22 Settembre 2011, h. 01:51

SEMINARIO – Rete Imprese Italia: Allentare la compressione sull’economia: il ruolo del federalismo fiscale

Roma, 22 settembre 2011 – Per Giuseppe De Rita, Presidente della Fondazione R.E TE. Imprese Italia: «l’economia italiana sta vivendo una fase di forte compressione dovuta agli effetti incrociati fra la turbolenza delle speculazioni internazionali, che non accennano a placarsi, e la mancanza di una reale strategia di crescita che possa dare risultati concreti in un periodo ragionevole. La compressione in atto pesa negativamente sulle energie produttive più importanti del nostro Paese, ossia le PMI e l’impresa diffusa».

«La riforma fiscale» – ha sottolineato De Rita – «è sempre stata considerata uno dei tasselli più importanti del sostegno allo sviluppo ed è, a maggior ragione oggi, un tema di assoluta importanza, da affrontare con la massima celerità e la massima attenzione per le forze produttive più vitali che servono alla nostra economia per alzarsi».

Luca Antonini, Presidente della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale, ha illustrato tutto quanto è stato realizzato all’interno del processo di attuazione della riforma in questi anni. Secondo il Professor Antonini «è fondamentale sgombrare il campo da alcuni luoghi comuni che fanno sovrapporre al federalismo fiscale le difficoltà di finanziamento dei servizi sanitari e la messa in discussione dei principi di solidarietà, gradualità e responsabilità. Il paradigma che deve continuare, invece, ad ispirare la riforma è dato dalla sequenza “vedo-pago-voto”, che permette al cittadino di poter esercitare pienamente il controllo effettivo sulle reali capacità di governo dei decisori pubblici e di evitare nel lungo periodo il vanificarsi degli effetti benèfici dovuti alla razionalizzazione».

«Le PMI» – secondo il Presidente De Rita – «si attendono che il federalismo fiscale consenta loro di poter misurare la capacità e la trasparenza delle pubbliche amministrazioni periferiche e che queste ne traggano stimoli ad una sempre maggiore spinta verso l’efficienza e la semplificazione delle proprie procedure e dei propri processi di relazione con l’economia locale. Se invece, il federalismo fiscale si traducesse solo in un aggravio per somma dell’imposizione fiscale generale produrrebbe un ulteriore rallentamento della crescita».

Sul piano sociale, De Rita, ha aggiunto che «il federalismo rimane di stretta attualità nella sua accezione di progetto di rivalutazione delle realtà e delle comunità locali (dal quartiere al municipio alle regioni) come luoghi di prossimità nei quali il conflitto possa trasformarsi in forme di competizione regolata e il consenso possa rifondarsi su basi di una comune adesione a valori e interessi diffusi. Si tratta di portare avanti un assetto istituzionale che superi la pesantezza della statalità tradizionale e faccia da “armatura leggera” al sistema. Per questo le PMI e l’impresa diffusa vedono con favore una riforma istituzionale in senso federale, ma sanno che i pilastri della nuova architettura pubblica, sia sul versante delle entrate che su quello delle uscite, devono tenere conto di questa dimensione sociale che sta sotto l’istanza di poliarchia e che è fondamentale per la tenuta nel tempo della riforma».

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