15 Settembre 2010, h. 00:00

Confartigianato al Governo: “Stringere i tempi sulla Reguzzoni-Versace”

La legge sul made in Italy non si tocca. Confartigianato difende a spada tratta il disegno di legge Reguzzoni-Versace dopo che nella pausa estiva il provvedimento ha rischiato di rimanere impantanato tra ritardi e visioni politiche contrastanti. La legge, votata a marzo dal Parlamento con un solo voto contrario, stabilisce l’obbligo di apporre l’etichetta made in Italy solo sui prodotti del tessile arredo e calzatura realmente confezionati in Italia e che abbiano subito almeno due passaggi di lavorazione nei confini del Paese. In sostanza, una pietra sopra il malcostume del Made in Italy realizzato altrove. Le griffe della moda la vedono come il fumo negli occhi; Bruxelles minaccia l’apertura di una nuova procedura di infrazione a carico dell’Italia, ma per il sistema moda, che ha perso importanti quote di mercato proprio a causa della permeabilità dei suoi mercati alle importazioni asiatiche, la legge rappresenta un reale salvavita. Tentennamenti, ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi e mancate notifiche alla UE, hanno spinto la Reguzzoni-Versace sul limite di un binario morto. Contro questo pericolo è scesa in campo Confartigianato. In un documento indirizzato al Premier Silvio Berlusconi, Ministro ad interim dello Sviluppo Economico il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini ha invitato, con cortese fermezza a rispettare la tabella di marcia del provvedimento – che prevede l’emanazione dei decreti attuativi entro il primo ottobre – letteralmente “senza se e senza ma”. E ci sono già i primi risultati. <i> “Il testo dei decreti di attuazione della Reguzzoni Versace </i>– spiega il Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli – <i>sta circolando tra i ministeri interessati, noi speriamo che si arrivi a una rapida emanazione del Decreto, faremo i conti con Bruxelles successivamente”. </i> E come la pensi, Bruxelles lo ha detto chiaramente. La Direzione Generale Impresa e Industria delle Commissione Europea ha messo in discussione l’intera filosofia della normativa, rilievi che se non affrontati e risolti rapidamente potrebbero spalancare la porta a una nuova euro infrazione. Sarebbe la 701esima. <i>“La normativa europea </i>– chiosa Fumagali -<i> non sta scolpita nei cieli di Bruxelles, si forma attraverso la volontà dei paesi membri dell’Unione, l’Italia non è un Paese secondario, l’Italia sta guidando anche questo processo che vede affiancarsi ad esempio la Francia con analoghe iniziative a tutela del made in di livello nazionale. Questo per i consumatori, serve per le imprese, serve per una chiarezza complessiva del mercato”.</i>

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