11 Febbraio 2009, h. 00:00

Raccolta batterie esauste: il maxiemendamento al milleproroghe «non proroga» il Dl. Prestigiacomo

Non c’è traccia nel maxiemendamento al decreto legge Milleproroghe dell’articolo 21 bis che prevedeva lo slittamento al 1° gennaio 2012 dell’avvio del nuovo sistema di raccolta, riciclo e smaltimento delle batterie esauste: il testo approvato dal Senato nella seduta dell’11 febbraio, contrariamente a quanto annunciato nei giorni scorsi, non apporta alcuna modifica all’agenda del Decreto Legislativo 188/08 dello scorso 20 novembre che si appresta così a diventare pienamente operativo. Tra le novità previste dal Decreto c’è l’estensione degli obblighi di raccolta, riciclo e smaltimento che fino oggi hanno riguardato solamente le batterie al piombo (ovvero quelle dei veicoli a motore) anche alle pile e agli accumulatori, portatili o industriali, compresi quelli incorporati in apparecchi. Previsto anche l’allargamento delle responsabilità della gestione del sistema di raccolta e riciclaggio, e del relativo finanziamento, anche ai produttori di batterie che potranno adempiere al compito anche organizzandosi in consorzi. In sostanza, con l’entrata in vigore del Decreto, il settore si apre al mercato, e a pieno regime cancellerà la leadership assoluta del Cobat, il consorzio obbligatorio che da vent’anni garantisce in modo eccellente la gestione dell’intera filiera del recupero delle batterie esauste. Il consorzio non sarà cancellato; si troverà sul mercato alla pari con gli altri competitor. Il Decreto Legge non prevede alcun periodo transitorio per adeguare le strutture di raccolta. Contraria all’emendamento che avrebbe spostato in avanti di tre anni l’entrata in vigore del Decreto si è detta da subito il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo «Il governo – ha dichiarato il Ministro Prestigiacomo – ritiene che un provvedimento appena varato non possa essere rinviato di tre anni. Inoltre la direttiva europea 2006/66 CEE ci impone di superare il monopolio rappresentato dal Cobat (Consorzio obbligatorio per le batterie al piombo), aprendo il mercato ad altri consorzi e lasciando ai produttori di pile e accumulatori la libertà di associarsi per la gestione dei rifiuti di questi prodotti. Per questo la norma va ripristinata immediatamente. Un eventuale rinvio, tra l’altro, farebbe scattare subito a Bruxelles una procedura d’infrazione contro l’Italia». Di senso opposto il giudizio espresso da Confartgianato prima della notizia della cancellazione dell’emendamento. “Va chiarito – scrive tra l’altro la Confederazione in una nota congiunta con le altre organizzazioni dell’artigianato – che l’emendamento previsto non sospende la nuova legge, ma conferisce più tempo per impartire alcune modifiche riguardanti l’attività di raccolta delle batterie al piombo. Poiché il Decreto non lascia alcun periodo transitorio per adeguare le strutture di raccolta risulta estremamente problematico per imprese ed operatori della raccolta ottemperare alle nuove disposizioni”. Conclude la Confederazione: “In questo senso si può affermare che la proroga prevista dal Parlamento, volta a consentire gli adeguamenti necessari, non rischia di innescare contenziosi comunitari”. Tramontata l’ipotesi del differimento dell’entrata in vigore del provvedimento, restano le preoccupazioni circa il nuovo sistema di raccolta previsto dal Decreto del Ministro Prestigiacomo. Preoccupazioni verso una rete di raccolta nuova e tutta da creare, e per il destino di una rete che al contrario esiste e che funziona alla perfezione: il COBAT. Una leadership lunga 20 anni nella tutela ambientale, 20 anni di grandi intuizioni, di sforzi premiati, di successi costanti; questa in sintesi la storia del consorzio che in 20 anni ha raccolto 2.782.929 tonnellate di batterie esauste, pari a circa 230 milioni di batterie avviate a riciclo e con un tasso di recupero prossimo al 100% dell’immesso al consumo. Risultati importanti fanno del Cobat un caso di eccellenza nazionale ed una realtà all’avanguardia in campo internazionale: un modello di gestione che molti Paesi esteri hanno assunto come punto di riferimento da cui partire. “L’Italia – concludono le organizzazioni dell’artigianato nella nota – è prima al mondo per questo tipo di raccolta differenziata. Il nostro Paese è riuscito in tale impresa con le vecchie norme e grazie al sistema consortile Cobat che in venti anni ha dato prova di estrema efficacia e non è stato mai contestato dall’Unione Europea”.

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