21 Maggio 2010, h. 00:00

Sempre più complicata per gli impiantisti la gestione dei rifiuti ‘tecnologici’

Le discariche improvvisate lungo il ciglio della strada, quei mucchi di elettrodomestici arrugginiti che marchiano a fuoco le periferie di piccoli e grandi centri urbani, potrebbero avere le ore contate. Scatta l’operazione ‘uno contro uno’: dal prossimo 18 giugno chi acquista un elettrodomestico nuovo potrà consegnare direttamente quello vecchio al distributore che provvederà a smaltirlo gratuitamente. Lo prevede il Decreto Ministeriale 8 marzo 2010 che mette un freno alla dispersione nell’ambiente dei cosiddetti Raee, i rifiuti hi-tech che troppo spesso escono di casa per finire in strada o sui prati piuttosto che nei centri di raccolta. Una sana e bella abitudine quella della raccolta e del riciclo. Ma chi pagherà il conto dell’ ‘uno contro uno’? Insieme ai commercianti, che dovranno attrezzarsi per il ritiro, lo stoccaggio e il trasporto degli apparecchi da rottamare, se lo chiedono anche gli artigiani impiantisti e i centri di assistenza tecnica per i quali si profilano all’orizzonte nuove complicazioni burocratiche e nuovi costi. Poniamo il caso di un installatore di impianti: per trasportare i rifiuti prodotti nella propria attività deve iscriversi all’Albo dei gestori ambientali: 50 euro. Nella maggioranza dei casi, poi, è tenuto a iscriversi anche al Sistri, il nuovo sistema di tracciatura digitale dei rifiuti pericolosi, costo annuale 120 euro. Adesso dovrà versare ulteriori 50 euro per registrarsi nella nuova sezione dell’Albo, quella speciale, che abilita al trasporto di elettrodomestici da rottamare. Infine, l’impegno più gravoso: gestire con procedure separate la contabilità dei rifiuti prodotti nelle proprie attività da quelli prodotti da ‘terzi’. Una frontiera in molti casi troppo labile per essere definita con precisione. Problematiche che Confartigianato ha segnalato alla Segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente. In un documento, la Confederazione contesta la ‘tripla iscrizione’ etichettandola come ‘difficilmente giustificabile’, definisce il nuovo sistema ‘eccessivo e ridondante’ e sottolinea come le direttive comunitarie prescrivano agli stati membri di non vessare le piccole imprese con una molteplicità di adempimenti similari. Infine una proposta: “una sola iscrizione che abiliti alla gestione di tutte le tipologie di rifiuti che installatori, centri di assistenza tecnica e riparatori, si trovino a gestire nelle rispettive attività di impresa”.

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