6 Luglio 2015, h. 13:34

Nell’attuazione della delega fiscale scompaiono le misure per le piccole imprese

Il fisco italiano ha provato a voltare pagina, ma nella delega fiscale affidata dal Parlamento al Governo mancano proprio le misure che stavano più a cuore agli artigiani e ai piccoli imprenditori. Svanite, scomparse nel nulla a poche ore dalla scadenza del 27 giugno, termine ultimo per esercitare la delega da parte dell’Esecutivo e dare attuazione ai principi indicati da Camera e Senato con l’obiettivo di realizzare un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita.
L’ultima occasione era il Consiglio dei Ministri del 26 giugno che ha varato 5 dei 7 decreti attuativi previsti. Poi i giochi si sono chiusi. Tempo scaduto. E dal mosaico dell’attuazione della delega fiscale mancano tasselli molto importanti per i piccoli imprenditori. Il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti e Rete Imprese Italia non hanno mancato di denunciare l’assenza dei provvedimenti con un comunicato al quale ha risposto il Vice Ministro all’Economia Luigi Casero spiegando che le misure sono soltanto rinviate e troveranno posto nella Legge di Stabilità, collocazione migliore trattandosi di norme che richiedono una copertura finanziaria. La spiegazione non ha convito il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti, che, in un’intervista pubblicata il 28 giugno sul quotidiano ‘Il Giornale’, ha criticato il trattamento nei confronti dei piccoli imprenditori, quasi fossero ‘figli di un Dio minore’, e traditi rispetto agli impegni e alle promesse fatti dall’Esecutivo. I provvedimenti annunciati e poi scomparsi non sono di poco conto. Si pensi alla determinazione dei redditi delle imprese in contabilità semplificata secondo il criterio di cassa e non di competenza. Come dire, si pagano le tasse sulle fatture incassate e non su quelle emesse come succede oggi. Un regime che costringe le Pmi ad anticipare soldi al fisco. In questo caso, occorreva una copertura solo per l’avvio del nuovo regime. Poi l’introduzione dell’Iri, la nuova imposta sul reddito di impresa che consentirebbe anche alle piccole imprese di avere una aliquota come quella Ires al 27,5% e non quella progressiva Irpef. Misura annunciata dal Premier Renzi e poi saltata al pari di quella riguardante la definizione del nuovo regime forfettario, attesissima dai piccoli imprenditori. Insomma, il Governo ha mancato un’altra occasione per dare un segnale concreto di attenzione alla maggioranza del sistema produttivo. Non resta che aspettare la legge di stabilità e sperare che, stavolta, le promesse vengano davvero rispettate.

rss