28 Marzo 2011, h. 00:00

Firmata l’intesa per una migliore conciliazione femminile tra famiglia e lavoro

Niente mimose, quest’anno, per l’8 marzo. Pochi fiori ma la ferma convinzione nel migliorare le condizioni delle donne lavoratrici, grazie ad un accordo tra istituzioni e parti sociali che permetterà una maggiore e più agevole conciliazione dei tempi del lavoro e della famiglia. Orari più flessibili, incentivi al part-time, congedi parentali, banca delle ore e telelavoro, queste le linee guida dell’accordo firmato da istituzioni e parti sociali firmato il 7 marzo scorso e presentato dal ministro Sacconi. “Mi ha fatto piacere leggere che ci sono molte proposte che Donne Impresa porta avanti da molti anni – ha detto la presidente di Donne Impresa, Edgarda Fiorini, commentando il pacchetto di proposte per una più agevole conciliazione dei tempi del lavoro e della famiglia per le lavoratrici italiane – Sono stati recepiti alcuni punti come la malattia di un parente o l’avvicinarsi al discorso dei tre anni dei bambini. Siamo piccole aziende molto vicine ai nostri dipendenti, in altre parole, una famiglia, e iniziative di questo genere, come la flessibilità dell’orario, sono cose che noi applichiamo già nelle nostre aziende”. Per il Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, l’accordo rappresenta “un passo avanti importante per le nostre relazioni industriali”. Per la titolare delle pari opportunità Mara Carfagna, invece, “è un accordo importantissimo, un piccolo passo verso un’Italia più a misura di donna”. Un passo necessario, quasi fondamentale in un paese che mostra ampie contraddizioni quando si parla di lavoro femminile. Il Belpaese, infatti, fa registrare uno dei peggiori andamenti europei per quanto riguarda l’occupazione femminile, dove l’Italia è seconda soltanto a Malta. Decisamente meglio va nell’artigianato, con il nostro Paese che è primo nell’area euro per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome, più di Germania e Gran Bretagna. Tante donne a capo di imprese ma pochi servizi a disposizione. “Le donne imprenditrici chiederebbero più servizi. Però, abbiamo visto che non ci vengono date delle risposte e quindi ci siamo create il nostro Artigianwelfare. Proprio in questi giorni stiamo facendo dei progetti pilota, stiamo utilizzando le nostre artigiane, stiamo facendo degli asili familiari, stiamo creando, insomma, un qualcosa di concreto per offrire una risposta ai bisogni delle imprenditrici e di tutte le donne che lavorano”, ha aggiunto la presidente Fiorini. Il tavolo tecnico istituito dal ministero avrà tre mesi di tempo per valutare le buone pratiche realizzate oggi lungo tutto lo stivale. Una volta individuate, verrà stilata una lista di interventi da introdurre partendo proprio da quel secondo livello di contrattazione territoriale, in cui,una volta di più, l’artigianato la fa da protagonista.

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