14 Novembre 2008, h. 17:09

CRISI FINANZIARIA Sondaggio Confartigianato-Ispo I piccoli imprenditori ‘sentono’ la crisi, ma credono nella forza della propria azienda Confartigianato indica priorità per sostenere l’economia reale

Preoccupati per le sorti dell’economia ma, nonostante tutto, fiduciosi nelle potenzialità della propria azienda.

Questa la percezione della crisi finanziaria da parte di artigiani e piccoli imprenditori secondo i risultati di un sondaggio condotto da Ispo per Confartigianato su un campione di imprenditori associati.

Il 60,5% degli artigiani ritiene molto utile l’intervento dello Stato per affrontare la crisi finanziaria. E, a questo proposito, gli imprenditori non hanno dubbi: l’azione considerata più efficace è, per oltre il 58% del campione, la diminuzione del carico fiscale.

La rilevazione fa emergere una percezione molto netta, ma non ancora drammatica, delle difficoltà congiunturali: il 51,8% dei piccoli imprenditori è convinto che nei prossimi mesi la situazione economica italiana peggiorerà.

Tuttavia soltanto un terzo degli imprenditori intervistati (34,1%) ritiene che peggiorerà la situazione economica della propria azienda, mentre il 44,3% del campione pensa che resterà invariata, cioè positiva come ora.

Molto diffusi tra gli artigiani (73% degli intervistati) i timori per l’aumento dei tassi di interesse.

Scende invece al 40,5% la percentuale di imprenditori preoccupati per la tenuta dei livelli occupazionali della propria azienda.

Il 56% degli imprenditori è preoccupato per l’accesso al credito e il 21% ha percepito azioni restrittive da parte delle banche, soprattutto la richiesta di maggiori garanzie e l’incremento dello spread sui tassi di interesse.

Oltre la metà del campione (56%) pensa di far fronte a possibili future esigenze di liquidità per la propria azienda tramite autofinanziamento e il 26% tramite credito bancario.

Tra i problemi più gravi denunciati dagli imprenditori in questa fase di crisi, vi sono i ritardi dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.

Infatti, le piccole imprese che forniscono beni e servizi alla PA devono aspettare, in media, 3 mesi e mezzo per essere pagati dalla Pubblica Amministrazione.  Ma per 222.000 imprese – pari al 28% di quelle che forniscono beni e servizi alla PA – l’attesa supera i 4 mesi.

“La situazione delle imprese delineata nel sondaggio – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini – rende improcrastinabili interventi di sostegno all’economia reale”. Il Presidente Guerrini indica i seguenti interventi prioritari: sostenere l’accesso al credito e gli investimenti delle micro e piccole imprese mediante il rafforzamento del sistema dei Consorzi Fidi; spostare il versamento dell’Iva al momento dell’incasso delle fatture; misure di tutela delle imprese soggette agli studi di settore; misure sul versamento della II rata di acconto Irpef; revisione delle tariffe dei premi assicurativi Inail; intervenire sui tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione mediante la compensazione tra debito tributario iscritto a ruolo e credito di qualsiasi natura vantato dalle imprese nei confronti della PA”.

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