16 Giugno 2008, h. 00:00

Burocrazia, una tassa da 11,4 miliardi di euro l’anno

La burocrazia costa ai piccoli imprenditori artigiani 11,4 miliardi di euro e quasi 90 giorni di lavoro l’anno. La denuncia arriva da un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato. Dall’analisi del rapporto sul costo della burocrazia in Italia emerge l’ennesimo paradosso tutto italiano, quello per cui a pagare devono essere sempre, e spesso anche soltanto, le micro e piccole imprese, quelle che impiegano fino ad un massimo di 9 addetti. Infatti, dei 14.920 milioni di euro l’anno versati da tutte le imprese italiane nelle casse della burocrazia statale, la fetta più grossa proviene dalle microimprese. In tutto, 11.386 milioni di euro l’anno, quasi 11,4 miliardi. Un imprenditore è costretto, così, ad impiegare una persona solo per occuparsi di tutte le formalità richieste dalla burocrazia italiana. Un lavoro che richiede “appena” 89,5 giorni all’anno. L’Ufficio studi di Confartigianato ha indicato anche il giorno esatto in cui un’impresa chiude il proprio conto annuale con la burocrazia per iniziare “a generare valore esclusivamente per remunerare i fattori produttivi”: l’8 maggio. Che l’Italia non sia un Paese a cui piace fare poche cose e semplici è evidente a tutti. Un solo dato è emblematico in tal senso, il numero delle leggi attualmente vigenti nel nostro Paese. La Germania deve fare i conti con 4.547 leggi vigenti, più della metà della Francia, con le sue quasi 10mila leggi vigenti, 9.837 per l’esattezza. In Italia ce ne sono 21.691, più del doppio di quelle francesi, quasi cinque volte quelle tedesche. Dura lex, sed lex, si diceva un tempo. Paragoni che si sarebbero evitati volentieri se non fosse che l’Unione Europea ha iniziato a mettere sotto accusa i costi burocratici dei Paesi comunitari. Nel 2006, infatti, la Commissione europea ha proposto di ridurre drasticamente il peso della burocrazia, ponendosi come obiettivo il taglio del 25% entro il 2012. Un taglio che aumenterebbe dell’1,5% il Pil di tutta l’Eurozona. In Italia, ha calcolato ancora l’Ufficio studi di Confartigianato, con una “burocrazia zero” il prodotto per singolo addetto aumenterebbe del 2,3%. I benefici per le imprese di piccole dimensioni sarebbero anche maggiori. Con una burocrazia ad impatto zero, infatti, ognuna di loro recupererebbe il 5,8% di produttività ed addirittura il 53,7% del divario di produttività che attualmente le dividono dalle imprese francesi, tedesche e spagnole. Il confronto con le concorrenti europee disegna uno scenario poco allettante per le micro e piccole imprese italiane. Ma se l’Europa si pone l’obiettivo di abbattere il costo della burocrazia per le imprese, in Italia, tra il 2005 ed il 2006, i costi amministrativi sono aumentati del 6,7%. Nel 2007 di un altro 5%.

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