9 Dicembre 2014, h. 13:07

Russia, le tensioni internazionali fanno crollare l’export delle piccole imprese

Continua il braccio di ferro tra la Russia e l’Occidente. Se Stati Uniti e Europa hanno applicato sanzioni economiche per la vicenda ucraina, da Mosca hanno risposto con un blocco alle importazioni dai principali paesi occidentali. A rimetterci, ovviamente, sono quelle migliaia di micro e piccole imprese che esportano l’eccellenza della produzione artigiana a Mosca e dintorni. Un mercato ricco e dinamico, che da sempre apprezza il “made in Italy” e che, negli ultimi anni, ha saputo stringere un rapporto particolarmente proficuo con il nostro Paese.
Dati alla mano, ad ottobre 2014, le stime preliminari dell’ISTAT parlano di un calo mensile tendenziale del 15,7%, che diventa del 10,5% nei primi dieci mesi dell’anno. Le previsioni per il futuro non sono migliori. Secondo l’analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato, infatti, le sanzioni già applicate alla Russia bruceranno 100 milioni di euro alle esportazioni del 2014, che diventeranno 250 milioni nel 2015.
Trascurando completamente il discorso legato ai possibili risvolti energetici, alla svalutazione del rublo e alle penalizzazioni applicate dalle banche russe, questa crisi dei rapporti commerciali sta colpendo due roccaforti della nostra economia, la moda e l’agroalimentare. Quest’ultima, poi, è la seconda voce delle esportazioni in Russia, dopo la produzione di macchinari. E così, mentre le imprese italiane guardano ai mercati esteri per sopravvivere, il nostro Paese perde il contatto con uno dei mercati più ricchi e dinamici per l’export tricolore.
Una situazione che ha portato il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, a rivolgersi, per la seconda volta in pochi mesi, al ministro dello Sviluppo economico, per chiedere un confronto su come uscire da una situazione che rischia di avere ripercussioni economiche devastanti nel nostro Paese, in particolar modo sulle economie regionali delle Marche e dell’Emilia Romagna, che da sempre hanno un rapporto privilegiato con il mercato russo.

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