6 Marzo 2009, h. 14:50

I risultati dell’Osservatorio Confartigianato sull’Imprenditoria Giovanile Credito sempre più difficile: per il 31% delle piccole imprese peggiorati i rapporti con le banche I problemi più gravi: incremento delle garanzie, spread e costi bancari troppo elevati

Accesso al credito sempre più difficile per i piccoli imprenditori. Tra inizio dicembre 2008 e metà gennaio 2009, la quota di giovani imprenditori che ha registrato un peggioramento nei rapporti con le banche cresce dal 26,2% al 30,9%.

E’ quanto emerge dal 3° Osservatorio Confartigianato sull’imprenditoria giovanile artigiana presentato all’Assemblea dei Giovani Imprenditori di Confartigianato sul tema “Sfidare la crisi” che si svolge a Firenze il 6 e 7 marzo.

La stretta del credito sulle piccole imprese guidate da giovani si fa sentire soprattutto con un incremento delle garanzie richieste dalle banche: infatti, tra dicembre 2008 e metà gennaio 2009, è raddoppiata, passando dal 20% al 41,3%, la quota di imprenditori che denunciano questo problema. Inoltre è aumentata dal 23,8% al 30,7% la quota di imprenditori che lamentano spread e costi bancari troppo elevati.

Non meno gravi i problemi delle imprese per la richiesta da parte delle banche di rientro anticipato del credito utilizzato. Una criticità che viene denunciata dal 20% dei giovani imprenditori. Mentre le lungaggini burocratiche vengono segnalate come un problema dal 12,3% delle imprese.

L’Osservatorio di Confartigianato mette in evidenza che il 69,5% degli imprenditori teme che la crisi avrà ripercussioni sulla propria attività economica. In particolare, il 63,8% ritiene che la principale conseguenza della crisi sarà un ulteriore peggioramento della liquidità. Rispetto ai primi di dicembre del 2008, aumenta tra i giovani capitani d’impresa l’impressione della contrazione degli investimenti e della difficoltà ad ottenere i finanziamenti.

Sale al 25,1% la percentuale di giovani imprenditori che, nel secondo semestre 2008, hanno visto aumentare l’indebitamento. Appena il 9,4% dichiara di averlo diminuito e solo una azienda su cinque non si è indebitata.

L’indagine evidenzia la grande incertezza e preoccupazione che le imprese artigiane stanno vivendo: per i prossimi sei mesi solo il 7,6% degli imprenditori pensa di richiedere nuovi finanziamenti agli istituti di credito, contro i quasi due terzi che pensa di non farlo. Attualmente oltre la metà dei giovani alla guida di piccole imprese ha linee di credito attive che nel 48,6% dei casi consistono in mutui.

Ad aggravare la situazione della liquidità aziendale dei piccoli imprenditori vi è il fenomeno dei ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione nei confronti delle piccole imprese fornitrici di beni e servizi. Il tempo medio di pagamento degli enti pubblici è di 3,8 mesi, ma le imprese da 10 a 19 addetti devono aspettare fino a oltre 5 mesi.

Crisi e stretta creditizia, però, non minano la fiducia che i giovani capitani d’impresa ripongono nelle proprie risorse e nella propria attività. Nel corso dell’ultimo anno, infatti, il 35,9% delle aziende ha operato investimenti per lo sviluppo dell’azienda, sopratutto per sostituire e rinnovare attrezzature (64%), con il risultato principale di conseguire una maggiore produttività del lavoro (54,5%). Una determinazione a potenziare la propria impresa testimoniata anche dal fatto che, per finanziare gli investimenti, ben il 39,7% delle imprese ha impiegato risorse proprie.

rss