4 Giugno 2015, h. 12:26

Disciplina attività funerarie: Confartigianato contro la proposta di riforma

senato-della-repubblica-mega800Libertà d’impresa a rischio nel settore delle onoranze funebri. A lanciare l’allarme è Confartigianato a proposito di una proposta di legge sulle attività funerarie, attualmente all’esame della 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato. La proposta normativa, in nome di una razionalizzazione del settore anche per combattere l’abusivismo, di fatto ridurrebbe drasticamente il numero delle imprese che oggi operano nei servizi delle onoranze funebri. I criteri previsti dalla riforma per poter svolgere l’attività (numero dei dipendenti, mezzi, attrezzature, ecc.) consegnerebbero il mercato nelle mani di pochi grandi operatori. Contro questo disegno di riforma, Confartigianato, nel corso di un’audizione svoltasi il 3 giugno davanti alla Commissione igiene e sanità del Senato, ha ribadito le ragioni della libertà d’impresa e della libertà di scelta dei cittadini. Quello delle attività funerarie – hanno sottolineato i rappresentanti della Confederazione – è un settore costituito per l’80% da micro e piccole imprese che offrono servizi personalizzati e rispondono con la necessaria sensibilità alle esigenze delle famiglie colpite da un lutto. Secondo Confartigianato, dietro l’intento della proposta di legge di innovare la normativa che regola il settore si nasconde un disegno dagli effetti dirompenti per le piccole aziende: affidare la gestione del settore funebre e cimiteriale al monopolio di poche imprese di grandi dimensioni e alle imprese pubbliche e partecipate. Le conseguenze ricadrebbero anche sugli artigiani e sulle piccole imprese dell’indotto dei servizi funebri e cimiteriali (soprattutto imprese dell’edilizia). Confartigianato ha quindi sollecitato alla Commissione parlamentare modifiche del provvedimento affinchè sia difeso il diritto costituzionale della libertà d’impresa e venga garantito il diritto dei cittadini alla qualità dei servizi. In particolare, la Confederazione chiede di eliminare la distinzione tra le qualifiche di ‘imprese funebri’ e ‘agenzie funebri’, che di fatto confinerebbe queste ultime al mero ruolo di agenzia di procacciatrici d’affari, di sopprimere la classificazione ‘quantitativo dimensionale’ anche per i centri servizio, di riformulare la proposta tenendo conto delle ‘buone pratiche’ attuate in alcune regioni.

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