27 Marzo 2012, h. 00:00

In arrivo le prime semplificazioni fiscali. L’obiettivo, però, è la riforma di tutto il sistema

In attesa della riforma dell’intero sistema fiscale, su cui si è messo a lavorare il Governo dopo la nuova delega del Parlamento, il Consiglio dei ministri ha dato una prima sforbiciata a quella giungla di adempimenti e costi inutili che è il fisco italiano. Se è vero che il Governo ha accolto molte delle proposte avanzate da Confartigianato e dalle altre sigle imprenditoriali, è anche vero che alla fine sembra sia saltata la più norma più interessante, la creazione di quel fondo taglia tasse che avrebbe permesso una riduzione delle imposte già dal 2014. Un’idea entrata nel Consiglio dei ministri ma mai uscita, rimasta lì, a Palazzo Chigi, insieme alla speranza di milioni di imprenditori onesti che confidavano in una diminuzione del carico fiscale grazie ai soldi raccolti con la lotta all’evasione fiscale. Nonostante questo, le imprese hanno di che essere soddisfatte, il decreto di semplificazione fiscale corregge diverse distorsioni del sistema. “Ci sono notevoli semplificazioni per quanto riguarda le black list, cioè le comunicazioni delle operazioni intercorse con i paesi che sono inseriti nelle cosiddette liste nere, oltre a modifiche al sistema dello spesometro, della comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA e dell’invio delle dichiarazioni delle lettere d’intento – ha spiegato Andrea Trevisani, direttore delle politiche fiscali di Confartigianato Imprese, commentando le norme di semplificazione fiscale varate dal Governo – Infine, questi interventi di manutenzione rendono maggiormente flessibili alcuni debiti tributari. Queste, secondo noi, sono le modifiche che interesseranno maggiormente il sistema delle imprese e che avranno ricadute positive in termini di adempimenti tributari”. Le attenzioni maggiori, però, erano concentrate sull’abbattimento della soglia minima dello spesometro. Una condizione fondamentale, messa sul tavolo del confronto con il Governo da Confartigianato e da Rete Imprese Italia. “Lo spesometro merita una sottolineatura particolare – ha aggiunto Trevisani – in quanto già a gennaio, Rete Imprese Italia era intervenuta nei confronti del direttore dell’Agenzia delle entrate chiedendo una modifica dell’impianto normativo che prevedeva un taglio a 3600 euro delle fatture che dovevano essere inviate. Un’iniziativa che ha destato notevoli criticità al sistema delle imprese nell’invio delle comunicazioni. Oggi, finalmente, è scomparso il limite dei 3600 euro e si è ritornato al vecchio elenco clienti e fornitori che già avevamo gestito in precedenza e che meno problemi dà al sistema delle imprese”. Le buone intenzioni del governo ci sono, la direzione è quella giusta, ma la soluzione ai mali di imprese e cittadini passa necessariamente per una rivisitazione di tutto il sistema fiscale italiano, tanto complesso da essere ormai ingestibile. “Non è più sufficiente intervenire in maniera poco incisiva su un sistema così complicato. È necessario rivederlo completamente, razionalizzando i regimi. Gli interventi di semplificazione vanno bene, a questo punto, però, è necessario ripensare completamente al nostro sistema tributario. Speriamo che con la delega fiscale, il Governo recepisca questa nostra esigenza”, ha concluso il direttore delle Politiche fiscali di Confartigianato Imprese, Andrea Trevisani.

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