14 Dicembre 2012, h. 10:55

CREDITO – Ricerca Fedart Fidi: 16a Edizione anno 2012. La sostenibilità del Sistema Confidi

La garanzia mutualistica si conferma il principale strumento di intervento per favorire l’accesso al credito degli artigiani e delle PMI, grazie alla garanzia e all’Assistenza Finanziaria di Base; al contempo il Sistema,  pesantemente colpitodalla crisi, lancia un forte allarme e chiede una attenzione non sempre riscontrabile da parte delle PP. AA. nel favorirne l’attività a favore delle imprese.

Il Sistema della garanzia dell’artigianato e delle PMI opera in Italia con 133 confidi che associano oltre 700.000 imprese che ricevono dal sistema bancarie finanziamenti per 14,8 miliardi a fronte di 6,8 miliardi di garanzie rilasciate dagli stessi Confidi.

Un Sistema che ha puntato sulla professionalità, con 25 strutture ex 107, trasformatesi in Intermediari Finanziari vigilati da Banca d’Italia, e con  circa  2.000 addetti diretti e altrettanti indiretti che permettono di avere una gestione qualificata della garanzia oltre ad offrire alle imprese l’elemento che più di tutti caratterizza l’attività svolta: quella che definiamo Assistenza Finanziaria di Base.  Una attività  che unita al rilascio della garanzia,  si concretizza nell’offrire alle piccole imprese una consulenza a 360° sul tema del credito e un affiancamento nella relazione con la banca, sempre più spesso determinante nel far decidere la banca ad erogare il finanziamento richiesto.

La ricerca, attraverso i dati consolidati del Sistema al 31 dicembre 2011 e una analisi congiunturale al 30 giugno 2012, offre le informazioni più recenti sullo stato del credito in Italia, visto dallo specifico punto di vista del rilascio delle garanzie.

I dati sono estremamente preoccupanti, in quanto registrano una costante diminuzione del credito erogato dalle banche al sistema delle imprese artigiane, che è passato da 57 miliardi a 55 miliardi; di questi la quota garantita dai confidi cresce del 7,8%, attestandosi a 11.2 miliardi contro i 10,4 dell’anno precedente.

Ancora più preoccupante il gap registrato a fine 2011 e confermato a giugno 2012 fra le pratiche presentate con la garanzia di un confidi e quelle effettivamente erogate dal sistema bancario, che ha ormai superato il 30% a conferma del restringimento del credito operato dalle banche alle PMI a partire dal 2° semestre 2011 e che tuttora prosegue. In sostanza per le imprese continuano le difficoltà ad essere finanziate nonostante la garanzia del confidi e il lavoro di selezione effettuato in sede di  assistenza finanziaria di base.

Ma l’elemento che registra con maggiore precisione il momento di grande difficoltà attraversato dalle piccole imprese italiane è il dato delle sofferenze.  A fine 2011 il sistema bancario registrava un tasso di sofferenza del 10,9% a fronte del 6,3% registrato dai confidi, con una crescita rispettivamente di 2,2 punti per le banche rispetto al 2010 e di 1,7 punti per il sistema dei confidi. La congiunturale indica un dato di ulteriore crescita sia per le banche che per i Confidi, che a giugno si stima si siano attestati intorno al 7%. Il dato conferma pertanto da un lato il ruolo svolto durante la crisi dai confidi, quale vero e proprio ammortizzatore sociale per le imprese, ma dalla’altro una generalizzata traslazione dei rischi operata dal sistema bancario.

In questo contesto risulta assolutamente necessario un più coerente intervento da parte della PP.AA. e del Legislatore. 

Se da una parte si riconosce il positivo ruolo svolto dai confidi a favore dell’economia del paese, composta prevalentemente da micro e piccole imprese, dall’atra si continuano a prendere provvedimenti che non favoriscono i Confidi nello svolgere questo ruolo.

Due le  tematiche  sulle quali si concentra l’attenzione e la richiesta dei confidi:

  1. un sistema di vigilanza proporzionale e adeguato all’attività svolta, che eviti l’applicazione di norme pensate per le banche che svolgono funzioni e hanno rischi totalmente differenti da chi rilascia una garanzia, accessoria al finanziamento principale;
  2. una rivisitazione del funzionamento del Fondo Centrale di Garanzia, in modo che vi possano facilmente accedere le piccole e medie imprese, valorizzando, in una logica di sistema, un utilizzo per portafogli e quella attività di assistenza finanziaria di base che rappresenta l’aggiuntività offerta dai sistema dei Confidi e che altri sistemi automatici di garanzia non possono offrire.
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