4 Luglio 2008, h. 00:00

La riforma dei contratti passa per Confartigianato

Confartigianato, Cgil, Cisl e Uil e le altre sigle dell’artigianato si sono incontrate per “verificare l’accordo di due anni fa, partendo dagli aspetti positivi, per confermarli e migliorarli”, come ammette il Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini. Quattro gli obiettivi da raggiungere: la piena attuazione del modello contrattuale decentrato su base territoriale, necessario per distribuire la produttività dove si genera e per dare una risposta all’emergenza salariale, la semplificazione degli attuali 17 contratti nazionali, il potenziamento degli organismi bilaterali e la definitiva affermazione della previdenza complementare. Tanti argomenti da trattare, a cominciare dal decentramento territoriale della contrattazione, dove l’artigianato ha fatto da apripista con gli accordi interconfederali del 17 marzo 2004 e del 14 febbraio 2006. La volontà è quella di continuare ad affermare la contrattazione di secondo livello, quella regionale. “Il modello di contrattazione fondato sul decentramento territoriale va pienamente attuato – ha spiegato Cesare Fumagalli – e gli indicatori regionali inflattivi rilevati quest’anno dall’Istat possono rappresentare una base per garantire il recupero del potere d’acquisto a livello decentrato”. Come dire che se l’inflazione non la si coglie a livello nazionale, questa può essere recuperata in un secondo momento, con la contrattazione di secondo livello. Dal palco dell’Assemblea annuale, il Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, aveva sottolineato la necessità di procedere ad una semplificazione a tutto campo, da ottenere grazie ad una maggiore partecipazione tra le parti sociali. Due istanze che Confartigianato ha riproposto al tavolo interconfederale, sottolineando la “necessità di arrivare ad un unico contratto nazionale per l’artigianato, al posto degli attuali 17 contratti collettivi della categoria”, come ha dichiarato Fumagalli, e di rafforzare l’attività degli Enti bilaterali. “L’artigianato è stato il primo settore a sperimentare e diffondere gli Enti bilaterali – ha ricordato il Presidente Guerrini – che, in 20 anni di attività, hanno consentito di gestire, senza oneri per lo Stato, un efficace sistema autonomo e privatistico di tutele per i lavoratori e per gli imprenditori fondato su basi mutualistiche, di sostegno in caso di crisi congiunturali o di calamità naturali”. Ultimo punto dell’agenda dei lavori per la revisione del sistema contrattuale dell’artigianato è lo sviluppo della previdenza complementare. Un’esperienza che, ad oggi, non è riuscita ancora a convincere gli artigiani ed i piccoli imprenditori italiani della propria efficacia. Il prossimo appuntamento è stato fissato al 9 luglio, secondo di una serie di incontri settimanali che dovrebbero terminare a fine settembre.

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