21 Gennaio 2008, h. 00:00

Micro imprese, oltre 11 miliardi di euro annui bruciati dalla burocrazia

Le imprese italiane pagano ogni anno 14.920 milioni di euro per la burocrazia. Di questa immensa somma la spesa maggiore grava sulle spalle delle piccole imprese, quelle fino a nove addetti, che ogni anno “bruciano” fino a 11.386 milioni di euro l’anno. L’Ufficio studi di Confartigianato, dopo aver posto l’attenzione sulle uscite “ingiustificate” per l’energia, torna a puntare il dito contro i macigni che appesantiscono i bilanci aziendali della piccola imprenditoria italiana, costretta com’è a rinunciare al 5,8% della propria produttività tra documenti, bolli e pratiche varie. Una montagna di soldi che le micro imprese italiane sono costrette a buttare via, mentre l’Unione Europea ed alcuni Paesi comunitari, come Francia, Spagna e Germania, si stanno impegnando già da tempo a limare gli oneri amministrativi recuperando produttività e punti di PIL. Se si considera l’incidenza degli stipendi pubblici sul PIL, l’indice preso in esame, i “nostri vicini di casa” hanno fatto registrare un calo medio dello 0,5%, mentre in Italia l’incidenza della spesa per il pubblico impiego sul PIL è aumentata dello 0,2%, rappresentando l’ennesima voce stonata fuori dal coro europeo. Un altro dato importante emerge dal confronto tra gli stipendi del pubblico impiego e quelli del settore privato. Infatti, tra il 1999 ed il 2006, la retribuzione pro-capite nel pubblico è aumentata del 56%, più del doppio rispetto alla crescita nel privato, fermo al + 23,8%. Se è vero, poi, che i dipendenti pubblici arrivano a rappresentare il 19,9% sul totale degli occupati in Italia, nel Mezzogiorno la pubblica amministrazione dà lavoro addirittura ad un dipendente su quattro, con il picco raggiunto in Calabria, dove il 29% del totale degli occupati è un dipendente pubblico, seguita dal Molise, con il 28,8%, la Campania, con il 27,1%, e la Sicilia, dove lo Stato è il datore di lavoro del 26,9% dei lavoratori dipendenti. Ma, nonostante l’aumento della spesa pubblica, la voce degli investimenti statali nell’ICT, l’Information e Communication Technology, una spinta significativa per aumentare la produttività, non ha fatto registrare cifre importanti. Infatti, per ogni 100 euro spesi per il pubblico impiego, soltanto 2,6 euro vengono destinati all’ICT, contro i 3,5 euro della Germania.

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