1 Ottobre 2009, h. 00:00

ANAP: “La legge sulle colf e le badanti ha bisogno di correttivi”

“La norma è stata fatta per far emergere il lavoro nero di colf e badanti. Basarsi sulle stime fatte alla vigilia per dire che è stato un flop è sbagliato. Noi registriamo i dati e questo è quanto emerso”. Il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, non ci sta e risponde a chi criticava i risultati di quella che sarebbe dovuta essere una maxiregolarizzazione di golf e badanti. Il condizionale è d’obbligo, però, visto che le oltre 500mila richieste annunciate dal Viminale non supereranno quota 300mila. Il 23 settembre erano giunte soltanto 145mila richieste di regolarizzazione, mentre alle 13 di mercoledì, a meno di dodici ore dalla scadenza, erano poco più di 275mila richieste. “Alle 24 del 30 settembre sono pervenute 294.744 domande di emersione per lavoratori extracomunitari”, come ha fatto sapere il Viminale. “Sulla regolarizzazione di colf e badanti gravano improvvisazione, confusione e requisiti troppo rigidi – ha tuonato Famiglia Cristiana sulle colonne del numero del 4 ottobre 2009 – Le domande presentate sono ben lontane dai numeri stimati dal Ministero dell’Interno. Un’altra occasione sprecata, che lascerà una vasta area di sommerso e irregolarità”. Parole che entrano nel cuore delle polemiche che hanno accompagnato il mese di tempo concesso dal Viminale per regolarizzare colf e bandati. E mentre il Ministro Maroni assicura che “non ci sarà alcuna proroga dei termini di scadenza”, l’ANAP Confartigianato ha posto l’accento sulle reali problematiche di anziani e famiglie nella regolarizzazione di colf e badanti. “La causa dello scarso numero di richieste di regolarizzazione delle badanti extracomunitarie finora pervenute al Viminale, risiede nella restrittività della legge n. 102 del 3 agosto 2009, che necessiterebbe di alcuni correttivi”, ha esordito Enzo Ciccarelli, Presidente dell’ANAP Confartigianato. “Secondo la legge 102 del 2009 – ha ripreso il Presidente dell’Associazione anziani e pensionati di Confartigianato Persone – si può fare richieste di regolarizzazione solo se si lavorano almeno 20 ore settimanali con lo stesso datore di lavoro. Spesso, però, una badante, e ancor più spesso una colf, divide la propria prestazione con più famiglie, arrivando a 20 ore grazie all’impegno con più datori di lavoro. Ebbene, la legge non le consente di mettersi in regola. In questo modo resta lavoro sommerso, clandestinità ed evasione”. Un problema pratico, dunque. Anche, e soprattutto, in chiave fiscale. “L’attuale limitazione a soli 2.100 euro annui per la detrazione fiscale per addetti all’assistenza personale dovrebbe essere rivista e chiarita in presenza di rapporto di lavoro dipendente domestico o di badantato, garantendo la piena detraibilità della spesa”. Una necessità che nasce da due considerazioni circa le reali possibilità economiche delle famiglie. “Grazie alle sedi del Patronato INAPA Confartigianato – ha ripreso Ciccarelli – abbiamo ascoltato in questo mese circa 25mila persone. Un pensionato al trattamento minimo non può certo permettersi di coprire le spese per una badante. Solitamente sono i figli che si fanno carico di queste spese e a loro dovrebbe essere concessa la possibilità di una detrazione totale”. Quello che in molti alla vigilia avevano definito come un maxicondono, dunque, rischia seriamente di diventare una minisanatoria, senza centrare il cuore di un problema che, se non risolto, rischia di “aggravare l’emergenza derivante da un già insufficiente supporto, nel nostro Paese, di assistenza domiciliare integrata, case di riposo e comunità alloggio”, ha concluso Enzo Ciccarelli, Presidente dell’ANAP Confartigianato.

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