4 Marzo 2011, h. 15:26

I risultati dell’Osservatorio Confartigianato sull’Imprenditoria Giovanile Mettersi in proprio: nel 2010 è stata una scelta anti-crisi per 32.600 giovani Sono 647.399 gli under 40 alla guida delle piccole imprese italiane: +5,2% in un anno. Al Sud boom di baby imprenditori

Ai giovani non manca la voglia di fare impresa. Lo testimonia il V Osservatorio sull’imprenditoria giovanile realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato e presentato all’Assemblea Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confartigianato. 

Nel 2010, 32.610 nuove leve dell’artigianato si sono aggiunte ai piccoli imprenditori under 40, portando a 647.399 i giovani ‘capitani’ nelle cui mani è affidato il futuro della piccola impresa italiana.

Questi dati collocano l’Italia al primo posto in Europa per numero di imprenditori e lavoratori autonomi tra i 15 e i 39 anni. Una leadership confermata dal peso degli imprenditori under 40 sul totale degli occupati della stessa classe di età: 19,8%, una percentuale quasi doppia rispetto alla media europea.

Dove sono – La classifica delle regioni con il maggior numero di artigiani under 40 è guidata dalla Lombardia (120.094 imprenditori, pari al 18,5% del totale dei giovani artigiani). Seconda posizione per il Veneto (64.923 imprenditori, pari al 10,3% del totale) e terzo posto all’Emilia-Romagna (64.130 imprenditori, pari al 10%).

Dove crescono – A fronte di aumento medio nazionale del 5,2%, è il Mezzogiorno a far registrare nel 2010 la crescita più consistente del numero di giovani artigiani: +8,9%. Segue il Nord Ovest dove la crescita è stata del 6,6%. Chiudono il Centro ed il Nord-Est, con più modesti 2,9% e 1,8%.

A livello regionale l’aumento del numero di giovani artigiani nel 2010 è guidato dalla Calabria (+19%), seguita dal Piemonte (+13,4%) e dalla Sicilia che registra un +11,9%.

All’opposto tre regioni del Nord mostrano una diminuzione rispetto al 2009: sono il Friuli Venezia Giulia dove gli imprenditori artigiani under 40 scendono del 6%, la Liguria con un calo del 3,9% ed il Trentino Alto Adige in cui si registra una flessione del 2,5%.

Cosa fanno – I dati di Confartigianato mostrano che il 43,2% dei giovani imprenditori artigiani è attivo nel settore delle costruzioni e il 22,1% nelle attività manifatturiere; questi due comparti, insieme, assorbono quasi i due terzi dell’imprenditoria artigiana giovanile (65,4%). Il resto dei giovani artigiani è in prevalenza a capo di imprese attive nei servizi (12,7%), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e nella riparazione di autoveicoli e motocicli (5,1%) e nel trasporto e magazzinaggio (4,9%).

Sono proprio le costruzioni ad aver fatto registrare il maggiore aumento di giovani imprenditori nel corso del 2010: +20,1%. Invece il manifatturiero si conferma il segmento produttivo che più stenta a riprendersi dai duri colpi della crisi: lo scorso anno i giovani imprenditori artigiani impegnati in queste attività sono diminuiti del 14,4%.

La fotografia scattata da Confartigianato mette a fuoco i dettagli delle attività nelle quali si registra un forte incremento dei giovani imprenditori artigiani. I lavori di costruzione specializzati (che comprendono ad esempio Demolizione e preparazione del cantiere edile, Installazione di impianti elettrici e idraulici e Completamento e finitura di edifici) nel 2010 vedono una crescita del 27,2%.

Aumenti superiori al 50% anche nelle attività di produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (1.082 giovani imprenditori in più) e nei servizi di ristorazione (ben 10.039 giovani imprenditori in più).

Sul fronte opposto, i cali maggiori si registrano nelle attività manifatturiere del legno, mobili, carta e stampa (- 20,7%), del tessile e abbigliamento (- 15,1%),  della lavorazione metalli (-3,6%), degli alimentari e bevande (- 3,4%).

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