11 Luglio 2017, h. 12:37

STUDI – A maggio 2017 cresce occupazione (+0,6%), ma è in ritardo ripresa lavoro indipendente (-3,1%). Il tasso occupazione ha recuperato il 65% del divario tra il minimo del 2013 e massimo pre-crisi

Secondo gli ultimi dati disponibili a maggio 2017 l’occupazione in Italia risulta in salita di 141 mila unità rispetto ad un anno prima, pari ad un aumento tendenziale dello 0,6%.

La fase di ripresa del mercato del lavoro non include il lavoro indipendente: la crescita dell’occupazione persiste tutta nei dipendenti che negli ultimi dodici mesi salgono di 313 mila unità, pari al +1,8%, mentre accentua il calo il lavoro indipendente che è di 172 mila unità pari al una riduzione del 3,1%: era dalla Grande crisi del 2009 che non si registrava un calo percentuale così marcato del lavoro autonomo. L’analisi di dettaglio delle posizioni di lavoro, resa possibile dai dati trimestrali, evidenzia che al primo trimestre 2017 imprenditori e lavoratori autonomi con dipendenti che registrano un calo del 4,3% mentre le altre posizioni indipendenti registrano una crescita dell’1,2%. La crisi del lavoro indipendente è evidenziata nella relazione del Presidente Merletti all’Assemblea del 20 giugno scorso in cui si denunciava, dal 2007, una perdita di 534 mila occupati indipendenti.

Nell’ambito del lavoro dipendente più accentuata la crescita del lavoro a termine (+199 mila unità pari al +8,2%) rispetto al lavoro dipendente permanente (+114 mila unità pari al +0,8%).

Sempre a maggio 2017 si registra una riduzione dei disoccupati (-1,8%, pari a -55 mila unità) che colloca il tasso di disoccupazione all’11,3%, in calo di 0,3 punti su base annua; nello stesso periodo nell’Eurozona la disoccupazione scende più decisamente (-0,9 punti) arrivando al 9,3%, con un gap tra Italia ed Eurozona di 2,0 punti percentuali, più ampio di 0,6 punti rispetto ad un anno prima, ma in lieve riduzione rispetto ai livelli massimi di gennaio 2017 quando il divario era di 2,2 punti.

Il tasso di occupazione è al 57,7%, migliora di 0,3 punti nell’ultimo anno ed è 2,3 punti superiore al minimo di settembre 2013 pur rimanendo inferiore di 1,3 punti al massimo pre crisi di aprile 2008; se consideriamo la distanza che intercorre tra il minimo del tasso di occupazione (55,3% a settembre 2013) ed il massimo (58,9% di aprile 2008), pari a 3,6 punti, a maggio 2017 il tasso di occupazione ha recuperato il 65% dell’intera distanza. Nonostante il miglioramento dell’ultimo triennio, va sempre tenuto presente che nel primo trimestre 2017 l’Italia si colloca al terz’ultimo posto nell’Unione a 28 per rapporto tra occupati e popolazione, davanti solo a Croazia e Grecia.

Il mercato del lavoro nell’ultimo biennio si è indirizzato su un sentiero di crescita, ma la domanda va sostenuta a fronte di effetti negativi prolungati nel tempo dei due cicli recessivi (2008-2009 e 2012-2013): se utilizziamo la serie storica del tasso di occupazione indicato nel quadro programmatico del DEF 2017 dello scorso aprile si osserva che il rapporto tra occupati e popolazione tornerà solo nel 2019 al di sopra del livello massimo pre-crisi del 2008, certificando i caratteri di una crisi epocale, i cui effetti sul mercato del lavoro dureranno undici anni.

Un approfondimento delle dinamiche del mercato del lavoro nel 12° Rapporto presentato all’Assembla di Confartigianato. Clicca qui per scaricarlo.

 

 

Dinamica occupati per posizione professionale

Gennaio 2013-maggio 2017 – var. % tendenziale – dati destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
 

 

 

Tasso disoccupazione Italia e Eurozona

Gennaio 2008-maggio 2017. Tassi percentuali destagionalizzati – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
 

 

 

Tasso di occupazione 2004-2017

Gennaio 2004-maggio 2017. Tasso percentuale destagionalizzato, 15-64 anni – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

 

Undici anni per recuperare il tasso di occupazione pre-crisi del 2008

Anni 1995-2016 Istat ed anni 2016-2020 DEF. Tassi percentuali, 15-64 anni – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e MEF

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