15 Novembre 2011, h. 00:00

Io “artigianerò”: l’impresa artigiana inventa il suo futuro

“Artigianare” un verbo che ancora mancava nel vocabolario. L’ha coniato Confartigianato come slogan della Convention delle Categorie, l’appuntamento confederale con i rappresentanti delle decine di mestieri e attività che rendono l’artigianato italiano un caso unico nel panorama mondiale. Un verbo che l’edizione 2011 della convention, a Roma dal 10 all’11 novembre, ha declinato rigorosamente al futuro. Nonostante il terremoto politico, economico e finanziario che scuote il Paese dalle fondamenta, gli imprenditori, infatti, non si piangono addosso e guardano avanti convinti che mai come in questo momento il futuro del paese coincide con quello delle loro imprese. “Noi – sottolinea Fabio Banti, Delegato nazionale alle Categorie di Confartigianato – affrontiamo questo momento, nonostante tutto, con ottimismo. Siamo convinti che ce la possiamo fare. Ce la possiamo fare se il mondo politico, economico, le istituzioni tutte, le associazioni, riescono a misurarsi sulla realtà vera di questa miriade di imprese che ci piaccia o non sono di gran lunga le più importanti di questo Paese”. I temi legati all’attualità hanno segnato l’apertura dei lavori, sul palco il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini. “Siamo a una curva della storia – ha detto Guerrini – davanti si può dischiudere un nuovo futuro o l’esatto contrario. Un momento carico di responsabilità che può provocare smarrimento, e che ognuno, imprese e organizzazioni di rappresentanza, deve contrastare facendo il proprio dovere, mettendo più impegno diventando sempre più bravi”. La tavola rotonda “Categorie a confronto tra crisi e mercato” moderata dal vice direttore del Giornale Nicola Porro, e i gruppi di lavoro tematici della seconda giornata, hanno messo sotto la lente la capacità del sistema Confartigianato di proporre nuove soluzioni alle quotidiane difficoltà di chi fa impresa in materia di lavoro, fisco, burocrazia, mercato. Punto di partenza, le video testimonianze che hanno portato in sala le storie e le voci di imprenditori che affrontano con coraggio lo slalom quotidiano tra i paletti sempre più stretti di un Paese non a misura di chi vuole fare impresa. Commenta Porro: “Esce l’idea di un artigianato che ha voglia di fare e che pensa che lo Stato, come burocrazia, fisco, leggi e come attenzione nei confronti degli artigiani, li considera solo quando gli serve, cioè in campagna elettorale e non riesce a capire che questa è una risorsa del Paese”. Ospite della Convention, Stefano Micelli, economista dell’Università Cà Foscari di Venezia, con il suo ultimo libro: “Futuro Artigiano”, un titolo incredibilmente in linea con quello dell’iniziativa di Confartigianato. Abbiamo chiesto al professore quale futuro vede per le imprese artigiane: “Esiste la necessità fortissima di un ritorno al lavoro – spiega Micelli -, ai valori del lavoro e anche a un’idea di conoscenza radicata nel saper fare. Ecco, la sfida di una declinazione al futuro di questa impresa artigiana è di portare questa conoscenza, questo saper fare, sui mercati, anche sui mercati internazionali, rinnovando un’idea di conoscenza che sta dentro i gesti, dentro la cultura, dentro il fare del nostro artigianato”. <Br> </Br> <b>Appunti per didascalie: Nelle foto, il Delegato alle Categorie di Confartigianato Fabio Banti</b>

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