27 Febbraio 2009, h. 00:00

Scajola, «a marzo gli aiuti per la moda»

Arriveranno entro metà marzo le prime misure a sostegno del comparto della moda «made in Italy». A rassicurare imprese, organizzazioni imprenditoriali e sindacati del settore moda-tessile, che da tempo sollecitano al Governo un piano di interventi a sostegno del settore colpito dalla globalizzazione prima e dalla crisi economica poi, è il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, in apertura del tavolo di confronto tra Governo e parti sociali convocato presso il ministero lo scorso 26 febbraio. Attorno al tavolo Confartigianato Moda, le altre organizzazioni dell’artigianato, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Abi e tutte le sigle sindacali, oltre ai tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico e ai rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Lavoro, del Dipartimento per le Pari Opportunità, dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. E’ ancora presto per dire quale sarà l’entità delle risorse che il Governo intende mettere in campo per sostenere il comparto. Il Ministro non abbozza cifre, rimandando la comunicazione al nuovo tavolo che sarà riconvocato tra quindici giorni. Un fatto è comunque chiaro. Nessun intervento a pioggia, perché “le risorse disponibili – spiega Scajola – sono poche e quindi faremo tutto il possibile per impiegarle senza sprechi, ponderando con attenzione gli interventi”. Sempre tra quindici giorni saranno chiarite anche le azioni che il Ministero dello Sviluppo, di concerto con gli altri ministeri interessati, intende compiere per rilanciare il settore. Il Ministro ha concordato con le parti sociali che gli interventi per essere utili dovranno essere tempestivi: “Nel 2008 rispetto al 2007 c’è stato un calo complessivo del tessile abbigliamento dell’1,8%, ma se poi vediamo il settore delle calzature che ha avuto una flessione del 10,2%, l’allarme è forte”. Secondo le prime anticipazioni fatte da Scajola al tavolo, i sostegni “saranno concentrati sulla produzione, sulla distribuzione e sull’internazionalizzazione delle imprese”. Inoltre gli interventi saranno pensati in maniera differente per le piccole e le grandi imprese. Senza tralasciarne nessuna perché “tutte le 30.000 imprese sono importanti”. Confermato che si tratterà di interventi trasversali ai vari ministeri. Con il Ministero delle Finanze lavorerà per realizzare “strumenti finanziari orizzontali”, mentre con il Ministero del Lavoro per “ampliare la copertura sulla cassa integrazione” e per “supportare e valorizzare la manodopera femminile” che rappresenta il 75% dell’occupazione del settore. A proposito del potenziamento della cassa integrazione, il Ministro ha dichiarato: “Per tutti gli aspetti di sostegno, seguirò una linea che io preferisco: accompagnare l’impresa al lavoro, piuttosto che accompagnare il lavoratore in cassa integrazione”. Su questo punto, come su altri del piano esposto dal Ministro, Confartigianato Moda ha espresso il proprio giudizio favorevole. Nel documento congiunto presentato al Governo dalle parti sociali a metà dicembre, le organizzazioni dell’artigianato avevano tracciato una strada per aiutare le imprese artigiane della moda a risolvere il problema immediato della liquidità. Una strada che supera la cassa integrazione prevedendo, per le imprese che non adotteranno licenziamenti né cassa integrazione guadagni, il differimento di un anno del versamento dei contributi obbligatori e degli obblighi fiscali. Una proposta che le parole del Ministro rendono attuale. Scajola, per rilanciare il mercato, ha annunciato anche una stretta sulla contraffazione dei marchi del made in Italy. Entro fine marzo verrà emanato un provvedimento “che il Senato ha emendato in maniera ancora più restrittiva” con l’inserimento di misure incisive anti-contraffazione. In arrivo anche “una campagna straordinaria sull’internazionalizzazione”. Sulla rilevanza del ruolo economico del comparto della moda, il Ministro Scajola è tornato più volte. “Con i suoi 70 miliardi di euro, di cui la metà in esportazioni – ha detto Scajola – il Paese non ne può fare assolutamente fare a meno” come non possono essere abbandonate “30.000 imprese che danno lavoro a più di 800.000 addetti”. Ma aldilà dei numeri, il Ministro ha sottolineato che il sistema moda è anche altro. E’ la bandiera del made in Italy, il settore che più di ogni altro ha sdoganato l’immagine dell’Italia dallo stereotipo di paese “pizza e mandolino” – sono parole di Scajola. “Quando si parla di Italia e Made in Italy la prima cosa che oggi viene in mente è la moda: un immagine di qualità e di serietà”. Soddisfazione per il riconoscimento del ruolo svolto dal settore è stata espressa dal Presidente della Federazione Nazionale della Moda di Confartigianato, Giuseppe Mazzarella. “Si tratta di un primo passo anche se decisamente positivo. Ora l’attesa è quella che gli interventi anticipati dal Ministro Scajola vengano varati rapidamente. In particolare quelli che prevedono il differimento di un anno dei versamenti dei contributi e dei premi, senza alcun onere né per interessi, né per sanzioni civili”.

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