19 Giugno 2008, h. 00:00

Trasporti ed infrastrutture, il Paese viaggia con “SprechItalia”

Alitalia e Trenitalia tra il 2003 ed il 2007 hanno perso 5.878 milioni di euro, più di 3 milioni di euro al giorno. La denuncia è del Presidente Giorgio Guerrini, i numeri sono dell’Ufficio studi di Confartigianato, che proprio sui bilanci aziendali dei trasporti e delle infrastrutture italiane ha stilato un dossier. Numeri importanti che hanno conquistato la prima pagina di “Libero Mercato” il giorno successivo all’Assemblea confederale del 12 giugno. Il titolo del quotidiano economico diretto da Oscar Giannino lasciava poco spazio all’interpretazione: “Alitalia, Anas e Trenitalia bruciano 7,2 milioni al giorno”. Seguito, nel sommario, da un emblematico: “Confartigianato denuncia la paralisi del sistema Italia. Infrastrutture e servizi poco efficienti e troppo costosi”. La vignetta di Forbes, con un preoccupato Tremonti intento a riempire la fossa delle tre compagnie con palate di euro, dava colore ad un’analisi preoccupante. Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato, ha rilevato come, nel solo 2006, le tre aziende hanno bruciato 7.165.479 euro al giorno, viaggiando ad una velocità di crociera di 300mila euro all’ora. Ma se la vicenda Alitalia, che ha infiammato gli ultimi giorni della recente campagna elettorale, è ormai nota, dei bilanci di Trenitalia e Anas si è parlato meno. Trenitalia ha stabilito un ben poco lusinghiero record di velocità, perdendo 3.257 milioni di euro in cinque anni, dal 2003 al 2007. Bilanci in rosso ed intervento dello Stato, che tra il 2001 ed il 2005 ha versato nella casse di Trenitalia 17,3 miliardi di euro, qualcosa come 3,5 miliardi di euro all’anno. Nel 2007 quest’ultima ha cambiato rotta, riducendo la perdita rispetto all’anno precedente. Ma da una più attenta analisi, si nota che, una volta di più, il contenimento delle perdite è “merito” dei passeggeri. Dal dicembre 2006 al gennaio 2008, come ha rilevato l’Ufficio studi Confartigianato, il prezzo dei biglietti ferroviari è aumentato del 13,2%. Soltanto negli ultimi due anni, il trasporto ferroviario italiano è aumentato del doppio rispetto all’incremento medio dell’Eurozona, tre volte quello francese. Altro giro, altra corsa, direbbe qualcuno. Ma, con Alitalia, lo spettacolo non cambia, il giro è lo stesso. La compagnia di bandiera italiana nel quinquennio 2003/07 ha perso 2.621 milioni di euro, chiudendo in rosso tutti e cinque i bilanci presi in esame. Anche qui, di fronte ad uno stato di crisi, lo Stato ha messo mano al portafoglio. Dal 1998 al 2008, Alitalia ha beneficiato di 4.821 milioni di euro, tra aumenti di capitale e prestiti. Soltanto l’ultimo in ordine di tempo, di 300 milioni di euro, è stato approvato dal Senato il 19 giugno 2008. Croce e delizia dello stato di salute di un’azienda, anche la Borsa ha dimostrato che Alitalia sta precipitando, nonostante i continui pieni di carburante pagati dallo Stato. Il titolo della compagnia di bandiera, tra il 4 maggio 1998 ed il 23 maggio 2008, ha perso il 97,1% del proprio valore. Che si stia parlando di trasporto aereo, su ferro o su strada, l’andamento negativo delle tre compagnie pubbliche non cambia. I bilanci d’esercizio del biennio 2005/06 dell’Anas, infatti, non sono migliori di quelli delle altre due compagnie. Nel biennio preso in esame dall’Ufficio studi di Confartigianato, l’Azienda Nazionale Autonoma per le Strade ha perso in media 461 milioni di euro all’anno. Anche qui, azienda a secco e soccorso statale. Tra il 2005 ed il 2007, l’Anas ha ricevuto 860 milioni euro per trasferimenti correnti e 7.113 milioni per trasferimenti in conto capitale. In tutto, dopo i maxi prestiti ad Alitalia e Trenitalia, lo Stato ha rimpolpato anche le casse dell’Anas con 7.937 milioni di euro complessivi in tre anni.

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