23 Febbraio 2015, h. 12:00

Enti pubblici ancora in ritardo nei pagamenti alle imprese

A sentire il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lo Stato avrebbe dovuto pagare tutti i suoi debiti verso le imprese fornitrici di beni e servizi entro il 21 settembre 2014. Qualcosa, però, deve essere andato storto. Perché, dei complessivi 56,3 miliardi messi a disposizione per saldare i debiti maturati a dicembre 2013, finora sono stati erogati 36,5 miliardi.
Certo, negli ultimi mesi qualcosa si è mosso. I dati più recenti forniti dal Ministero dell’Economia dicono che tra ottobre 2014 e gennaio 2015 sono state liquidate fatture arretrate per 4 miliardi.
Ma il traguardo dell’azzeramento dei debiti dello Stato verso le imprese è ancora lontano. La piattaforma informatica realizzata dal Ministero dell’economia per consentire agli imprenditori di certificare i crediti e farsi pagare le fatture registra un aumento costante di richieste, molte delle quali però rimangono senza risposta.
Confartigianato ha rilevato che il 19,9% delle istanze di pagamento non ricevono riscontro da parte della Pubblica Amministrazione sulla Piattaforma per la certificazione dei crediti. Per la precisione, sono in stand by 18.236 richieste di certificazione per un valore totale di 1,8 miliardi di euro. Ciascuna istanza ha un importo medio di 98mila euro.
Insomma, nonostante i passi in avanti il problema rimane e i ritardi di pagamento continuano a preoccupare le imprese che forniscono beni e servizi agli Enti pubblici. Nonostante la legge che fissa a 30 giorni i tempi per saldare le fatture.
“I debiti – sottolinea Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato – vanno pagati in 30 giorni. Oggi così non è. E’ vero che è diminuito l’enorme ritardo registrato negli anni scorsi. Ma il nostro obiettivo, su cui non molleremo, è fare in modo che il rispetto di questo termine diventi prassi ordinaria per i rapporti commerciali con la pubblica amministrazione e da lì si trasferisca a tutti i rapporti tra i soggetti privati. Oggi siamo ancora lontani, ma Confartigianato non smetterà di combattere in questa direzione”.
E ora a complicare le cose arrivano meccanismi come lo split payment e il reverse charge che, in nome della lotta all’evasione fiscale, sottraggono ulteriore liquidità alle imprese italiane che lavorano con la Pubblica Amministrazione.

La fotografia dettagliata nell’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato

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