18 Maggio 2017, h. 15:50

LAVANDERIE – Contro l’abusivismo Confartigianato a confronto con Unioncamere

Il fenomeno dell’abusivismo nel settore delle tintolavanderie è stato oggetto di un incontro tenutosi a Roma il 16 maggio tra il vertice di Confartigianato Pulitintolavanderie e i rappresentanti tecnici di Unioncamere. L’incontro, cui ha partecipato anche una delegazione di Cna Tintolavanderie, rientra tra le azioni per combattere il fenomeno delle lavanderie self service che erogano impropriamente servizi di manutenzione dei capi. Attività che, per legge, non possono essere inserite in un servizio ‘a gettoni’ e che comunque prevedono la designazione e la presenza di un responsabile tecnico ai sensi della legge n. 84 del 2006. A breve seguirà un altro incontro con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) per affrontare il problema della SCIA per l’avvio dell’attività.

Al confronto con Unioncamere sono intervenuti il Presidente di Confartigianato Pulitintolavanderie Carlo Zanin, accompagnato da Guido Radoani, Mariateresa Rubino e Andrea Saviane. Per Unioncamere erano presenti Amedeo Del Principe, responsabile Servizio promozione e qualificazione Filiere del made in Italy, e Pierluigi Sodini, responsabile servizio Registro imprese e Anagrafi camerali.

“Le tintolavanderie tradizionali sono attività artigiane regolamentate da una legge di settore – ha spiegato il Presidente Carlo Zanin – che individua una serie vincoli e di requisiti professionali per l’accesso alla professione che si aggiungono ad una serie di autorizzazioni e adempimenti di natura ambientale. Le lavanderie self service, invece, si configurano come attività commerciali attraverso il noleggio di lavatrici professionali ed essiccatoi utilizzati esclusivamente dalla clientela. Due mondi quindi, chiaramente distinti che si rivolgono a due clientele differenti. Ma, a causa da un lato del calo dei consumi che ha colpito il settore e dall’altro del requisito obbligatorio di avere un responsabile tecnico, che ha oggettivamente reso più difficile l’accesso alla professione, si verifica sempre più spesso che, accanto ad una lavanderia self (e quasi sempre all’interno del medesimo locale), venga denunciata contestualmente alla competente Camera di Commercio, un’attività di stireria o sartoria, con il solo scopo di legittimare la presenza di un operatore che poi, impropriamente, fornisce un servizio di completa assistenza all’interno della lavanderia self service”.

“Questo comportamento – ha proseguito Zanin – vìola la normativa vigente e genera un fenomeno di concorrenza sleale nei confronti delle lavanderie tradizionali, oltre che di evasione fiscale e contributiva”.

Trovare una forma tecnica nelle procedure camerali per vietare la possibilità di aggiungere, nel Registro Ditte della Camera di Commercio, l’attività secondaria di sartoria e piccole riparazioni, alla principale di lavanderia a gettoni, è stata la richiesta delle due Organizzazioni. Obiettivo, far venir meno le condizioni oggettive di evasione ed elusione fiscale e contributiva, che al momento è più difficile riscontrare da parte degli organi di controllo.

L’azione normativa generale risolverebbe in gran parte il problema, in quanto verrebbero a mancare i presupposti per giustificare la presenza di personale all’interno dei locali che non sia atto alla pulizia del locale stesso, alla ricarica delle gettoniere e alle mere attività di manutenzione strumentale delle lavatrici e degli essiccatoi. Una indicazione di questo tipo, benché possa essere dedotta da alcune indicazioni del Ministero, non essendo norma primaria viene di fatto disattesa dalle Camere di Commercio che non dovrebbero consentire l’esercizio, benché secondario, di attività aggiuntive oltre quelle previste per le lavanderie self service.

Del Principe e Sodini hanno annunciato l’impegno ad intervenire sul sistema camerale attraverso indicazioni operative chiare ai Conservatori dei Registri Imprese. Si sono quindi resi disponibili a trovare rapidamente una soluzione tecnica con Infocamere per risolvere il problema delle imprese iscritte come lavanderie “self service” e alle quali sono stati aggiunti attività e servizi.

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