12 Ottobre 2016, h. 18:06

ARTISTICO – L’Ue estenda Indicazione Geografica a prodotti simbolo del territorio

servadeiEstendere la protezione dell’indicazione geografica ai prodotti non agricoli”: lo chiede il Presidente di Confartigianato Ceramica, Davide Servadei, intervenuto oggi in rappresentanza di Confartigianato e di Cna ad un workshop organizzato a Bruxelles dalla Commissione EuropeaL’iniziativa della Commissione è finalizzata a raccogliere le indicazioni dei Paesi membri per dare seguito al libro verde sulla possibile estensione della protezione dell’indicazione geografica ai prodotti non legati alla filiera agroalimentare. La Commissione Europea dovrebbe presentare una proposta legislativa nel Programma di lavoro per il 2017, la cui pubblicazione è prevista il prossimo 25 ottobre.
Il Presidente Servadei ha espresso l’auspicio che la Commissione estenda ai prodotti non agricoli il marchio Indicazione Geografica perché questa misura colmerebbe una carenza che penalizza le produzioni europee, a cominciare da quelle italiane, rispetto ad altri Paesi terzi, ma soprattutto consentirebbe al consumatore di conoscere la vera origine di ciò che acquista.
“Sosteniamo da sempre – ha detto Servadei – la necessità di politiche che aumentino il livello di informazione e di consapevolezza dei consumatori sull’origine delle merci. Ciò consente di valorizzare le produzioni italiane e europee a cui i mercati universalmente riconoscono un maggior valore legato alla tipicità della qualità produttiva caratterizzata da elementi di innovazione, uniti alla tradizione e alla cultura”. Il Presidente Servadei ha quindi ribadito la necessità di istituire a livello comunitario un sistema affidabile di Indicazioni Geografiche applicato alle produzioni dell’artigianato artistico che rappresentano un simbolo della memoria, dell’identità e della diversità dei territori del Paese in cui vengono realizzate. I vantaggi dell’estensione delle IG ai prodotti non agricoli sono numerosi. “Alle imprese – ha spiegato Servadei – offrirebbe maggiore visibilità sul mercato, un incremento delle vendite e un rilancio dell’occupazione nei tradizionali settori di nicchia che oggi rischiano di scomparire. Ai consumatori garantirebbe la certezza di acquistare prodotti di qualità e tipicità certificate dal marchio IG, mettendoli al riparo dai rischi della contraffazione. Dal marchio IG trarrebbero sicuri vantaggi anche i territori, con l’incremento del turismo grazie all’immediata identificazione di un prodotto con il luogo in cui è stato realizzato. All’Unione europea, infine, l’estensione del marchio IG ai prodotti non agricoli offrirebbe maggiore capacità di negoziazione sui tavoli con altri Paesi terzi”.

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