18 Aprile 2012, h. 00:00

Il sottosegretario Polillo spiega le linee guida della riforma fiscale

Da quando si è insediato a Palazzo Chigi, il Governo Monti ha scelto di parlare poco con la stampa. Nessuna anticipazione sui lavori in corso, poche notizie su giornali e telegiornali, insomma che a parlare siano i testi ufficiali, non le indiscrezioni. E’ stato così per la riforma del lavoro ed è così anche per quella delega fiscale con cui il governo tecnico sta cercando di riportare sui binari dell’equità un sistema fiscale diventato insopportabile per imprese e cittadini. A Firenze, tra le tante autorità invitate ad intervenire, c’è stato anche Gianfranco Polillo, economista, editorialista ed attuale sottosegretario all’economia e alle finanze, che ha anticipato ai nostri microfoni le linee guida del Governo in materia fiscale. “Il decreto fiscale introduce elementi di forte semplificazione – ha spiegato Polillo – iniziative che rappresentano una manutenzione ordinaria della stratificazione fiscale avvenuta in questi ultimi anni. Abbiamo introdotto, però, alcuni elementi di novità che tengono conto della particolare congiunzione”. Su tutti, l’introduzione della rata variabile per rientrare dei debiti con l’Agenzia delle entrate e la proporzionalità tra il debito e gli strumenti coercitivi per il recupero delle somme. Ma è sulla delega fiscale che le imprese ripongono le proprie aspettative per un fisco più a favore di imprese. Oltre alla riforma del catasto, che non “deve portare maggiori oneri a carico del contribuente”, come ha sottolineato il sottosegretario Polillo, il Governo sta lavorando sulla riduzione della tassazione sull’impresa. “Ci sarà una progressione d’imposta sugli utili presi a titolo di compenso dall’imprenditore mentre si ridurrà notevolmente l’imposta sulla società stessa e questo sarà un forte incentivo alla patrimonializzazione dell’impresa – ha continuato Polillo – In altre parole, l’azienda che utilizza gli utili realizzati per proseguire negli investimenti avrà un vantaggio fiscale. L’azienda che utilizza gli utili per incrementare lo stipendio dei manager, invece, sarà tassata come qualsiasi altro lavoratore”. Le poche anticipazioni sui lavori del Governo avevano creato il caso del fondo salvatasse, annunciato dal ministro Tremonti, rilanciato dai media durante i lavori per il decreto fiscale e poi apparentemente scomparso. Secondo Polillo, il fondo c’è e le modalità operative verranno definite con la riforma fiscale. “Il ministro Tremonti aveva già individuato la possibilità di avere soltanto tre aliquote, del 20, 30 e 40%. Una sorta di manifesto, però, perché non venivano definiti gli imponibili. Insomma, quello era soltanto un annuncio. Noi, invece, preferiamo fare un altro ragionamento – ha aggiunto il sottosegretario – noi accumuliamo risorse che arriveranno dalla lotta all’evasione. Le risorse che avremo recuperato, che non andranno a ridurre il deficit perché il controllo del deficit lo stiamo facendo con altri strumenti, le riverseremo ai contribuenti”. Per imprenditori e cittadini non resta che aspettare, le intenzioni del Governo sembrano andare nella direzione auspicata per alleggerire la pressione fiscale. Il condizionale, però, resta d’obbligo.

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