16 Ottobre 2009, h. 00:00

Banca del Mezzogiorno, Confidi e Artigiancassa per le piccole imprese del Sud

“Siamo favorevoli ad una Banca del Mezzogiorno – ha detto il Segretario generale di Confartigianato Imprese, Cesare Fumagalli, intervenendo ai microfoni di Radio Anch’io, la trasmissione di approfondimento giornalistico di Rai Radio1 – e per sostenerne lo sviluppo candidiamo la nostra rete di Consorzi Fidi e Artigiancassa. Consorzi di garanzia fidi che, attualmente, rappresentano spesso l’unica alternativa all’usura”. Piace a Confartigianato Imprese, dunque, l’ultimo dei provvedimenti economico-finanziari assunti dal Governo per sostenere l’attività delle micro e piccole imprese italiane. Piace perché rappresenta un passo decisivo verso lo sviluppo di un’efficace rete creditizia nel Sud del Paese e perché, stando alle parole del Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, “la dimensione territoriale della Banca è il territorio del Sud e quella imprenditoriale è la piccola e media impresa. Per il Sud – ha aggiunto il titolare di Via XX Settembre – è fondamentale che sul territorio ci siano assistenza e finanziamento all’impresa nella logica del piccolo e medio credito. La nostra logica, la nostra visione è quella dell’albergo che vuole ampliarsi, del Comune che vuole fare un centro congressi, dell’esercente di uno stabilimento balneare che vuole aprire una pizzeria”, ha concluso. L’obiettivo dell’Esecutivo sembra essere chiaro, dunque. La Banca del Mezzogiorno, che ora passerà all’esame del Parlamento, “con una discussione intensa ma veloce”, punta a sostenere le iniziative imprenditoriali più efficaci, a veicolare gli investimenti verso progetti economici in grado di creare occupazione e di risolvere i problemi strutturali che bloccano lo sviluppo economico e creditizio del Mezzogiorno. Il modello di riferimento è, una volta di più, quello dell’artigianato. “E’ un po’ come è stato in Francia per il Credit Agricole – ha ripreso Tremonti – che nasce dal territorio ma poi confluisce in una struttura unica. La nuova banca servirà a finanziare le piccole e medie imprese. E’ un modello disegnato dallo Stato ma realizzato dai privati, in cui lo Stato avrà esclusivamente il ruolo di socio promotore, facilitatore di processi e dell’iniziativa privata”. “Il ruolo dello Stato decreterà la bontà di questo progetto – ha ripreso Cesare Fumagalli – Lo Stato, ed in particolare il Ministro Tremonti, è stato fondamentale per promuovere la Banca del Mezzogiorno, ma non deve limitarsi ad immettere risorse. Serve un nuovo modo di fare banca ed un più efficace rapporto con le iniziative imprenditoriali. Attualmente – ha continuato il Segretario generale di Confartigianato Imprese – al Sud ci sono 7mila sportelli bancari attivi contro i 25mila del Centro – Nord. Questo significa che nel Settentrione esiste uno sportello ogni 1400 abitanti. Al Sud, invece, uno ogni 2900 abitanti”. Ma questa è soltanto la prima delle tre principali motivazioni per cui Confartigianato vede di buon occhio la creazione di un istituto bancario dedicato esclusivamente alla micro e piccola impresa del Sud Italia. “Il primo è un motivo quantitativo, mentre gli altri due sono di carattere più prettamente qualitativo. E’ indubbio – ha aggiunto Fumagalli – che al Sud ci sia una maggiore rischiosità del credito, che, inoltre, ha un costo più alto al Sud rispetto al Nord di quasi un punto e mezzo percentuale”. Problemi strutturali dell’unica regione europea, il Mezzogiorno, “che non ha una propria banca regionale”, come ha ricordato Tremonti nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto, e che “ha la necessità di offrire alla micro e piccola imprenditoria locale una gamma di strumenti di credito accessibili ma rigorosi nell’analisi del merito di credito”.

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