11 Ottobre 2007, h. 00:00

Doppi controlli per l’import del tessile cinese

Dal 1° gennaio 2008 l’importazione in Italia di 8 categorie di prodotti tessili che provengono dalla Cina sarà sottoposta a un sistema di controlli bilaterali che saranno effettuati presso le dogane cinesi e quelle dei Paesi dell’Unione Europea. La notizia, comunicata dal titolare europeo al commercio Peter Mandelson , spazza via i timori delle imprese europee che guardavano con preoccupazione al 31 dicembre 2007, data che segna la fine del regime delle quote, che fino a oggi ha regolato l’import dalla Cina di una serie di prodotti tessili. Prevista anche una rete di sicurezza nel caso in cui emergessero gravi problemi nell’applicazione dei controlli. A quel punto potrebbe scattare una ‘clausola di salvaguardia’ in base alle regole dell’Organizzazione mondiale dei commerci (WTO). La proposta, avanzata da Italia, Francia e Spagna, è stata accolta favorevolmente dalla maggioranza dei Paesi presenti nel Comitato tessile dell’UE. Solo quattro i ‘no’ (Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Repubblica Ceca) all’istituzione del double check. Soddisfazione è stata espressa da Confartigianato Moda, che a più riprese aveva segnalato il pericolo determinato dalla mancata proroga dell’accordo, considerato l’ultima barriera contro il rischio di ‘colonizzazione’ di un mercato – come quello del tessile europeo – già fortemente penalizzato dalle triangolazioni commerciali e dalle importazioni illegali di merce a basso costo dall’estremo oriente. La Commissione della UE ha specificato che non si tratta di una misura protezionistica, per limitare i livelli di import, ma di uno strumento per monitorare l’ingresso delle merci, mentre il responsabile del commercio europeo Mandelson vede nell’accordo tra UE e Pechino un modo per assicurare ai produttori e importatori europei un ‘quadro chiaro’ degli sviluppi futuri. La soluzione piace anche al ministro per il Commercio internazionale Emma Bonino – “è la misura giusta per tutelare le imprese europee e i consumatori, favorendo un passaggio graduale verso il libero mercato” – che nel contempo ha rilanciato la battaglia per il Made In (l’indicazione obbligatoria in etichetta del paese di produzione delle merci), un’iniziativa sostenuta da Confartigianato Moda. Il sistema del doppio controllo impone agli esportatori cinesi l’obbligo di munirsi di una licenza specifica, rilasciata dalle autorità locali, poi controllabile in Europa. La misura si applicherà a otto categorie di tessili delle dieci sottoposte a restrizioni dopo l’introduzione del memorandum d’intesa UE-Cina adottato nel 2005 sulla scia delle preoccupazioni suscitate fra i produttori europei dall’afflusso massiccio di prodotti tessili orientali a basso costo. Le categorie poste sotto osservazione sono quelle definite da Bruxelles le ‘più delicate’: t-shirt, pullovers, reggiseno, lenzuola, pantaloni da uomo, vestiti da donna, camicette, filati di lino.

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