29 Gennaio 2016, h. 12:00

STUDI – L’economia sommersa marcia più veloce di quella legale. In Italia 1 abusivo ogni 6 lavoratori autonomi regolari

Il sommerso rappresenta un grave fenomeno di concorrenza sleale per le imprese regolari. Negli ultimi anni la minaccia del sommerso, abusivismo e illegalità è cresciuta mentre, nello stesso arco di tempo, il lavoro autonomo era sotto pressione a causa della recessione conseguente allo scoppio della crisi del debito sovrano: nel triennio 2011-2013 il valore aggiunto dell’economia sommersa e illegale è salito del 2,4% mentre nello stesso periodo il valore dell’economia regolare scendeva del 2,4%; l’aumento del valore aggiunto dell’Economia sommersa ed illegale avviene in parallelo al calo del 9,6% del valore aggiunto delle Costruzioni, del 4,6% nel Manifatturiero e dell’1,3% nei Servizi.

Nello specifico le attività illegali – il traffico di stupefacenti, i servizi di prostituzione e il contrabbando di tabacco – generano un valore aggiunto pari a 16.6 miliardi di euro, superiore all’intero settore della produzione di mezzi di trasporto (15,8 miliardi). Il traffico di stupefacenti ha generato un valore aggiunto di 11,5 miliardi, un settore dell’economia illegale che, paradossalmente, vale pressochè l’intero settore dell’assistenza sociale (12,4 miliardi). Nel confronto tra 28 settori dell’economia regolare e i 2 comparti dell’economia non osservata si rileva che tra il 2011 e il 2013 l’economia illegale è il comparto che presenta la performance migliore.

Una grave minaccia per le imprese regolari e in particolar per quelle operanti nell’artigianato, deriva dall’abusivismo. Nel 2013 sono 1.049.000 le unità di lavoro equivalente a tempo pieno indipendenti irregolari che, nell’arco di un triennio hanno registrato un aumento dello 0,3% mentre nello stesso arco di tempo imprenditori a lavoratori autonomi regolari sono calati di 275.000 unità, con una caduta del 4,2%. Sulla base di questi andamenti l’incidenza del lavoro non regolare sale al 14,5%, equivalente ad 1 occupato indipendente irregolare ogni 5,9 indipendenti regolari. Al terzo trimestre 2015 sono 330.233 le imprese artigiane – pari ad un quarto (24,2%) dell’artigianato italiano – che subiscono la concorrenza sleale del sommerso.

Sulla base dei dati di Eurobarometro della Commissione europea si stima che in Italia  6.897.000 persone hanno effettuato negli ultimi 12 mesi acquisti di beni e servizi che contengono lavoro irregolare, pari al 13,3% della popolazione di riferimento di 15 anni ed oltre di 1,7 punti superiore alla media UE a 27 di 11,6%.

L’analisi dell’economia non osservata e il perimetro delle imprese artigiane esposte alla concorrenza sleale del sommerso per regione e per provincia nell’ Elaborazione Flash “Concorrenza sleale da abusivismo: 1 irregolare ogni 6 indipendenti regolari”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Dinamica valore aggiunto: economia non osservata e macro settori

(Var. % cumulata 2011-2013 a prezzi correnti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Dinamica economia non osservata ed economia regolare

(Var. % cumulata 2011-2013 a prezzi correnti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Dinamica valore aggiunto: economia non osservata e macro settori

(Var. % cumulata 2011-2013 a prezzi correnti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)
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