23 Gennaio 2009, h. 00:00

Spiagge roventi, i canoni demaniali approdano alla Commissione Finanze

Si torna a parlare di spiagge, in particolare dei canoni demaniali che gli stabilimenti balneari pagano per l’utilizzo del litorale, oggi già carissimi, ma che potrebbero diventare ancora più cari se non sarà data una rapida e completa attuazione al «Protocollo Brambilla» che rappresenta l’unico “salvagente” che hanno le aziende del settore per non andare a fondo. Una previsione di aumenti che Oasi-Confartigianato (Operatori Associati Spiagge Italiane) e le altre Organizzazioni dei balneari non prendono neppure in considerazione. Il protocollo d’intesa del Sottosegretario al Turismo Michela Brambilla, siglato lo scorso autunno con le Regioni e le Associazioni di categoria, non è modificabile. L’entità dei canoni demaniali non può superare gli importi fissati dall’accordo, pena il rischio di fallimento per molti stabilimenti balneari. Questa la linea delle Associazioni dei balneari che ha improntato anche l’audizione dello scorso 22 gennaio presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati presieduta dall’on. Gianfranco Conte nel corso della quale è proseguito il percorso di regolamentazione della materia. In una nota diffusa al termine dell’incontro le Associazioni di categoria hanno tracciato un primo bilancio della vertenza. “Ora, alla luce dell’incontro con la Commissione presieduta da Conte e alle positive osservazioni scaturite nell’audizione delle Regioni, l’obiettivo che ci prefiggiamo è quello di concretizzare gli sforzi messi in campo e ottenere una rapida ed efficace risposta alle aspettative che il settore si attende. In modo particolare lo richiedono quelle centinaia di imprese che, non essendo state in grado di far fronte a richieste di canoni spropositati, stanno per entrare, se già non sono entrate, nel tunnel della revoca delle concessioni. Chiediamo quindi al Consiglio dei Ministri – concludono le Associazioni – l’adozione di un provvedimento d’urgenza che traduca al più presto il Protocollo d’intesa”. Uno degli scogli principali che è stato affrontato anche nel corso dell’audizione parlamentare resta quello delle pertinenze, ovvero quei casi in cui gli imprenditori balneari hanno in concessione, non solo i terreni, ma anche gli edifici e i manufatti che occupano. In questi casi – ha spiegato Giorgio Mussoni, Presidente di Oasi-Confartigianato – la Finanziaria 2007 ha previsto un aumento dei canoni addirittura del 1000%, e in alcuni casi anche del 1.500%. Un rincaro chiaramente non sostenibile dalle imprese. Da qui l’impegno delle Associazioni – confermato anche nell’audizione – a fare ‘qualche sacrificio’, accettando gli aumenti generalizzati previsti dall’Accordo del sottosegretario Brambilla per le concessioni dei terreni demaniali (aumenti tra il 60% e l’80%), pur di abbassare i canoni delle concessioni con pertinenze, ingiustamente penalizzate; in sostanza, la proposta è quella di un livellamento che comunque non può prescindere da un abbattimento dei costi delle concessioni con pertinenze.

rss