imprese di panificazione, come rilevato dall’Istat, hanno ritoccato i listini del 5-10% e quelle della pasta del 10-12 %. Senza interventi di stabilizzazione dei prezzi delle materie prime, sarà difficile che le piccole imprese possano mantenere la competitività sul mercato. In modo particolare, se saranno confermate alcune indicazioni emerse nel corso della riunione del Mipaf: grano duro che da 350 euro la tonnellate (già il doppio del 2007) potrebbe spingersi fino a 500 euro; latte in polvere e burro che potrebbero allinearsi per percentuale di incremento. Tra le proposte di Confartigianato Alimentazione per calmierare i prezzi, c’è quella di un sostegno alle Pmi per acquisti attraverso accordi e contratti che possano accrescerne il potere negoziale. In questo modo anche le imprese più piccole, quelle più svantaggiate, avrebbero più possibilità di contrattare i prezzi delle materie prime.

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