15 Gennaio 2009, h. 00:00

La risposta alla crisi? Il “saper fare” dell’uomo artigiano

L’artigianato, nella sua accezione più autentica di “arte di saper fare” e di “saper fare arte”, riafferma la sua straordinaria attualità nel volume del sociologo statunitense Richard Sennett, “L’uomo artigiano”, fresco di stampa per i tipi di Feltrinelli. Il libro è stato presentato il 13 gennaio a Milano, presso la Fondazione Feltrinelli. All’iniziativa, promossa dalla casa editrice milanese, sono intervenuti l’autore, il Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, ed il Prof. Guido Martinotti, docente di Sociologia urbana all’Università di Milano Bicocca. E’ stato lo stesso Sennett, professore di Sociologia alla New York University e alla London School of Economics, a spiegare l’importanza che oggi, nella fase di crisi dell’economia mondiale, assumono le caratteristiche dell’uomo artigiano: saper fare bene le cose per il proprio piacere. Una regola di vita semplice e rigorosa che ha consentito lo sviluppo di tecniche raffinatissime e la nascita della conoscenza scientifica moderna. Il libro di Sennett offre numerosi spunti di lettura: è un saggio erudito e, unico nel panorama editoriale a livello internazionale, ricchissimo di spunti e di approfondimenti che, tra presente e passato, toccano gli aspetti storici, filosofici, sociologici e antropologici dell’essere artigiano. Durante la presentazione del volume, il Prof. Sennett ha ammesso che il titolo suggerisce soprattutto una dimensione manuale del lavoro. “Ma – ha spiegato – non è la lettura corretta e non è ciò a cui tengo di più. Il mio obiettivo è stato piuttosto mettere in evidenza ciò che c’è dietro al lavoro artigiano, ovvero la passione e la cura per quel che si fa. E ciò non cambia se si è operai, impiegati, programmatori di software, imprenditori o addirittura genitori e artisti”. È questo il cuore del messaggio del sociologo statunitense: “Se efficienza e velocità diventano il metro per giudicare il lavoro, se la mobilità e il multitasking vincono, allora la maestria di chi lavora va a farsi benedire. E a perdere siamo tutti”. “L’uomo artigiano” è anche un viaggio nel tempo e nello spazio in cui si sono manifestate le forme più preziose di artigianato: a cominciare dall’Italia, “paese artigiano per eccellenza” come lo ha definito Sennett, che nutre per il nostro Paese una grande passione. Nel corso del proprio intervento durante la presentazione del libro, il Presidente di Confartigianato Imprese, Giorgio Guerrini, ha ringraziato il Professor Sennett “perché – ha detto – con “L’uomo artigiano” ha analizzato con grande efficacia un tema troppo spesso sottovalutato, considerato fuori moda, e che, invece, oggi assume una straordinaria attualità”. “Il volume – ha sottolineato Guerrini – descrive un modo di produrre. Ma, soprattutto, ci parla di un modo di essere. Al punto che il titolo sarebbe dovuto essere “L’uomo è artigiano”, proprio perché gli elementi costitutivi dell’uomo artigiano sono in tutti noi: sono il desiderio di produrre un lavoro ben fatto e sono le abilità necessarie al “ben fare”. Queste caratteristiche appartengono non soltanto agli imprenditori artigiani ma anche a tutti coloro che amano il proprio lavoro, che lo svolgono con passione, che ogni giorno si impegnano per conseguire un risultato utile a se stessi e agli altri, alla comunità di cui fanno parte”. Secondo Guerrini, “questi valori, la riscoperta dell’essere artigiani, rappresentano una “ricetta” per reagire alla crisi che attraversa l’economia a livello mondiale. In questa fase di difficoltà, in cui paghiamo duramente gli effetti delle bolle speculative, dell’economia di carta”, di una finanza frenetica e troppo disinvolta, dobbiamo tornare agli elementi costitutivi dell’uomo artigiano, dobbiamo tornare all’economia reale. Dobbiamo ritrovare il ritmo, il gusto, l’orgoglio, la fatica, la soddisfazione di costruire cose ben fatte. Serve un’iniezione di valori artigiani nel mondo del lavoro. In questo senso, l’Italia – paese di antica e preziosa tradizione artigiana – può dare una grande lezione”. Guerrini ha tuttavia messo in guardia dal “rischio di considerare l’artigianato secondo la vecchia ed oleografica concezione del lavoro faticoso e manuale. Vale a dire proprio quell’immagine distorta che ha finito per allontanare i giovani dalle aziende artigiane. Anche grazie alle analisi di Sennett, l’artigianato ritrova invece una corretta identità nell’integrazione tra mente e mano, tra conoscenza teorica e abilità manuale: un mix che garantisce la qualità del prodotto e del servizio”. “Il suo libro – ha detto Guerrini rivolgendosi al Professor Sennett – dovrebbe entrare nelle aule scolastiche per insegnare ai nostri figli che c’è un futuro di lavoro gratificante, che sulle proprie abilità, competenze, passioni si può costruire un avvenire. Che non bisogna rassegnarsi ad una esistenza da precario o da centralinista in un call center. Ma credo che il suo libro dovrebbe essere letto anche da chi ha la responsabilità di guidare il Paese affinché, nelle scelte per reagire alla crisi, possa essere compreso e valorizzato quell’essere artigiani che gli individui esprimono nel proprio lavoro”.

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