18 Aprile 2012, h. 00:00

I piani del Governo per le riforme del fisco e del mercato del lavoro

Il Governo ha accettato l’invito dei giovani imprenditori di Confartigianato a confrontarsi sui temi caldi dell’attualità politica italiana. Su tutti, la riforma del mercato del lavoro e la delega fiscale affidata all’esecutivo tecnico di Mario Monti. Tanti i temi trattati, dai debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, una fattura non pagata che supera gli 80 miliardi di euro, all’improponibile debito pubblico del nostro Paese. Problemi che hanno messo un freno alla crescita economica italiana. “Il nostro è un debito forzoso, che deriva da comportamenti ormai inaccettabili e diffusissimi, sia nei rapporti tra privati, parlo di riscossione del credito, sia nel rapporto tra la pubblica amministrazione ed i privati, soprattutto le piccole medie imprese”, ha detto senza mezzi termini il Ministro allo Sviluppo economico, alle infrastrutture e ai trasporti, Corrado Passera, giunto a Firenze a Consiglio dei ministri appena concluso. Se ne sono detti convinti anche Massimo Bordignon e Luca Antonini, i due economisti che hanno definito “la mancata crescita come la madre di tutti i problemi economici del Paese”. Intervenire sul fisco, quindi, può servire per rilanciare la competitività delle nostre imprese rispetto ai mercati esteri. Una soluzione efficace, utilizzata nel 2006 dalla Germania, che ha dato nuovo slancio all’economia tedesca. Le intenzioni del Governo vanno proprio in questa direzione, semplificare il sistema fiscale per rilanciare le imprese italiane. “Il fisco non deve essere visto soltanto come il cattivo esattore, ma anche come colui che aiuta il contribuente a pagare il giusto – ha sottolineato Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia e alle finanze – se riusciamo a stabilire questo rapporto di fiducia, vi può essere una notevole semplificazione degli adempimenti fiscali”. In quest’ottica, la delega affidata al Governo dovrebbe razionalizzare le risorse, spostare la tassazione dal lavoro ai patrimoni, smascherando evasione ed elusione e rimettendo in circolo le risorse recuperate. “Noi accumuliamo risorse che saranno date dalla lotta all’evasione. Sulla base delle risorse che avremo realizzato, queste non andranno a riduzione del deficit, perché il controllo del deficit lo stiamo facendo con altri strumenti, tutto quello che realizziamo, lo riverseremo ai contribuenti”, ha continuato il sottosegretario Polillo. Interventi a lungo raggio, che devono riportare sulla giusta rotta un sistema fiscale minato da problemi strutturali e dalle recenti iniziative adottate in questo momento d’emergenza. Alcune ad effetto immediato, altre, invece, destinate a comparire nell’immediato futuro. Come la nuova IMU, che rischia di trasformarsi in un vero e proprio salasso per le imprese. “L’IMU, nella versione che è stata adottata dal governo Monti per far fronte a questa situazione d’emergenza, scarica ulteriore pressione fiscale sulle imprese – ha detto il Segretario generale di Confartigianato Imprese, Cesare Fumagalli – gli immobili produttivi saranno aggravati da un IMU che potrebbe facilmente arrivare ai 9 miliardi complessivi di raccolta, rispetto ai 4,5 a cui era ferma l’ICI del 2011. Si capisce facilmente che un’ulteriore pressione fiscale sulle imprese di 4,5 miliardi di euro, in questo momento, rischia di essere in grado non di fare sviluppo ma di far tracollare molte aziende”. E mentre a Firenze, i giovani imprenditori si confrontavano sul lavoro con il vicepresidente vicario di Confartigianato, Giorgio Merletti, e con il segretario aggiunto della CISL, Giorgio Santini, a Roma il Governo discuteva il testo di riforma del mercato del lavoro. “Capitolo apprendistato, questa è una cosa che anche nella riforma valorizziamo, ed è comunque qualcosa di utile. Ma in termini di formazione in quanti posti girando per l’Italia e parlando col vostro mondo viene fuori che non c’è abbastanza disponibilità di formazione per il tipo di competenze e di talenti di cui avete bisogno”, ha concluso il Ministro Passera.

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