29 Luglio 2008, h. 00:00

Burocrazia zero e semplificazioni: la ricetta di Confartigianato per la riforma della P.A.

Ridurre il numero degli uffici pubblici, semplificare le norme e gli adempimenti burocratici. E ancora, snellire il linguaggio burocratese con cui comunica la P.A. Sono queste le principali indicazioni che arrivano da artigiani, piccoli imprenditori e cittadini chiamati a dire la loro sulle iniziative del Governo in materia di semplificazione burocratica e sulle azioni necessarie per la riforma della pubblica amministrazione. Cittadini e imprenditori concordano nell’attribuire agli uffici dei Comuni la maglia nera di strutture con la più alta complessità burocratica. Ma nella classifica che emerge dal sondaggio realizzato dall’Istituto Ispo per Confartigianato su un campione di 1200 persone fra artigiani, imprenditori e cittadini, ce n’è per tutti. Anche per le Asl, l’Inps, l’Agenzia delle Entrate. A giudizio degli imprenditori, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps, le Asl, le Camere di Commercio e la Provincia, seguono – in questo preciso ordine – gli sportelli dei Comuni per ‘pesantezza’ burocratica. In sostanza sono questi gli uffici dove, secondo gli intervistati, è richiesto il maggior numero di pratiche considerate inutili. Nella graduatoria segnalata dai cittadini, rispetto a quella compilata dagli imprenditori, variano le posizioni di alcuni uffici. Ad esempio, subito dopo gli uffici comunali si trovano quelli delle Asl, seguiti dall’Inps e dall’Agenzia delle Entrate. Ma le differenze di giudizio tra imprenditori e cittadini si fermano qui. I due gruppi, infatti, riacquistano compattezza nell’indicare le azioni considerate più utili alla semplificazione burocratica. Il 45% degli intervistati ritiene necessario ridurre il numero degli uffici pubblici cui bisogna rivolgersi per adempiere ad obblighi amministrativi; altrettanto importante la necessità di semplificare le norme (indicata dal 45% degli imprenditori) e gli adempimenti burocratici (41%). Sempre il 41% dei cittadini ritiene utile, poi, semplificare il linguaggio burocratese. Alcune ricette per risalire la china piacciono in particolar modo al mondo dell’impresa. Piace al 79% degli imprenditori, ad esempio, la proposta di far gestire a soggetti privati (come le associazioni di categoria) ‘pezzi’ di P.A. Oppure, il 52% degli imprenditori dice ‘sì’ al taglio dei controlli preventivi alle imprese, sostituiti da rigorosi controlli successivi. Per il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini si tratta di un’ulteriore conferma: “Le risposte del sondaggio confermano la necessità che il Governo proceda rapidamente e senza esitazioni nel percorso avviato. Bisogna seguire – sottolinea Guerrini – l’esempio dei principali Paesi europei che hanno adottato provvedimenti per ridurre il peso della burocrazia. Basti dire che, tra il 1998 e il 2007, mentre in Italia l’incidenza sul Pil della spesa per il pubblico impiego è cresciuta dello 0,2%, nell’Ue a 12 è scesa dello 0,5%. In particolare in Francia è diminuita dello 0,5%, in Spagna dello 0,6% e in Germania addirittura dell’1,4%. Ci aspettiamo che gli annunci del Governo si traducano presto in azioni concrete”. Un’aspettativa largamente condivisa da imprenditori e cittadini che nel sondaggio manifestano però qualche dubbio circa la reale possibilità del Governo di sburocratizzare il Paese. Secondo il 52% degli imprenditori e il 49% dei cittadini, il problema prioritario che il Governo troverà sulla strada della semplificazione sarà proprio quello di riuscire a scalfire le procedure burocratiche.

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