13 Giugno 2012, h. 00:00

Imprese nel ”cratere”

Tre imprenditori, tre storie di un terremoto che sembra non finire mai. Il dramma delle rovine provocate dal sisma, prosegue ora con il timore che interventi lenti e burocrazia esasperata possano rallentare la già difficile ripresa delle attività. E ci sono già le prime avvisaglie. I capannoni venuti giù come castelli di sabbia sono ormai il simbolo di questa tragedia. Ma qui a Mirandola, come in altri comuni colpiti dal terremoto molti capannoni hanno subito solo lievi danni e le attività potrebbero ripartire in sicurezza. “Siamo in un immobile nuovo – spiega ai microfoni del Tg@ Gilberto Luppi, imprenditore metalmeccanico e presidente di Confartigianato Lapam Area nord – quindi costruito con tutti i crismi antisismici del dopo l’Aquila. Ho avuto la visita della protezione civile e posso riprendere, ripartire a lavorare con dipendenti e tutti. Nella vecchia sede, in un immobile vecchio, non ricevuto visite di nessun tipo. Grazie alle pressioni di Confartigianato avevamo sbloccato la situazione, dando potere di firma ai liberi professionisti, ma questa cosa poi non ha funzionato perché c’è un cavillo burocratico che impedisce di fatto il riavvio delle attività. Siamo in attesa di ricevere una circolare che sblocchi la situazione perché sta facendo più danni questa burocrazia cervellotica del dopo terremoto del terremoto stesso”. La pasticceria di Tiziano Busuoli, non dovrebbe aver subito gravi danni. Ma lui non può dirlo con certezza, il suo laboratorio, infatti, è nella zona rossa di Mirandola, nel centro del Paese chiuso dalle transenne. Ha abbassato la serranda il 29 maggio e non l’ha più alzata. Impossibile fare la perizia. ‘Siamo in un limbo, spiega pacatamente, aspettiamo che qualcuno ci dica qualcosa”. “Giustamente nessuno può darci tante informazioni – rimarca Busuoli – perché anche ieri sera e questa mattina, sono arrivate altre scosse; tutto quello che è stato detto prima viene annullato, per cui non si può al momento accusare nessuno finché il terremoto non finisce. La cosa più importante è che smetta il terremoto e poi mi vien da pensare che dopo tanti anni che la nostra zona, il nostro lavoro, sostiene buona parte dell’Italia, mi sembra quasi un atto dovuto un aiuto da parte delle istituzioni. Insomma, non dovremmo neanche chiederlo, secondo me, poi abbiamo fiducia in quelli che ci governano”. Attività ferma per la Miraplastick di cui è amministratrice Anna Maria Guidetti. La prima scossa, quella nella notte tra il 19 e il 20 maggio, ha parzialmente distrutto il capannone dell’azienda specializzata in riciclaggio di materiali plastici; la seconda scossa, il 29, ha fatto il resto. Si è salvata solo la parte informatica dell’impresa, un server e un computer. Ora l’attività prosegue da casa. Ma secondo l’imprenditrice, per ripartire, occorre “snellire veramente quella che è la parte burocratica, trovare sostegno a livello di informazione, dove reperire questo, reperire quello. Questo soprattutto. E poi tutto quello che è stato detto nella riunione con il Presidente Giorgio Guerrini a Mirandola: gli aiuti economici, ma non solo, gli sgravi, poter dare anche un futuro e comunque delle certezze ai nostri dipendenti perché ora siamo in 9 in tutto, non siamo tantissimi, però questi ragazzi hanno tutti famiglia, non sanno come barcamenarsi, poi la prospettiva non è proprio delle più rosee” conclude Anna Maria Guidetti. <b> (in allegato: le foto dei tre imprenditori)</b>

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