26 Marzo 2008, h. 00:00

Confartigianato dà i numeri del “forfettone”

A tre mesi dall’entrata in vigore del “regime dei minimi”, il cosiddetto “forfettone” introdotto dalla Finanziaria 2008, che ha previsto un’imposta secca del 20% sul reddito in alternativa a Irpef, Irap e Iva, Confartigianato traccia un primo bilancio delle imprese associate che hanno aderito alla nuova opzione. Il modello elaborato dall’Ufficio Studi Confederale ha preso in esame un campione significativo di 63.466 imprese, le cui contabilità sono gestite da un gruppo di 35 Associazioni di Confartigianato, che rappresentano il 55,1% dei 520.000 associati. L’analisi ha considerato le imprese che hanno i requisiti per aderire al regime dei minimi. Sono risultate in linea con i parametri fissati dal Ministero delle Finanze, il 23% delle ditte individuali del campione. Di queste il 41,7% (6.087 soggetti) ha aderito al regime semplificato. Per quanto riguarda la ripartizione geografica delle adesioni, il quadro che emerge è sostanzialmente equilibrato. Poche le variazioni, di ordine decimale, tra Nord (41,8%) e Centro-Sud (41,1). “Il risultato – spiega Andrea Trevisani, Direttore delle Politiche Fiscali di Confartigianato –conferma l’impegno informativo delle strutture della Confederazione che sono state molto attente a spiegare alle imprese associate le condizioni in cui poteva convenire, o meno, l’adesione al regime dei minimi, e i casi in cui il nuovo regime produce reali risparmi d’imposta”. All’indomani dell’entrata in vigore del “forfettone”, avvenuta lo scorso 2 gennaio, era stato proprio il vice Ministro dell’Economia Vincenzo Visco a chiedere alle Organizzazioni di categoria il massimo impegno nel comunicare agli associati i contenuti del nuovo regime. “Il Governo farà la sua parte – aveva detto Visco – nel dare le informazioni necessarie. Ma sarebbe importante che un contributo in tal senso venisse anche dal mondo delle Organizzazioni di categoria”. Le associazioni imprenditoriali e i consulenti fiscali “avvertano in questi giorni i propri associati e i propri clienti, se questi ultimi si trovano nelle condizioni di poter optare per il regime semplificato”. Il vice Ministro aveva concluso sottolineando che per il buon fine dell’iniziativa “il loro ruolo (quello delle Organizzazioni n.d.r.) e la loro responsabilità diventano decisivi”.

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